Conosci l'Umbria?

Il cuore verde batte ancora. Nel centro geografico della Penisola, comodamente raggiungibile da ogni parte d'Italia, l'Umbria è da sempre una delle mete più apprezzate dai viaggiatori italiani e stranieri, talmente conosciuta da chiedersi se valga la pena riparlarne. Ma per i cultori del turismo secondo natura le sorprese non finiscono mai.

Indice dell'itinerario

Per vedere le colline dell’Umbria, centinaia di migliaia di persone si mettono in viaggio ogni anno da tutti i paesi del mondo. Ma l’Umbria non è fatta soltanto dai dolci profili dei colli. Accanto ai confini della regione, accolgono il visitatore fiumi e laghi. Dal Trasimeno a Piediluco e dal Tevere al Nera, il volto ‘acquatico’ dell’Umbria è una prima sorpresa che vale la pena conoscere.
Poi ci sono le montagne. Alle spalle degli oliveti del Trasimeno, della Valle Umbra e di Todi, rocce, forre e altipiani disegnano un paesaggio spettacolare e severo, completamente diverso da quello che ha reso celebre la regione nel mondo. Da Norcia, la patria di San Benedetto, si sale agli altipiani di Castelluccio e ai duemila e più metri dei Sibillini. Da Spoleto e da Gubbio, da Gualdo Tadino e da Assisi si raggiungono invece le vette del Subasio e del Monte Fionchi, della Serra Santa e del Monte Penna, dei Monti Martani e di quel Monte Cucco che ospita una delle grotte più profonde (990 metri!) d’Italia.
Per proteggere questo patrimonio naturale si lavora da tempo. Avviato nel 1995 ed esteso su 71.437 ettari, il Parco Nazionale dei Sibillini è il solo dell’Umbria, e interessa anche le province marchigiane di Ascoli Piceno e Macerata. All’intervento dello Stato, negli anni Novanta, si è affiancata anche l’attiva politica delle aree protette messa in atto dalla Regione Umbria.
Uno dopo l’altro, sono stati istituiti i Parchi Regionali del Lago Trasimeno (13.200 ettari), del Monte Subasio (7.442 ettari), di Colfiorito (338 ettari) e di Monte Cucco (10.480 ettari) e i Parchi Fluviali Regionali del Tevere (7.295 ettari) e del Nera (2.120 ettari). All’interno di queste aree protette operano le Oasi di Colfiorito e di Alviano (entrambe gestite dal WWF), e quella di La Valle di cui si occupa Legambiente.
Anche in Umbria, insomma, è possibile appostarsi con il binocolo per vedere folaghe, anatre e aironi, passeggiare sulla neve in cerca delle tracce del lupo, esplorare boschi di leccio e di faggio, inoltrarsi nelle radure e nei pascoli per osservare le splendide fioriture della primavera: uno spettacolo che in montagna si prolunga sino alla fine di giugno.
E l’osservazione della natura è solo un modo di accostarsi ai parchi dell’Umbria. Chi preferisce una vacanza più attiva può affrontare i sentieri segnati presenti un po’ ovunque nella regione (le zone più battute sono i Sibillini, il Monte Cucco, le alture a portata di mano da Spoleto), traversare l’intera regione lungo i segnavia del Sentiero Italia e dell’E1, affrontare i molti circuiti possibili in bicicletta o in mountain bike (la zona migliore è il Trasimeno), affidarsi alle numerose organizzazioni che propongono escursioni a cavallo.
La vela, il windsurf e la canoa si praticano su tutti i laghi, mentre a Piediluco è in funzione un importante centro di canottaggio. Sulle “acque bianche” del Nera, a valle della cascata delle Marmore, si può affrontare l’emozionante esperienza del rafting.
Chi preferisce la roccia può arrampicarsi sulle pareti calcaree di Ferentillo o di Pale, o affrontare le rocce dolomitiche del cuore dei Sibillini. D’inverno i piani di Castelluccio e le carrarecce di molti massicci minori offrono splendidi itinerari con gli sci da fondo ai piedi.
Tre attività, però, hanno con il “cuore verde” d’Italia un rapporto assolutamente speciale. La prima è il volo libero in parapendio o in deltaplano, che ha negli altipiani di Castelluccio e nei pendii del Monte Cucco dei terreni di gioco straordinari, frequentati da appassionati provenienti da ogni parte d’Europa.
Altrettanto tipiche dell’Umbria sono la speleologia e il torrentismo. La prima, che si pratica soprattutto sul Monte Cucco (dov’è in funzione il Centro Nazionale di Speleologia di Costacciaro) ha a disposizione molte altre caverne sparse nella regione. Il secondo permette a chi lo pratica di addentrarsi nelle forre della Valnerina, di Riofreddo e di Prodo ammirando inconsueti spettacoli di acque e rocce. Apposite scuole consentono di accostarsi a tutte queste spettacolari attività.

PleinAir 323 – maggio 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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