Così lontano, così vicino

A sud-est dell'Istria, tra l'ampio golfo del Quarnaro e il più piccolo Quarnarolo, le isole di Cres e Losinj sono la splendida base di una vacanza a tutto tondo: paesaggi che fanno spettacolo, cittadine e villaggi di solida tradizione marinara e itinerari a misura di camper e gommone.

Indice dell'itinerario

E’ di una bellezza selvaggia che non finisce mai di stupirci, questa lunga lingua di terra che si dipana sul mare da nord a sud. Comincia larga e tozza con l’isola di Cherso e prosegue più snella con Lussino tagliando praticamente a metà, in Quarnaro e Quarnarolo, il grande golfo tra la costa orientale dell’Istria e la regione fiumana. Un magico ricamo di paesaggi, un clima mediterraneo che d’estate, in assenza di bora, è quasi subtropicale, e la continua percezione di essere davvero lontani da tutto. E invece l’arcipelago di Cres – il maggiore dell’Adriatico con 36 fra isole e isolotti – è geograficamente così vicino alle nostre coste (in linea d’aria Rimini dista 130 chilometri, Ancona e Trieste 110) che non ci si capacita di come sia relativamente poco battuto e poco fruito in proporzione al suo fascino, all’amabilità e alla peculiare cultura degli abitanti, alla straordinaria varietà dei contesti ambientali.
Per capirne la ragione basta però leggere la storia: dopo la Seconda Guerra Mondiale la “cortina di ferro” scese a dividere l’Europa da Stettino, sul Mar Baltico, sino al golfo di Trieste e oltre, insistendo per mezzo secolo su tutto il Mare Adriatico fino a renderlo un bacino sostanzialmente sterile al commercio e allo scambio culturale tra la sponda italiana e quella slava, pur separate da una distanza decisamente modesta. Parlando con vecchi isolani si scopre che Tito, leader della ex federazione jugoslava dal dopoguerra al 1980, disincentivò la remota vocazione marinara dell’arcipelago favorendo invece l’arrivo di agricoltori dall’entroterra; furono così allargate le mulattiere e costruite strade sulla dorsale che da Cherso scende a Lussino, ma parimenti entrarono in desuetudine i collegamenti marini tra paesi e villaggi delle due isole maggiori, come pure quelli tra Lussino e i porti italiani.
Oggi la spettacolare, aspra e unica strada di collegamento tra Cres e Losinj dopo la breve traversata Brestova-Porozina è in fase di ampliamento: ancora alta sulla tozza dorsale dell’isola maggiore, con magnifiche vedute d’insieme, vi fervono i lavori per eliminare le salite e le strettoie più insidiose. All’arrivo si troveranno numerose strutture ricettive, tra cui una dozzina di campeggi: noi abbiamo scelto di far base presso il camping Slatina a Cherso e il Poljana a Lussino, servendoci del gommone per le esplorazioni marine che qui offrono una situazione quanto mai godibile.

L’isola di Cres
Procedendo da nord a sud, i centri maggiori di Cres sono la cittadina omonima e i paesi di Valun e Martinscica (Osor, pur trovandosi sull’isola, si può già considerare parte dell’area lussignana).
Con il centro storico armoniosamente fedele al suo passato, inserito in una magnifica insenatura perfettamente riparata dalle tempeste invernali e primaverili a favorire le attività di mare e di pesca e la carpenteria navale Cres richiede una lunga passeggiata per goderne le atmosfere veneziane e i principali monumenti. Racchiusi tra i resti delle antiche mura con torre cilindrica e tre porte rinascimentali, spiccano fra gli altri la chiesa romanico-gotica di Sant’Isidoro e il quattrocentesco Palazzo Petris che ospita il museo civico. Per la sosta diurna in camper ci si può servire di uno dei quattro capienti parcheggi segnalati alla periferia della cittadina; a 3 chilometri dal centro, verso Punta Kovacine, c’è anche l’omonimo campeggio naturista. Nell’area dell’ACI Marina è ben accessibile il distributore di carburante per v.r. e imbarcazioni (lo tenga ben presente chi va per mare, perché l’altro si trova solo a Osor).
Valun, al centro dell’omonimo grande golfo, è deliziosamente raccolta sul mare, ai piedi di una panoramica strada costiera che termina in paese (per questa ragione i veicoli ingombranti, soprattutto nei giorni di punta, vengono fatti fermare in un parcheggio soprastante). Nella chiesa parrocchiale è custodita la Lapide di Valun, preziosissima testimonianza dell’XI secolo che reca una scritta in glagolitico e in latino a riprova della convivenza tra la cultura slava e quella italica.Scendendo verso la costa sud-occidentale, Martinscica deve il nome alla medioevale chiesetta di San Martino ed è ormai un importante paesone di mare con tutti i servizi (e belle spiaggette sassose) in una baia riparata dai venti del nord. Il nuovo ACI Marina e il rilancio del vicino camping Slatina stanno valorizzando turisticamente questa zona che, in direzione sud, può vantare ottimi approdi all’isoletta di Zeca.
Nell’interno, continuando verso Osor, il villaggio di Belej ospita il centro ecologico Caput Insulae da cui parte anche il bellissimo sentiero escursionistico Stoza Tramontana I. La strada principale che attraversa l’isola sfiora il grande lago di Vrana (severamente vietato avvicinarsi al bacino, indispensabile riserva d’acqua potabile dell’arcipelago): si tratta di una curiosa depressione naturale la cui superficie si trova 13 metri sopra il livello del mare, mentre il fondo è di ben 60 metri al di sotto.

