Dinosauri e barocco

Al centro della Baviera, la valle dell'Altmühl è un parco naturale e un comprensorio pleinair fra i più piacevoli e meglio attrezzati dell'intera regione: numerosi e sicuri approdi per il veicolo ricreazionale, attività all'aria aperta d'ogni genere e un paesaggio dominato dal placido scorrere del fiume, lungo il quale sorsero città e paesi che conservano importanti testimonianze artistiche e naturalistiche dalla preistoria fin quasi ai nostri giorni.

Indice dell'itinerario

Nella Baviera centrale, una settantina di chilometri a nord di Monaco, si trova una regione di verdi paesaggi collinari e di docili vie d’acqua lungo le quali si distendono campi di cereali, sereni villaggi, cittadine in cui l’arte e la cultura hanno lasciato quei segni che firmano il passare dei secoli. Stiamo parlando della lunga valle che riceve nome e particolarità dal corso del fiume Altmühl, costituendo un autentico e rilassante concentrato di storia e di natura. Sono luoghi che paiono nati per la vacanza di fruitori che se ne intendono e che in bici, a piedi o spostando la propria base da un camping all’altro, da un’area attrezzata all’altra, non trovano limiti al godimento di questo vasto parco naturale, uno dei più estesi della Germania.
Nel nostro approccio al territorio rivestono una parte importante, come vedremo, le diverse vie d’acqua: seguiremo intanto la principale partendo da Kelheim, cioè dal punto in cui l’Altmühl confluisce nel Danubio, che difende il lato meridionale della cittadina. Insediamento celtico prima dell’era cristiana, Kelheim ha una pianta tipica delle sedi medioevali della dinastia bavarese dei Wittelsbach, con due ampie strade a croce: vecchia e nuova Rathaus sono i palazzi più significativi del centro, al cui margine si levano il campanile e la chiesa dell’Assunta, costruzione gotica del ‘400. Nei pressi la fabbrica di birra chiara che si vanta di essere la più antica oggi esistente, essendo stata fondata nel 1607 dal re Massimiliano I (che due anni prima, non per caso, aveva decretato il monopolio a proprio favore appunto sulla Weissbier). Nella parte sud-occidentale dell’abitato un antico deposito di cereali ospita invece un’importante raccolta che al piano terra è museo preistorico e archeologico dall’Uomo di Neandertal in poi senza tralasciare l’epoca romana, mentre al primo piano svolge il tema della città sull’acqua e dei suoi modi di vita a partire dal Medioevo. Sul vicino colle di Michelberg si trova la neoclassica Befreiungshalle, tempio circolare decorato da statue colossali e splendente all’interno di marmi pregiati, voluto dal sovrano bavarese Ludovico I (al quale è intitolata la piazza principale) a memoria delle vittorie su Napoleone nelle guerre di liberazione fra 1813 e 1815, ma anche per esortare all’unità gli stati tedeschi.
La misura regia sulla Weissbier bloccò nel XVII secolo la concorrenza della produzione dei conventi, ma non per la birra scura che è oggi la specialità dell’abbazia di Weltenburg, risalente addirittura al 1050. Il complesso benedettino, abitato da una ventina di monaci, è ambientato fra rocce e spiaggia in uno dei momenti più scenografici del corso del Danubio, ed eccezionale è anche la chiesa, rutilante apoteosi dello stile barocco. Il modo migliore per raggiungere l’abbazia è il vaporetto che parte dalla banchina danubiana di Kelheim e in mezz’ora copre il breve tratto fluviale: giunti a Weltenburg, nella bella stagione ci si siede a mangiare sotto gli ippocastani del grande cortile in tavolate collettive dove s’incontra una Germania naïf cui vengono servite le semplici e squisite pietanze tradizionali, ovviamente accompagnate da birra scura e robusta (il vaporetto del rientro non saremo noi a pilotarlo…).

