Come prima, più di prima

Dopo dieci anni siamo tornati a Rovigno per ripercorrere le strade della città vecchia, riscoprire in bicicletta la rigogliosa riviera ed esplorare col gommone le meraviglie della costa.

Indice dell'itinerario

Dalle piazzole fronte mare del nostro camping scorgiamo l’isoletta di Figarola e la folta pineta della Punta Muca che contornano la scenografica prospettiva del centro di Rovigno, aggrappato attorno all’altissimo campanile. Non è consueto ammirare una cittadina con valori architettonici e urbanistici così ben rappresentati e diffusi, senza sostanziali manomissioni. Oltretutto, il nucleo antico è una magnifica isola pedonale.
Sull’antico isolotto le caratteristiche, altissime case del versante a nord devono fronteggiare, sul golfo aperto, le sferzate di maestrale, tramontana e bora; quelle più basse, nella zona sud, sono addossate con magnifici grovigli di tetti e camini. Per vicoli stretti e ripidi si sale alla basilica di Sant’Eufemia; a cominciare dalla turistica e pittoresca Via Grisia, lunga sinclinale urbana che nella domenica di Ferragosto diventa un’autentica mostra d’arte all’aperto.
Sulla sommità del colle, ecco la chiesa con l’eccezionale campanile di 60 metri, e la statua bronzea della santa, che ruota indicando la direzione dei venti. La leggenda narra che 1200 anni fa il sarcofago coi resti mortali della protettrice di Rovigno approdò misteriosamente sulle rive cittadine; la grande festa patronale si svolge il 16 settembre.
Fuori dalla città vecchia, splendida l’antica Via Carrera, dal lustro selciato a schiena d’asino; il “salotto” cittadino, compreso tra Via Garibaldi, le piazzette Tito e Pignaton, Riva Budicin e Riva Rismondo, è palcoscenico degli eventi dell’Estate Rovignese. Notevoli anche il convento francescano e il battistero della Santissima Trinità; interessanti il Museo Civico (colonia artistica di pittori rovignesi, mostra d’arte moderna, collezioni archeologiche, biblioteca con rarità editoriali) e l’Acquario.

In bici e a piedi
Dalla zona dei campeggi della Val de Lisso, una bella pedalata lungomare di tre chilometri conduce al centro storico. Il tratto più bello e romantico per un’escursione in bici o una salutare camminata è lo stradello che dalla zona portuale dell’ACI Marina di Rovigno costeggia il promontorio di Punta Montauro e di Punta Corrente e quindi, sinuosamente, oltrepassa Punta Scaraba e Cuvi. L’area è dominata da fitti boschi di conifere, con macchia ricca di cedri, lecci, cipressi, ginepro, corbezzolo, melograno.
Dopo il Villaggio Rubin, il percorso si interseca con strade più interne, e oltrepassate le zone dei campeggi meridionali (Polari e Vestar) si ritorna sul mare nei pressi di Baia Cisterna e nelle calette che contornano Punta Gustigna; dietro al promontorio di Gustigna si apre la riserva ornitologica della palude di Palù, pittoresco ambiente caratterizzato da acqua salmastra e lussureggiante vegetazione.
A 23 chilometri dalla città, sulla strada per Canfanaro, sorge la città medioevale di Duocastelli, abbandonata nel VII secolo; fra vigneti e oliveti si notano le antiche casite, casolari di campagna in pietra dal tetto conico, caratteristiche di questo paesaggio istriano.

La costa e le isole
Punta Barbariga è a metà strada tra Pola e Rovigno: con quest’ultima, delimita una costa veramente selvaggia, poiché le principali strade di comunicazione camminano ben più all’interno e non ci sono che alcuni piccoli nuclei abitati. Oltrepassato Porto Vestre (grande ridosso, sede anche del campeggio Vestar), tra Baia Cisterna e Punta Gustigna, ecco sul mare due deliziosi isolotti: le Due Sorelle (Dvije Sestrice), meta della “siesta” dei natanti. Se il mare lo consente (il ritorno a Rovigno è sopravento maestrale), raggiungendo Barbariga si apprezzeranno coste solitarie con approdi sia ghiaiosi che rocciosi, nonché tratti segnati dalla verde presenza di canneti. Bellissimo il bagno dal gommone nel mare prospiciente la spiaggia di Barbariga, ove le rocce bianche dei fondali e la trasparenza dovuta alla forte corrente regalano suggestioni caraibiche.
Davanti a Rovigno si estende una collana di piccole perle: è l’arcipelago di 14 isole che punteggiano il mare rovignese, circondate da acque calde e cristalline.
La più vicina, tanto addossata al porto che i rovignesi la considerano quasi una proiezione cittadina, è la grande isola di Santa Caterina; sito verdissimo (450 specie di piante, tra cui conifere, cipressi, cedri, rosmarino, oleandri), con stradine lastricate e il Castello Milewski, lussuoso complesso alberghiero.
Dalla Punta Corrente (il grande promontorio boscoso a sud dalla città vecchia) si allineano verso il mare aperto le isole di Sant’Andrea, Sturago, San Giovanni e San Giovanni in Pelago (grande scoglio con faro). L’ isola di Sant’Andrea (Crveni Otok) è costituita da due isolotti uniti da un istmo, con insenature protette per l’attracco; è sede di due alberghi, ma soprattutto del castello che ospita il museo marittimo. Sul versante sud dell’isola di San Giovanni c’è l’insenatura preferita per la siesta e il bagno dei gommonauti; tra la pineta e la macchia spunta un piccolo campanile di inconfondibile impronta veneziana.
Un altro approdo assai battuto dai navigatori è l’isoletta di Figarola, con accogliente pineta e mare trasparente.
A nord della Val de Lisso si apre sul mare lo spettacolare canale di Leme (Limski Kanal), fiordo che penetra nella penisola istriana per una decina di chilometri e si esaurisce in una forra boscosa e lussureggiante. Riserva marina, per alcune miglia offre la navigazione tra alte pareti, rocce spettacolari e qualche ardita grotta. Quindi il traffico nautico privato è fermato da cartelli che segnalano la presenza di vivai di pesci e molluschi.

PleinAir 360/361 – luglio/agosto 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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