Navigando lungo la costa occidentale
Alta e scoscesa, questa costa si presenta con contorni forti e suggestivi, che fuori stagione sono battuti dal maestrale e dal libeccio, ed è ideale per le uscite in gommone. Per raggiungere Cres via mare dal campeggio Slatina procedete per circa 13 chilometri in direzione nord con una prima tappa a Punta Pernat. Belle calette si aprono al fondo dei grandi dirupi: da segnalare in special modo quella di Zanja dove potrete nuotare nella Plava Grota, ovvero la Grotta Blu. La piccola baia si distingue facilmente perché è la prima dalla quale si possono scorgere i tetti di Lubenice, minuscolo centro arroccato a quasi 400 metri di altitudine e pittoresca sede, durante l’estate, di un festival di musica classica (via strada lo si raggiunge in auto o in moto, mentre lo sconsigliamo ai camper soprattutto nei festivi). Stupenda anche la caletta successiva, dedicata a Sant’Ivano e nota come spiaggia di Lubenice, ma di fatto irraggiungibile dal paese se non tramite un sentiero assai ripido. Quindi il promontorio di Zaglav, che disegna ben tre profonde insenature disposte su tre quadranti al riparo da qualunque vento. Da Punta Pernat, in circa 7 chilometri, si raggiunge Cres tagliando il golfo di Valun, che al di là del paese non presenta particolari motivi d’interesse a parte l’insenatura di Draga Nedomisje, frequentata da velieri e altri natanti da diporto.
Andando nella direzione opposta, cioè verso sud, se il mare è tranquillo e si dispone di un fuoribordo da 25 o più cavalli si può compiere un fantastico anello di un’intera giornata fermandosi nelle cale più belle per i bagni e visitando con comodo, dopo aver ormeggiato, Martinscica e Osor (non senza gustare l’eccellente cucina di pesce delle gostioniche sul mare). Dal campeggio si punta direttamente all’isola di Zeca raggiungendo, in circa 5 chilometri, il grande ridosso sulla costa che guarda il mare aperto (è opportuno rallentare in avvicinamento e sollevare leggermente il motore a causa delle acque molto basse nel passaggio tra l’isola e lo scoglio prospiciente la spiaggia). All’arrivo, sulla solitaria spiaggia di sassi, troverete ameni ripari in legno e probabilmente un simpatico asino (appartenente a un contadino, forse l’unico abitante dell’isola) che va sempre incontro ai gommonauti in cerca di leccornie. Ripresa la navigazione, si procede direttamente per Punta Osor, estrema propaggine settentrionale dell’isola di Lussino: sono circa 5 chilometri di traversata in mare aperto puntando la gigantesca sagoma dell’Ossero, il monte più alto di tutto l’arcipelago. Ancora 5 chilometri di costeggiamento per raggiungere Osor: anche qui molte cale, ma le più degne di nota sono le ultime due profonde insenature prima del paese. Per il rientro da Osor a Martinscica le distanze sono più o meno le stesse, ovvero una quindicina di chilometri (ma molti di più se, come facciamo noi, ci si infila in tutti i possibili anfratti della costa); da segnalare la grandissima baia di Ustrine, che prende nome dal paese sovrastante e presenta diversi ridossi e insenature, dove ormeggiano anche velieri e grandi barche.L’isola di Losinj
Pur trovandosi nell’alto Adriatico e proiettata verso il mare aperto, Lussino presenta un clima spiccatamente mediterraneo con estati calde e inverni miti grazie a una corrente marina e all’elevato grado di insolazione, mentre i forti venti dell’alto Quarnaro arrivano qui abbastanza attutiti. Queste condizioni geoclimatiche indussero la corte viennese, nella seconda metà dell’Ottocento, ad eleggere l’isola e in particolare il centro di Losinj come luogo privilegiato di soggiorni di benessere; da stazione di cura a meta turistica il passo fu breve e il primo hotel, il Vindabona, fu fondato nel 1887. Di pari passo cresceva e si affinava l’offerta di qualità nel contesto ambientale e paesaggistico, anche per merito di scuole nautiche e cantieri che coltivavano la formazione di valenti capitani e armatori (rimangono nella storia della navigazione i nomi dei lussignani Vidulich, Cosulich, Petrina, Craglietto, Straulino). Una curiosa conseguenza, tuttora ben visibile, fu la moltiplicazione esponenziale delle tipologie vegetali: a ogni ritorno dalle loro esplorazioni nei mari di tutto il mondo, gli equipaggi arricchivano la casa e le cittadine di varie specie di piante esotiche e ornamentali. La comparsa delle navi a vapore, iniziando a oscurare la fama velica degli isolani, diede infine la spinta decisiva per investire i maggiori sforzi sull’accoglienza turistica: dal 1886 gli austriaci iniziarono quindi lo straordinario piano di abbellimento e rimboschimento di Lussinpiccolo piantando soprattutto due conifere adatte a questi terreni, il Pinus paroliniana e il Pinus halepensis di cui attecchirono non meno di 200.000 esemplari dei 300.000 messi a dimora.
Osor, l’antica Asporos, è sito storicamente strategico soprattutto dopo lo scavo della Cavanella, il canale artificiale che divide le isole di Cres e Losinj mettendo in comunicazione Quarnaro e Quarnarolo (profondo 3 metri e largo 10, è dotato di ponte mobile che si alza alle ore 9 e alle 17 per il passaggio delle imbarcazioni). Il centro storico ancora cinto da mura risale al XV-XVI secolo e vanta numerosi edifici monumentali, tra cui il palazzo municipale, il vescovado, la splendida cattedrale e la loggia coperta con annesso museo; ma l’intero abitato è una sorta di museo all’aperto perché l’assetto urbanistico – ancora contenuto e dall’impostazione originaria – mescola tracce di diversi periodi ed è impreziosito da opere d’arte en plein air e dai classici concerti estivi (quest’estate, nella chiesa maggiore, si tiene la trentesima edizione del Music and Theatre Festival).
A Nerezine, nota per la carpenteria navale in legno, pittoresca è la zona del porticciolo con l’insieme del paese vecchio che offre il convento dei Frati Minori con chiostro e porticato, chiesa in pietra bianca levigata, camposanto e un abbandonato maniero.
Nella località di Cunski, sopra una collinetta attraversata dalla statale, un antico torchio a mano ancora funzionante (occorrono cinque uomini per muovere la macina) è il pezzo forte di una sorta di museo dell’archeologia contadina in cui si possono seguire tutte le fasi della lavorazione delle olive, dalla raccolta alla spremitura.
In una decina di chilometri si scende a Mali Losinj, ovvero Lussinpiccolo: il salotto dell’arcipelago è ben rappresentato dalla sua piazzetta portuale di forma triangolare, recentemente lastricata in pietra e ora isola pedonale, che costituisce l’approdo naturale della stupenda insenatura protetta, larga un chilometro e lunga 6; le due rive sono ingentilite dalle palme e dalle facciate delle case dipinte nei tenui colori dell’Istria.
Da non perdere, con una salutare camminata o un’uscita con il natante, la baia di Cigale con la sua meravigliosa pineta dove gli alberi sfiorano l’acqua. Tra le residenze della Belle Époque, splende l’asburgica Villa Carolina che fu forse il luogo dei convegni d’amore tra l’imperatore Francesco Giuseppe e l’attrice del Burgtheater di Vienna, Katharine Schratt. Sul promontorio a sud (proprio di fianco a una gostionica affacciata sul mare), sorveglia l’ingresso della baia la chiesa dell’Annunciazione, in cui i marinai lussignani deponevano i loro ex voto.Come sospeso fra il mare e la terra, Veli Losinj è il vero centro antico dell’isola: nell’insenatura del porticciolo, una vera bomboniera riparata al meglio dalle sferzate della bora, si specchiano la torre veneziana del 1455 (oggi museo e centro espositivo dedicato alla storia della marineria isolana), la chiesa di Sant’Antonio Abate con sfarzi barocchi e la più preziosa galleria artistica delle isole – realizzata soprattutto con le donazioni del capitano Gasparo Craglietto – con lo stupendo dipinto quattrocentesco Madonna e Santi del Vivarini e altri di discepoli del Tiziano.