Autostrada sull’acqua
L’Altmühl contribuisce per una trentina di chilometri al Main-Donau-Kanal o Europakanal, che fa parte del grande sistema navigabile formato dal Reno con il Meno e il Danubio. Dell’intera opera, la cui prima fase fu iniziata nel 1926, sono stati festeggiati nel 2007 i quindici anni dal completamento, che consente oggi la navigazione fra il Mare del Nord e il Mar Nero di chiatte da carico, mezzi turistici, barche da diporto, anche di un semplice gommone. La larghezza del canale è di 55 metri, la lunghezza di 171 chilometri; sedici chiuse fra Bamberga e Kelheim, le due estremità, permettono in questo tratto agli scafi di sollevarsi quasi per magia da 230 metri di quota ai 406 del punto più alto, per scendere poi a 338. Dal punto di vista ecologico va poi detto che ben un quinto dei costi di costruzione del Main-Donau-Kanal venne destinato ai lavori necessari per il miglior inserimento nell’ambiente, con risultati a nostro avviso impeccabili.
Il primo incontro lungo la valle, procedendo verso ovest, è con il pittoresco villaggio di Essing: da un parcheggio fra gli alberi al di qua di un vecchio braccio del fiume incanta la vista sui resti del castello di Randeck che domina in alto, sulle rocce, sulle case del centro al quale si accede da una porta trecentesca servita da un solido ponte in legno. Pochi chilometri più avanti attira lo sguardo un altro castello, quello di Prunn, inchiodato dall’XI secolo su una rupe calcarea che si direbbe progettata per esserne il piedistallo. Il Burg, visitabile, contiene documenti della vita nei secoli passati e regala una veduta che diremmo quasi topografica.
Al pari di Kelheim, Riedenburg dispone di una vasta e invitante area attrezzata al di là del Main-Donau-Kanal e prossima a un campeggio. Nell’abitato si trovano vari musei tematici, ad esempio quelli riguardanti gli strumenti musicali e le conchiglie, mentre una passeggiata lungo la banchina dei vaporetti conduce al museo dei cristalli, intrigante per la bellezza di quanto esposto (c’è perfino un enorme cristallo di rocca del peso di quasi 8 tonnellate, trovato in Arizona nel 1981) ma anche per i temi connessi, come la riproduzione di celebri pietre preziose o le loro storie e segreti. La strada secondaria che sfiora l’approdo pleinair prosegue verso la Sommerrodelbahn, di particolare richiamo per i più giovani dell’equipaggio trattandosi di una pista su rotaie che si sviluppa in collina e si percorre su una sorta di bob. Proseguendo, prima di riconnettersi alla strada principale si può salire a dare un’occhiata all’elegante castello di Eggersberg, oggi albergo e ristorante.
A Dietfurt, sulla sponda opposta dell’Altmühl, le forme gotiche della chiesa di Sant’Egidio furono cancellate nel ‘700 dalla ricostruzione barocca dell’italiano Gabriele De Gabrieli, architetto di grande successo nella Baviera dell’epoca. Nella piazza centrale, davanti al grazioso palazzo comunale quattrocentesco, una singolare fontana degli anni ’60 che riproduce un panciuto orientale si ispira al curioso appellativo di cinesi dato ai cittadini da un incaricato del principe vescovo di Eichstätt, mandato a riscuotere tasse non pagate: gli anziani che ebbero sentore della non gradita visita si affrettarono a dare tripla mandata alle porte del paese e, riferendo della fallita missione, il funzionario disse al vescovo che si erano barricati «come i cinesi dietro la Grande Muraglia». In paese si può anche visitare l’ultimo mulino della valle, in funzione da più di cinquecento anni, che conserva molti documenti d’antica data e già nel 1897 riforniva il paese di energia elettrica, che tuttora produce.
Nel sobborgo di Griesstetten il piccolo santuario dei drei elenden Heiligen, ovvero dei tre santi poveri, si trova accanto a una vecchia fattoria odorosa di stallatico. Fondato in memoria di tre monaci medioevali di origine irlandese e incessante meta di pellegrini, venne rinnovato in forme barocche alla metà del ‘700: Vibius, Zimius e Marinus sono ricordati nelle decorazioni del soffitto, in una raffigurazione a parete e nei circa sessanta ex voto (in uno del 1930 poggiano i piedi su un pavimento di nuvole mentre un incidentato giace accanto a un’auto dell’epoca).

