Com'è verde questa valle

Lungo il corso del fiume Spey si snoda una delle più affascinanti strade turistiche della Scozia: per un pleinair integrale che abbina il veicolo o la tenda agli scarponi da trekking, alla mountain bike, al cavallo, alla canoa...

Indice dell'itinerario

La Scozia sembra non voler mai finire di stupire i suoi tanti estimatori, e non a caso lo scorso anno è stata completata la quarta, ricchissima Long Distance Route che permette di scoprire le meraviglie di un angolo poco conosciuto di questa esaltante regione della Gran Bretagna. Si tratta della Speyside Way, un itinerario a tappe lungo 135 chilometri che segue il corso del fiume Spey dalla foce, vicino al paese di Buckie, fino ad Aviemore e Tomintoul nel cuore del Cairgorms National Park.
Per effettuare il tracciato interamente a piedi s’impiegano da 5 a 7 giorni, fermandosi per la notte nelle numerose strutture ricettive lungo il percorso e con la possibilità di effettuare l’itinerario in entrambi i sensi (anche se forse è più agevole partire dalla foce del fiume e seguire il sentiero verso l’interno da nord a sud). Noi abbiamo preferito spostarci con il veicolo effettuando alcuni dei tratti più belli a piedi, in bici, a cavallo o in canoa: una settimana a zonzo tra boschi e campagne, castelli e paesini, distillerie e centri naturalistici, con il supporto di un’organizzazione turistica forte di numerose strutture di servizio e ricettive (compresi numerosi campeggi situati proprio lungo il percorso).
Da qualunque direzione si provenga, l’accesso privilegiato a questa zona è la A9 che collega Inverness a Perth. Con una breve deviazione sulla A86 incrociamo l’alto corso dello Spey per la prima tappa d’obbligo a Newtonmore: il suo Highland Folk Museum (di cui un’altra sezione si trova a Kingussie) è l’ideale per iniziare il viaggio, specialmente se si visita la Scozia per la prima volta. Qui si entra in una sorta di macchina del tempo che trasporta il visitatore nella tradizione rurale scozzese dal Seicento al Novecento, compreso un piccolo villaggio del XVIII secolo fatto di capanne di torba. Tutto è stato ricostruito alla perfezione: personaggi in costume d’epoca rievocano momenti di vita quotidiana, lavori e attività di una tipica fattoria, e tutto è proposto con tanto realismo che all’interno della scuola di campagna il maestro potrebbe persino infliggervi qualche lieve bacchettata sulle dita se non rispondete a dovere alle sue domande.
Basta percorrere pochi chilometri per un incontro ravvicinato con la fauna scozzese all’Highland Wildlife Park, una sorta di zoo nel quale ci si sposta con il veicolo osservando gli animali caratteristici della regione, compresi alcuni quasi estinti a causa dell’azione dell’uomo. In vasti recinti vivono allo stato semibrado gruppi di mufloni, linci, lupi, cervi, cavalli Przewalski, bisonti europei, gatti selvatici, lontre, cinghiali, gufi reali. Nel vicino Loch Insh, alimentato dallo Spey, è possibile noleggiare canoe canadesi per esplorare dall’acqua i dintorni: il fiume in questo tratto scorre lentamente offrendo la possibilità di avvistare numerose specie di uccelli, soprattutto anatidi.
Costeggiando il lago si giunge alla B970, una strada di scarso traffico dagli incantevoli paesaggi che taglia i boschi del parco della Inshriach Forest arrivando fino a Coylumbridge; qui inizia la salita verso il Glenmore Forest Park e, ancora più in alto, alla Cairgorms Ski Area e ai sentieri da trekking dell’area protetta. Al bivio s’incontra il Rothiemurchus Visitor Centre, un’enorme proprietà privata che da 450 anni appartiene alla famiglia Grant i cui discendenti gestiscono personalmente l’attività: la tenuta è in gran parte ricoperta da foreste e anche qui si possono osservare animali, fare escursioni a piedi e in bici e pescare nei corsi d’acqua e nel Loch an Eilein, con un’isoletta sulla quale sorge un piccolo castello vecchio di seicento anni. Renne, falchi e mucche
Saliamo ora al Glenmore Forest Park, un’altra vasta zona boschiva ideale per il pleinair leggero: al suo interno si snodano decine di bellissimi tracciati da percorrere a piedi e in mountain bike ammirando le ampie macchie boschive in cui prosperano i pini di Caledonia, pianta indigena britannica scomparsa altrove e che in questa zona presenta gli esemplari più antichi e imponenti dell’intero paese. Più su ancora si apre la tundra dei monti Cairgorms (agosto è il mese delle fioriture dell’erica rosa), nuovamente abitata dalla renna reintrodotta qualche anno fa a seguito di un progetto seguito dal Cairgorms Reindeer Centre, la cui sede si trova vicino al centro visite della Glenmore Forest. Una breve escursione guidata conduce nell’immenso recinto che ospita la mandria costituita da una cinquantina di femmine, dai loro piccoli e da alcuni giovani maschi, alimentati con uno speciale mangime; anno dopo anno vengono liberati in natura alcuni esemplari adulti che si ritengono ormai ambientati e capaci di nutrirsi da soli. Tutti i partecipanti alla visita aiutano gli operatori del centro a foraggiare questi docili animali, che sono tanto abituati alla presenza dell’uomo da prelevare il cibo direttamente dalle mani: un’esperienza da non perdere, davvero insolita e commovente.
