Discese da intenditori

Cinque dei dodici comprensori sciistici delle Dolomiti ricadono nella provincia di Bolzano: l'una dopo l'altra, visitiamo l'Alta Val Pusteria e le remote valli minori, la Val Badia, la Val Gardena e l'Alpe di Siusi, per una vacanza sulla neve all'insegna della qualità. E con alcuni eccellenti e strategici approdi anche per chi viaggia in camper o in caravan.

Indice dell'itinerario

Estate e inverno, primavera e autunno. Alba e tramonto, giorno e notte. Cambiano i colori, le emozioni, le suggestioni, ma il soggetto è sempre lo stesso: le Dolomiti, fra le più belle montagne dell’intero pianeta. A dichiararlo, se mai qualcuno aveva dubbi in proposito, è stata l’Unesco nell’inserire queste cime fra i patrimoni dell’umanità.
Per chi da queste parti ci vive, l’ambito riconoscimento internazionale è solo la conferma di una meraviglia che ha tutti i giorni davanti agli occhi. Per chi invece da lungo o da breve tempo apprezza le Dolomiti come meta di vacanza, è la riprova della bontà della scelta: e se la bella stagione richiama escursionisti e villeggianti, è soprattutto la neve a rendere il massiccio una delle destinazioni turistiche più amate. Fra le quinte rocciose si sviluppa infatti un carosello bianco senza eguali, con 1.200 chilometri di piste da discesa, centinaia di anelli e tracciati per il fondo, decine di snowpark e innumerevoli pendii per la neve fresca e il freeride. Un paradiso dello sci che si estende fra il Veneto, il Trentino, l’Alto Adige e il Friuli comprendendo ben dodici aree, quattro delle quali collegate tra loro con la possibilità di effettuare un vero e proprio skitour. La maggior parte dei comprensori sciistici dolomitici, inoltre, è posta a un’altitudine compresa fra i 1.500 e i 3.250 metri, con innevamento garantito da tecnologie avanzate che assicurano un’ottima sciabilità fino al mese di aprile.
In questo contesto è l’Alto Adige a fare la parte del leone, con cinque aree che condividono – oltre ai magnifici e sempre diversi panorami – un alto livello dell’offerta turistica, corroborata da un’eccellente gastronomia, un caldo senso dell’accoglienza e un’equilibrata politica tariffaria. I prezzi dell’ospitalità e dei servizi sono infatti adeguati alla cifra qualitativa delle strutture, incluse quelle più congeniali al turista pleinair. Ed è proprio nel Tirolo italiano che si sviluppa il nostro viaggio: una proposta completa per chi, grazie alla libertà offerta dal veicolo ricreazionale, decide di cambiare meta ad ogni weekend o vuole spostarsi da un luogo all’altro per una settimana bianca itinerante.

L’Alta Val Pusteria
A Bressanone lasciamo l’Autobrennero imboccando la Val Pusteria fino a Brunico, dove subito si impone una variante dall’itinerario principale: la Val di Tures e la Valle Aurina propongono infatti i due piccoli comprensori sciistici dello Speikboden e del Klausberg. Ma il plus indiscusso di questo estremo lembo dell’Alto Adige, il più settentrionale del nostro paese, è rappresentato da una delle più belle escursioni scialpinistiche dell’intero arco alpino: il Dreiherrenspitze (da non confondersi con l’omonimo Pizzo dei Tre Signori nelle Alpi Orobie), che arriva a 3.499 metri di quota.
Ridiscesi sulla statale 49, ci spostiamo poco più avanti per imboccare, sempre sul versante nord, la diramazione per la Valle di Anterselva, piccolo regno del biathlon. In nessun’altra località italiana esiste una passione così viva per questa disciplina che unisce il fondo al tiro a segno: una pacifica evoluzione di antichissime pratiche di caccia risalenti a migliaia di anni fa.
Tornati di nuovo a valle, raggiungiamo l’Alta Pusteria in meno di mezz’ora attraversando in successione Dobbiaco e San Candido. Qui nasce la Drava, uno dei maggiori affluenti del Danubio, e qui, nei sette centri di sport invernali al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo, troviamo oltre 50 chilometri di piste e svariate centinaia di chilometri di tracciati per lo sci nordico. Meritata la fama di storiche manifestazioni come la Pustertaler Ski Marathon e la Gran Fondo Dobbiaco-Cortina: il percorso di questa epica competizione ricalca quello della ferrovia che collegava le due località, attraversando paesaggi mozzafiato, gallerie e ponticelli sospesi nel vuoto. Un altro mito dell’Alta Pusteria è la Croda Rossa, sulle cui pendici corre una delle piste nere più conosciute delle Alpi.