Ansa dopo ansa
E’ proprio nei pressi di Dietfurt che il Main-Donau-Kanal venne inserito nell’alveo dell’Altmühl, il quale recupera perciò da Töging il capriccioso letto originario movimentato da numerose ampie curve. Deviando poco più avanti per Kottingwörth si possono ammirare, nella chiesa del villaggio, gli affreschi del ‘300 che decorano la cappella di San Vito.
Simbolo di Beilngries sono le due torri dalla cuspide colorata che sovrastano la chiesa di Santa Valburga, insolita ma apprezzabile costruzione neobarocca di inizi ‘900 (originale del XVII secolo è invece l’arredo). Le facciate variopinte dei palazzetti aggiungono un tocco di fantasia al centro storico, tagliato dalla strada principale e circondato da un percorso ad anello; all’esterno di questo, il porto comprende un frequentato approdo per il diporto oltre alla banchina dei vaporetti. Beilngries, che ha appena festeggiato il millenario essendo stata fondata il 1° novembre 2007, ha una vera vocazione per il nostro paese giacché il festival dell’Estate Italiana, che si svolge tutti gli anni in agosto, è tradizionalmente legato a quadri ambientali della Penisola (lo scorso anno perfino un Canal Grande e la rappresentazione del Nabucco). Qui i ragazzi di tutte le età sono attesi da un parco avventura e da un museo dei giocattoli, che include un grande plastico ferroviario. Tra le passeggiate nel calendario dell’ufficio turistico, tra le più curiose si annovera la caccia alle sorgenti nascoste per mezzo di bacchette da rabdomante. Sulla collina che domina il paese, nel settecentesco castello ecclesiastico di Hischberg due alte torri ne rammentano l’origine medioevale.
Prima di tornare a risalire la valle dell’Altmühl seguiamo brevemente la direttrice del Main-Donau-Kanal verso la grande abbazia benedettina di Plankstetten, che le milizie svedesi distrussero durante la Guerra dei Trent’Anni ma che conobbe una nuova fioritura con la ricostruzione avvenuta sotto il segno del barocco. Dopo gli ultimi interventi di restauro, il complesso sta tornando a mostrare le capacità anche di gestione produttiva mostrate dall’ordine di San Benedetto, tanto che Plankstetten vive e opera nel quadro di una totale autosufficienza economica. Poco oltre vale la pena di fermarsi a Berching, che conserva un aspetto medioevale all’interno delle sue mura scandite da torrioni. Qui il porto è il terminale di un percorso turistico che congiunge questa località al nostro punto di partenza, Kelheim, con fermate dei battelli alle banchine dei paesi fin qui visitati. Va poi sottolineato che su tutto il territorio si ramifica per centinaia di chilometri un paradiso di ciclopiste attraenti e ben segnalate, per esempio lungo l’Altmühl, lo stesso Main-Donau-Kanal – ai quali i percorsi ciclabili restano ben più vicini delle rotabili – e i settori superstiti del vecchio canale di Ludwig (vedi riquadro), dove spesso è stata sfruttata per i cicloturisti l’alzaia dalla quale, nell’800, i cavalli da tiro trainavano le barche da trasporto.
Tornati a Beilngries, andiamo ad esplorare il medio corso dell’Altmühl. A Kinding la Mariä Gebürt è un interessantissimo esempio di Wehrkirche, chiesa fortificata, con torri e un giro di mura entro il quale il parroco al momento del bisogno faceva ritirare la popolazione e talvolta gli animali, analogamente alla funzione protettiva di un castello medioevale. Kipfenberg è invece dominato da una vecchia rocca, ora proprietà privata, che può essere dunque meta solo di una passeggiata panoramica.

Una città barocca
Sarà il corso stesso del fiume a portarci ora fino ad Eichstätt, capoluogo dell’Altmühltal. Come per Plankstetten, si può dire che della grazia e dell’unità architettonica della cittadina furono causa involontaria gli svedesi, che nel 1633 la saccheggiarono e la distrussero; il merito della ricostruzione, proprio nel periodo della fioritura del barocco, fu invece dei suoi principi vescovi che incaricarono una schiera di artisti tra i quali primeggiarono, dandosi via via il cambio nell’arco di oltre un secolo, Jacob Engels (nome germanizzato di Giacomo Angelini), Gabriele De Gabrieli, che fu il maggior maestro, e Maurizio Pedetti. Barocco e rococò si ritrovano in tutto il centro storico, a partire dall’asimmetrica Residenzplatz e dalle vie che se ne diramano, fino alla Marktplatz dominata da un San Willibaldo alto sulla sua fontana, o salendo la magnifica scalinata interna del palazzo dei principi vescovi per immergersi nel trionfale del salone degli specchi, e ancora visitando chiese come quella conventuale di Santa Valburga o la cattedrale, di struttura gotica, per la quale De Gabrieli ideò una anomala quanto elegante facciata. Se poi visiterete l’ufficio informazioni del parco naturale dell’Altmühltal non potrà sfuggirvi che si tratta di un dismesso monastero dello stesso periodo, con tanto di ex cappella dal soffitto riccamente decorato.
Altre epoche invece salendo al Willibaldsburg dove il museo della preistoria e storia antica si affianca a quello di storia naturale, con innumerevoli fossili di 150 milioni di anni fa rimasti impressi nelle sottili lastre calcaree tipiche della regione. Oltre alla famosa Archaeopterix litografica, anello di congiunzione tra rettili e uccelli, l’ultima specie venuta alla luce dagli scavi nella valle è lo Juravenator starki, un dinosauro di una settantina di centimetri con affilati e seghettati denti ricurvi: esposto al museo dal 2006 e in stupendo stato di conservazione, il cacciatore del Giura era un piccolo carnivoro, un divoratore di carne fresca di una specie mai osservata prima. E dai dinosauri ai crostacei, dalle libellule ai pesci fino a un coccodrillo di 4 metri, la natura stessa ha magistralmente stampato nella pietra il più bel libro illustrato di geologia e preistoria.