Navigando nel Quarnaro lussignano
Da non perdere innanzitutto è l’isoletta di Susak, dalla strabiliante conformazione: sulla roccia a pelo d’acqua si ergono muraglie e colline di sabbia, formatesi nei millenni, alte fino a 80 metri. Sulla rena prosperano così i canneti ma anche le viti, ingegnosamente coltivate a terrazze dagli agricoltori isolani. Nelle giornate chiare Susak è ben visibile dalla costa occidentale di Losinj fino a distinguere le case dell’unico abitato, e si naviga dunque a vista per 10 chilometri da Lussinpiccolo tenendo a riferimento il paesino. Nei pressi di questo e di Punta Arat, all’estremità orientale, c’è la baia più bella e frequentata: Luka Dragoca, con fondo sabbioso e acque trasparenti. Consigliabile anche il periplo dell’isola per ammirarne la natura selvaggia, sostando con il natante a sud e a ovest nei tre ridossi di Tijesni, Suzanski e Porat). Nel paese basso, sul mare, alcune trattorie vi offriranno pesce fresco e l’originalissimo, famoso e buon vino di Sansego, che trae il suo peculiare sentore dalla composizione del terreno e dall’accentuata salinità dell’aria.
Le Canidole, Vele Srakane e Male Srakane, sono invece gli isolotti stretti e allungati posti tra Lussino e l’isola di Unije; sul più grande, dove anticamente sorgevano fortilizi di avvistamento per la difesa di Lussino, si segnala il caratteristico villaggio.
L’avvicinamento alle Canidole serve perlopiù come tappa per raggiungere appunto Unije, dirimpetto alla costa lussignana dominata dal monte Ossero. Il versante orientale, caratterizzato anche da macchia mediterranea e sempreverdi come lecci, corbezzoli e mirti, è quello più vocato alla fruizione marina, con tre magnifiche insenature che penetrano in profondità; la più meridionale, quella di Maracol, offre una sorta di parcheggio nature a yacht e barche a vela, con grandi boe in fila, ma anche un moletto dove si può attraccare con il gommone. Messo piede a terra, uno stradello cementato di circa un chilometro scollina fino all’unico paese in cui si potranno immancabilmente assaggiare le specialità locali al ristorante o nella gostionica.
Da qui, ripreso il mare, si può rientrare a Lussino procedendo in direzione est fino a Punta Kolo e alla riparata insenatura di Tomozima; nei pressi si trova una minuscola caletta ghiaiosa ai piedi di una lussureggiante forra. Più a sud c’è il bel mare nei pressi di Punta Liski, e nell’omonima baia non manca un villaggio con trattoria. Infine, a poche centinaia di metri dall’ingresso nell’insenatura di Lussinpiccolo, merita una puntata la storica baia di Artatore, profondo riparo di grandi natanti per una pausa o in caso di burrasche di bora o di maestrale.

