Rab, l’isola felice

I Romani la chiamavano Felix Arba. Adagiata nell’Adriatico settentrionale fra il Quarnaro e il Quarnarolo, Rab è ricca di fascino e contrasti: un piccolo compendio di storia e natura da esplorare in lungo e in largo a piedi, in sella a una bici e a bordo di un natante

Indice dell'itinerario

Il versante settentrionale è rivolto al Velebitski Kanal, il Canale della Morlacca, mentre quello sud-occidentale si affaccia verso il cosiddetto Quarnerolo, il braccio di Adriatico tratteggiato dai profili delle isole di Krk, Cres e Pag. L’aria quasi sempre tersa ne esalta le caratteristiche e i contrasti della morfologia: al brullo paesaggio lunare del versante orientale, sferzato d’inverno dalla bora, ecco contrapporsi un lato verde e lussureggiante, a ricordare l’origine del nome (ricoperta un tempo da boschi di querce nere veniva chiamata arba, cioè scura, dagli antichi Illiri). Sulla cartina geografica Rab appare come una curiosa forma di aragosta, con le tenaglie rivolte a nord-ovest e la coda a sud-est; una ventina di chilometri di lunghezza e circa sei di larghezza racchiudono una mezza dozzina di centri, popolati soprattutto nella stagione turistica.

Un vicoletto del centro storico di Rab
Un vicoletto del centro storico di Rab

Serenissime impronte

Incantevole cittadina di chiaro stile veneziano, Rab si può scoprire dedicandole una mezza giornata; il centro storico è precluso ai veicoli, e i parcheggi (a pagamento in alta stagione) si trovano su entrambi i lati del porto. Il nucleo antico, sorto sul castrum di Ottaviano Augusto, è racchiuso fra ciclopiche mura edificate intorno al XIII secolo: un intrico di viuzze trasversali che risalgono il poggio e si snodano tra edifici in pietra, chiese romaniche, palazzi rinascimentali e gotici.

Il punto di partenza per la visita è la Gornia Ulica, parallela al porto insieme alla Srednja Ulica, la via bassa, e alla centrale Donja Ulica. Da Piazza San Cristoforo, affacciata sul porto e ricca di locali, s’incontra Palazzo Dominis, edificio nobiliare eretto nel XV secolo con finestre rinascimentali. Sulla sinistra si notano i balconi con i leoni alati di Venezia di Palazzo Tudorini. Proseguendo si arriva alla loggia cittadina, realizzata nel 1509 dalla Serenissima; di fronte si erge la medioevale torre dell’orologio.

Il campanile più alto è quello del monastero di Sant’Andrea, del X secolo, uno dei più antichi e meglio conservati. L’edificio a tre navate vale una sosta, così come il panorama dalle alte mura che dominano il golfo di Sant’Eufemia. Da qui tornando indietro lungo la via alta s’incontrano la chiesa di Santa Croce, d’estate luogo di eventi musicali, il complesso di San Giovanni Evangelista, risalente all’epoca precristiana ma rimaneggiato nel Medioevo, e la torre grande facente parte delle antiche mura, accanto alla quale si trova la chiesa di San Cristoforo.

 La chiesa della Beata Vergine Maria, un tempo cattedrale, presenta una facciata romanica in pietra rosa e bianca.
La chiesa della Beata Vergine Maria, un tempo cattedrale, presenta una facciata romanica in pietra rosa e bianca.

Man mano che ci si avvicina all’estremità del promontorio si nota in lontananza il parco cittadino Komrcar, realizzato alla fine dell‘800 riforestando un’area adibita a pascolo, e ai margini il convento di Sant’Antonio. Prima di raggiungerlo s’incontra la chiesa della Beata Vergine Maria, un tempo cattedrale, la cui facciata romanica è in pietra rosa e bianca. All’interno sono conservati quadri e sculture di epoche diverse, mentre il campanile  anch’esso romanico  è alto ben 26 metri.

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Itinerari d’acqua

Premesso che occorre fare attenzione all’autonomia di carburante, perché l’unico distributore raggiungibile via mare si trova nel porto di Rab, scoprire l’isola e i suoi segreti a bordo di gommone è un’esperienza da non mancare.

Chi ne è sprovvisto potrà ricorrere al noleggio o alle numerose escursioni con battelli o taxi boat che partono da tutti i centri. Vi illustriamo la nostra navigazione in senso orario attorno all’isola (un’utilissima cartina geografica in scala 1:40.000 è reperibile nelle edicole o presso l’ufficio turistico): i visitatori frettolosi la affrontano in una sola giornata, ma per apprezzarla come merita noi consigliamo vivamente di frazionarne gli itinerari in più giorni, facendo base presso due diversi campeggi.