Il Plan de Corones
Ormai giunti in prossimità del confine con l’Austria, invertiamo la rotta percorrendo a ritroso la Val Pusteria. Di nuovo all’altezza di Brunico, si profila il grande panettone bianco del Kronplatz dalla cui sommità scendono una cinquantina di piste di ogni ordine e grado, servite da infrastrutture di prim’ordine. Proprio da quest’anno è entrata in funzione una cabinovia a dieci posti con vetture dotate di poltroncine in pelle riscaldate, un’autentica novità mondiale installata solo poche settimane fa; ma l’innovazione tecnologica e la sperimentazione di nuovi servizi sono una caratteristica di quest’area fin da quando lo sci è diventato uno sport di massa, tanto che i veterani ricordano ancora l’apertura, alla fine degli anni ’70, della prima seggiovia italiana a tre posti ad agganciamento automatico, quella del Miara.
Da San Vigilio di Marebbe, Riscone e Valdaora, sui tre versanti sciabili del Plan de Corones, partono oggi diciannove telecabine, sei seggiovie e sei sciovie, con una portata oraria di quasi 64.000 persone, tempi di attesa ridotti al minimo e accesso ad oltre 100 chilometri di piste. La famosa Sylvester, sul versante nord, è un tracciato di quasi 5 chilometri che porta verso Riscone ed è considerato una sorta di tesi di laurea per gli amanti della discesa: riservata solo ai più esperti quando il freddo rende il manto nevoso estremamente duro, compatto e scivoloso, in condizioni più facili diviene una piacevolissima rossa adatta anche a sciatori non agonisti. Piccola curiosità, si tratta di un percorso che era nato come ripiego in alternativa a un tracciato che sembrava più appetibile, ma che non poté essere realizzato a causa della morfologia del territorio.
Per dare soddisfazione anche ai più giovani dell’equipaggio non dimentichiamo lo snowboard, con 100.000 metri cubi di neve trattata per realizzare il più grande snowpark dell’Alto Adige. Situato presso la cabinovia Belvedere, orientata a sud-est, si estende su una superficie di 75.000 metri quadrati, con quattro lines di diversa difficoltà che si sviluppano indipendentemente l’una dall’altra sull’intera superficie del parco.

L’Alta Badia e il Sella
Dalla periferia di Brunico o da San Vigilio di Marebbe iniziamo ora a scendere verso sud lungo la statale 244 della Val Badia che ci introduce al Gruppo del Sella, posto all’incrocio fra le province di Bolzano, Trento e Belluno (vi si giunge anche dai passi di Livinallongo e Gardena, che sono sempre aperti anche d’inverno salvo rare eccezioni). Oltre venti edizioni di gare di Coppa del Mondo si sono tenute sulla mitica Gran Risa, il ripido serpentone sul quale si disputa la competizione di slalom gigante più tecnica e spettacolare dell’intero circo bianco. Dalle località di La Villa, Corvara in Badia, Pedraces, La Val, San Cassiano e Colfosco si risale sul vasto altopiano che comunica con i comprensori sciistici situati intorno a cinque passi dolomitici (Padon, Pordoi e Sella oltre ai già citati Gardena e Livinallongo) per un totale di circa 500 chilometri di piste, tutte collegate con gli sci ai piedi.
L’Alta Badia, dopo aver preso atto che nulla era possibile aggiungere alla qualità dell’offerta sciistica, ha puntato da tempo sulla gastronomia come ulteriore motivo di richiamo. Da qualche anno infatti questo comprensorio si contraddistingue per la vocazione mangereccia, interpretata da alcuni ristoranti che hanno conquistato i vertici del panorama culinario internazionale. Oltre ai numerosi locali segnalati, vere e proprie fucine di creatività, da questa stagione ben dodici rifugi sulle piste offriranno una propria ricetta di alta cucina, che sarà votata dagli ospiti per eleggere il rifugio e il piatto di quest’inverno. Altra novità per chi non teme una levataccia è la colazione tra le vette, una sciata che si svolge ogni martedì nelle primissime ore della mattina (le partenze sono previste alle 6.50 e alle 7.20) salendo con il gatto delle nevi dal centro di Corvara al rifugio Col Alto, mentre i raggi del sole nascente illuminano le cime del Sella e del Sassongher.