Navigando nel Quarnarolo
Il golfo di forma stretta e allungata che separa le due isole principali del nostro itinerario è un’altra delle aree in cui la piccola navigazione si esprime al meglio. Chi si trova a Losinj coprirà facilmente in gommone i 6 chilometri del braccio di mare fino a Punta Suha e Punta Kriza, un luogo di pace assoluta all’estremità meridionale di Cres in un paesaggio di radure, pinete e macchia mediterranea con alcuni campeggi ben collocati; il Quarnarolo, infatti, si raggiunge senza difficoltà dalla laguna di Mali Losinj grazie a un canaletto artificiale costruito nel 1936 (il ponte stradale mobile apre qui il passaggio per le barche alle ore 9 e alle 18). L’escursione marina potrebbe anche riservare qualche incontro con i delfini, l’unica popolazione residente finora conosciuta nelle acque croate con circa 120 esemplari.Proseguendo verso sud, 5 chilometri al largo di Veli Losinj, si notano i due isolotti di Oruda e Palacol: vale la pena raggiungerli per fermarsi nella rada, particolarmente suggestiva, tra la parte meridionale di Oruda e un grande scoglio dove le acque basse permettono di camminare su una sabbia di insolita grossezza; mentre a Palacol vedrete i ruderi di un antico monastero probabilmente abbandonato perché la modesta quota di emersione lo rendeva troppo esposto a tempeste e maree.
All’estremità sud-orientale di Lussino, ecco quindi lo stupendo arcipelago delle Orjule. Particolarmente ambite le coste dell’isola più piccola, Mali Orjule, per i giochi di colore del mare e il bel ridosso – consigliato per siesta e bagno – tra Punta Cirka e Punta Glavicina. Ma se volete rifocillarvi raggiungete Ilovik, l’Isola dell’Asinello, la più meridionale dell’arcipelago: splendido e molto frequentato l’approdo nel canale che la separa dalla dirimpettaia Sveti Petar, con ormeggio per i gommoni nei tanti moletti organizzati dai ristoranti e dalle gostioniche. L’Asinello è anche chiamata l’Isola dei Fiori perché nel villaggio di pescatori noterete le semplici case addobbate da piante multicolori, eucalipti e piccole vigne; proseguendo il giro lungo costa, da non perdere un tuffo nella grande cala di Parzine dall’invitante fondale sabbioso. Su Sveti Petar si stagliano, tra una folta vegetazione, gli splendidi resti dell’abbazia e della chiesetta benedettina risalente all’XI secolo (al suo interno vi si trova tuttora il cimitero degli abitanti di Ilovik).
Da qui, cambiando strada per il ritorno, potrete scoprire la costa meridionale di Lussino affacciata sul Quarnaro. Da Punta Kornu, prima di giungere a Cigale e Lussinpiccolo, attraverserete uno splendido carosello di baie, promontori e ridossi, tra natura incontaminata e fitta vegetazione di macchia e pineta: meritano la citazione almeno le cale di Plijeska, piccola e riparata, quella di Balvanida (con cucina…), quella di Krivica, lungo fiordo e battutissima area di sosta on the sea e per concludere Suntarini, con godibile spiaggia di ghiaia.