Partendo da Rab ecco subito presentarsi la penisola di Kalifront, con la successione di cale e calette dal fondale color turchese. Superata la celebre Kandalora, la spiaggia naturista più antica d’Europa, da segnalare le meravigliose baie di Gozinka (con punto ristoro), Cifnata, Perla e Sveti Mara. La costa occidentale dell’isola, protetta dai venti balcanici, è la più verde e boscosa: si coglie anche dal mare l’intenso profumo di pini e di ginepro, sorbo, erica, corbezzolo, e non mancano palme, aloe, agave e fichi d’India.

Una spiaggetta fra gli scogli nei pressi di Barbat, raggiungibile via mare
Una spiaggetta fra gli scogli nei pressi di Barbat, raggiungibile via mare

Sul versante nord-orientale del Canale della Morlacca si erge il promontorio di Lopar disseminato di baie e calette, alla cui base si estendono a ovest il porto omonimo e a est la famosa Rajska Plaza, l’ampia spiaggia con il campeggio San Marino.

Le uvale, ovvero le cale più battute dai natanti per le loro acque di un verde smeraldino sono quelle del versante nord, opportunamente ribattezzate con nomi esotici (alcune sono frequentate da naturisti): Ciganka, Sturic, Podsilo, Saramic e Stolac. Rajska Plaza, la spiaggia paradisiaca, fa onore al nome perché presenta uno specchio d’acqua bassa e limpidissima ed è fornita di tutte le strutture e i servizi per grandi e piccini. Inoltre da qui si può ammirare la formidabile catena montuosa del Velebit, con cime che superano i 1.600 metri di altitudine.

Da Rajska Plaza si naviga per oltre dieci chilometri lungo la costa del versante nord-est. Rari qui i ridossi, ma con buon tempo e mare calmo si possono ammirare da vicino scorci che hanno poco da invidiare ai più rinomati siti mediterranei: faraglioni e rocce imponenti, a volte intervallati da piccole calette di ghiaia, precipitano in un mare di un intenso colore blu.

Doppiata Punta Glavina, all’estremità sud-est dell’isola, e quindi Misnijak, punto di approdo dei traghetti da Jablanac (a un miglio e mezzo di distanza), si entra nel Barbatski Kanal, che separa l’isola di Rab dal longilineo isolotto di Dolin, frequentato dagli appassionati del kayak marino. Le correnti del canale assicurano acque limpide ai piccoli stabilimenti balneari e alle vivaci cittadine di Barbat e Banjol, quest’ultima sede del campeggio Padova III. Un altro luogo adatto ai canoisti è il tranquillo mare della Baia di Sant’Eufemia, l’allungato golfo tra la città vecchia di Rab e la punta sud-orientale del promontorio di Kalifront.

Navigando qua e là

Da non perdere le visite ad alcuni isolotti della zona. Partendo dal camping San Marino di Lopar arriverete in breve a Sveti Grgur (San Gregorio) e a Goli Otok (l’Isola Calva). La prima, situata a poco più di un miglio, presenta il miglior approdo a nordovest, dove una baia dal mare limpidissimo invita a una sosta e a un tuffo. Piccola, arida e brulla, come suggerito dal nome stesso, l’Isola Calva nei primi anni del dopoguerra fu sede di un campo di concentramento dove vennero deportati gli oppositori al regime di Tito, e dopo il 1956 divenne un carcere per detenuti comuni; oggi il lager è un luogo di visita e della memoria.

 Una barca turistica a Tovarnele,
Una barca turistica a Tovarnele,

Dal campeggio Padova III di Banjol si può rivolgere la prua verso Lun, l’estrema punta nord dell’isola di Pag (a meno di sei miglia da Rab). Doppiata Punta Lun, ecco il villaggio di Tovarnele, dov’è consigliabile ormeggiare al moletto della trattoria fronte mare per gustare scampi e calamari freschi sul panoramico terrazzo. Per un bagno veramente da favola conviene invece spingersi al largo di Tovarnele, nel passaggio tra Veli e Mali Laganj, dove la profondità dell’acqua varia dai tre ai quindici metri; il sito è un piccolo paradiso dove è possibile avvistare numerosi branchi di pesci e, con un po’ di fortuna, anche delfini: una piccola perla di natura marina incastonata nell’alto Adriatico. 

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