Dalla preistoria ai Romani
Chi è rimasto affascinato dai reperti appena visti in mostra apprenderà con piacere che in alcune località della valle è consentita una specie di caccia al tesoro per la ricerca di qualche lastra calcarea fortunata . Al riguardo, sul nostro itinerario, si incontrano Mörnsheim e poco oltre Solnhofen, dove il cercatore di fossili potrà rivolgersi agli addetti del museo nel palazzo del municipio. A Solnhofen sono anche da vedere i resti della basilica fondata dal monaco Sola, con le tracce di ben cinque chiese edificate l’una sull’altra fra VII e IX secolo: proveniente dall’Inghilterra, il religioso fu molto attivo nell’opera di cristianizzazione del territorio e nel 793 avrebbe incontrato Carlo Magno che gli fece dono del sito.
Una sosta richiederà certamente Pappenheim, nell’ansa tra il fiume e la collina su cui sorge l’antica rocca, con un centro storico ben conservato. Ed eccoci nella città termale di Treuchtlingen, dove l’ufficio turistico è alloggiato nell’edificio voluto dai conti Pappenheim che furono signori della città tra ‘500 e ‘600, quando le acque dell’Altmühl lambivano la costruzione facendone un palazzo sull’acqua. Poco lontano si trovano il museo delle tradizioni, ricco di 25.000 oggetti, e una cospicua collezione di Zinnfiguren, i soldatini di stagno originari della Norimberga del ‘700, qui ordinati nella rappresentazione di quattordici famose battaglie.
Il nostro percorso lascia a Treuchtlingen il corso dell’Altmühl, che nel resto del suo viaggio si fa più ampio e meno sinuoso, ma suggeriamo al lettore di non tralasciare i pochi chilometri che lo separano da altre due destinazioni della regione. La prima è Weissenburg, tuttora chiusa nel giro delle mura e con salde memorie romane: la Biriciana di allora, le antiche terme ottimamente restaurate, un museo nel quale primeggia un tesoro costituito da una serie di bellissime statuine, anche in oro, e da un insieme di enigmatici oggetti votivi in argento offerti alle divinità dai legionari. Gradevole il quartiere più antico, dove si fa notare la turrita porta a nord, mentre la Einhorn Apotheke è una delle ottanta farmacie storiche tedesche (con museo sul tema). Verso oriente, invece, la vasta fortezza del Wülzburg è un panoramico belvedere a quota 650: costruita alla fine del ‘500 su progetto dell’architetto militare toscano Rocco Guerrini di Linari, resse un secolo dopo agli armati svedesi ma non a una cuoca che dimenticò lo strutto sul fornello, mandando a fuoco gli interni che dovettero essere rifatti.
Ad Ellingen, pochi chilometri a nord, si trova il più imponente palazzo barocco del sud della Germania, già sede dell’Ordine Teutonico nato in Palestina ai tempi delle Crociate come congregazione ospedaliera: la facciata principale è di grande teatralità e le coperture ad elmo dei tetti rammentano forse una vocazione militare tradottasi anche in sovranità territoriali. All’interno sale su sale, plastiche decorazioni delle scalinate, soffitti affrescati, tutto con visita guidata; e poi il festival musicale estivo, il parco, l’intatta ex chiesa oggi usata per manifestazioni culturali. Con guida o per proprio conto, anche il resto del piccolo centro merita le passeggiate nel barocco che caratterizza buona parte dei suoi edifici. Da qui si torna rapidamente a Weissenburg per imboccare una delle comode strade conducono a riallacciarsi all’autostrada A9, in direzione di Monaco di Baviera per il rientro o verso Norimberga e il nord se il viaggio continua.

PleinAir 428 – marzo 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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