La Val Gardena e l’Alpe di Siusi
Dall’Alta Badia, attraverso il Passo Gardena, si scende direttamente a quella che è forse la valle più conosciuta delle Dolomiti. Gli 83 impianti di risalita conducono agli oltre 170 chilometri di piste adagiate in uno scenario da favola, tra i picchi rocciosi delle Odle, del Sella, del Sassolungo e del Cir. Fra i grandi eventi della Val Gardena spicca la Südtirol Gardenissima, la gara di slalom gigante più lunga al mondo, con 6 chilometri di sviluppo e oltre 1.000 metri di dislivello; vi possono partecipare solo 500 sciatori, che gareggiano con i campioni di oggi e di ieri. Una parte rilevante della storia dello sci nazionale è stata infatti scritta lungo le piste e i pendii di questo comprensorio, grazie a sportivi di fama mondiale come Isolde Kostner, Werner Perathoner e Peter Runggaldier. Le gare veloci della Coppa del Mondo (discesa e superG) si svolgono ogni anno lungo la pista del Saslong, che corre per più di 3 chilometri su un dislivello di 839 metri. Sport a parte, l’attività simbolo della Val Gardena è l’artigianato del legno, una tradizione nata nel ‘700 e che oggi coinvolge molti artisti locali: da non perdere, fra una discesa e l’altra, l’esposizione permanente Art52, con sede a Ortisei. Merita ovviamente un discorso a parte l’incantevole Alpe di Siusi, fotografatissima cartolina dominata dallo Sciliar: questo magico altopiano è l’alpeggio più vasto d’Europa, con oltre 50 chilometri quadrati di estensione, e rappresenta una delle scenografie più esaltanti dell’arco alpino con un panorama a 360 gradi che include il Sass de Putia, il Gruppo delle Odle con il Puez, il Gran Cir, il Gruppo del Sella, il Sassolungo con il Sassopiatto, la Marmolada, le Pale di San Martino, le Torri del Vajolet, il Gruppo del Rosengarten e appunto lo Sciliar.

Safari tra le cime
Per chi ha solo un finesettimana a disposizione, ecco un suggerimento che include alcune tra le escursioni sciistiche più suggestive ed emozionanti delle Dolomiti: il circuito del Sella Ronda. Quattro passi dolomitici, quattro vallate, quattro località sciistiche d’eccezione – Corvara, Arabba, Canazei, Selva – e tutto in una volta sola, in un carosello che prevede circa due ore sugli impianti (esclusi i tempi di attesa) e più o meno altrettante sugli sci, percorrendo in tutto una quarantina di chilometri in tre province diverse, con la possibilità di effettuare lo skitour in senso orario o antiorario e senza mai togliere gli sci.
Per il secondo giorno di questo safari bianco bisogna essere in forma ed è opportuno lasciare a riposare in campeggio chi ha faticato troppo sul Sella Ronda, perché questa tappa è decisamente impegnativa. Funivia del Sass Pordoi, mezz’ora di cammino con gli sci in spalla, e quindi un’ora di adrenalina pura saltando sulla neve fresca del più straordinario dei canaloni dolomitici, la Val del Mezdì, che dopo aver mostrato le sue straordinarie pareti (arrivano anche a 500 metri di altezza) sbuca sui grandi pianori di Colfosco.
Per il terzo giorno, infine, la deliziosa passeggiata dell’Armentarola. Da San Cassiano si risale la Val Parola fino al Passo Falzarego, dove la funivia del Lagazuoi porta a 2.750 metri di quota. Dopo un primo tratto abbastanza impegnativo, la pista sfiora le pareti a picco della Cima Scotoni per circa 5 chilometri prima della sosta nell’assolato pianoro del Rifugio Scotoni. La seconda parte del percorso prevede un tratto di circa 400 metri all’interno di una stretta gola sino alla Capanna Alpina, dalla quale si rientra in piano agganciati a una slitta trainata dai cavalli. E’ così che termina un weekend da leoni, fra i giochi di luce che solo le Dolomiti sanno regalare dopo un’abbondante nevicata.

Testo e foto di Paolo Ferrari

PleinAir 450 – Gennaio 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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