Il monte Ossero, dalla vetta al mare
Dopo tante escursioni sull’acqua, arriva il momento di rimettere i piedi per terra e di dirigersi verso uno degli uffici di informazione turistica, dove potrete trovare utilissime cartine: in particolare quella dell’Osorscica, ovvero il comprensorio del monte Ossero, nella quale sono illustrati i sentieri che da Osor e Nerezine conducono sul massiccio. Con uno sviluppo di una decina di chilometri, l’imponente rilievo domina il paesaggio di tutta la parte settentrionale di Lussino: la via più semplice per arrivare in quota parte da Neresine, in 5 chilometri e mezzo sale ai 558 metri della cima di Sveti Nikola con l’omonima chiesetta e infine, con un’altra mezz’ora di cammino, raggiunge il Televrina che con i suoi 588 metri è il punto più alto dell’arcipelago.
Un altro folder è invece dedicato alle passeggiate e ai sentieri dell’isola, con tre gruppi di percorsi che coprono praticamente tutto il territorio di Lussino: camminate lungomare, tracciati facili o più impegnativi con dettagliati tempi di percorrenza tra un sito e l’altro e le fermate degli autobus pubblici. Scoprirete così che tutte le cale degli itinerari nautici sono raggiungibili anche attraverso suggestive escursioni: ed è l’ultima delle sorprese di questo meraviglioso arcipelago.

PleinAir 396/97 – luglio/agosto 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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