La strada asfaltata continua fino alla funicolare della stazione sciistica di Cairgorms Mountains, che in soli 8 minuti conduce a un ristorante con terrazza panoramica a 1.097 metri di altitudine. Qui i monti sono attraversati da sentieri adatti solo agli esperti, a meno di non volerli affrontare partecipando a escursioni guidate.
Tornati a fondovalle lungo la strada che segue la riva destra dello Spey si raggiunge Boat of Garten, forse il più bel paesino di tutto l’itinerario, dove chi ha il pollice verde non mancherà di visitare i giardini botanici degli Auchgourish Gardens & Arboretum. Ben più curiosa l’esperienza che si può vivere all’Osprey Center nella vicina Abernethy Forest Nature Reserve, raggiungibile dal villaggio in circa un’ora seguendo un sentiero fra i boschi: dal centro visite si arriva in breve nei pressi del Loch Garten dove, grazie a binocoli a disposizione del pubblico, si può osservare un nido di falco pescatore e seguire ciò che avviene al suo interno grazie a una speciale telecamera a circuito chiuso con un potente teleobiettivo.
AGrantown-on-Spey, uno dei centri principali dell’itinerario, chi ha a disposizione le mountain bike (noleggiabili anche sul posto, come nel nostro caso) può percorrere in sella un tratto della Speyside Way e un bel sentiero nelle boscose colline circostanti. Gran parte del tracciato che costeggia il fiume segue quello di un’antica ferrovia da tempo in disuso, lungo la quale si incontrano di frequente dei pescatori di salmoni: lo Spey è infatti suddiviso in concessioni di pesca gestite dai proprietari dei terreni o da operatori specializzati che le ottengono in affitto (chi vuole cimentarsi nell’arte del fly fishing, ovvero la pesca a mosca, sappia che da giugno ad agosto è tenuto a pagare una cifra che si aggira intorno ai 290 euro al giorno…).
Poco più a nord è d’obbligo una sosta al castello di Ballindalloch, una residenza nobiliare dalle magiche atmosfere che si può visitare per intero nonostante sia abitata dai proprietari, i Macpherson-Grant, che in questa grande tenuta hanno creato con sapienti incroci la nota razza di bovini da carne Angus. Sulla A95, nei pressi del bivio che conduce al maniero, si notano alcune grandi pietre infisse nel terreno: di tali menhir preistorici, com’è noto, se ne trovano centinaia in tutta la Scozia. Distillato di Scozia
Vale la pena fare una deviazione lungo la B9008 per visitare la Glen Livet Estate, attraversata dal cosiddetto spur della Speyside Way (un braccio laterale del percorso che raggiunge il paesino di Tomintoul). Questa grande proprietà appartiene alla Corona, ma gli utili provenienti dalle attività di allevamento, forestazione e agricoltura vanno all’erario d’Inghilterra: l’area, particolarmente suggestiva, è servita da sentieri e percorsi turistici che si sviluppano fra le colline, e non ci lasciamo sfuggire l’occasione di partecipare a una passeggiata a cavallo lungo il corso dell’Avon, un affluente dello Spey.
Continuando a scavalcare le montagne verso sud, si toccano luoghi cari ai reali inglesi: primo fra tutti il paesino di Ballater, dove si trova la stazione ferroviaria in cui la regina Vittoria in arrivo da Londra si fermava per raggiungere in carrozza il vicino castello di Balmoral, utilizzato come residenza estiva. Poco oltre, la straordinaria Mar Lodge Estate (acquistata alcuni anni fa dalla National Trust of Scotland, una fondazione che si occupa della conservazione della natura) è una bellissima area che comprende la fascia sud-orientale dei monti Cairgorms, coperta da grandi foreste di pini di Caledonia e solcata da numerosi fiumi; eccezionale anche la rete di sentieri, che si avvalgono di varie infrastrutture turistiche.
Facciamo ritorno sulla Speyside Way toccando il piccolo e ben restaurato Corgarff Castle per poi dirigerci ad Aberlour: in questo delizioso paesino si trova una delle tante distillerie di whisky che rendono la Scozia una meta imperdibile per gli estimatori. A Craigellachie si trova invece la Speyside Cooperage, l’unica fabbrica del genere ancora funzionante in Inghilterra, dove vengono costruite e riparate le botti utilizzate da tutte le distillerie scozzesi: vedere all’opera i mastri bottai è davvero uno spettacolo.
A Rothes si incrocia uno dei tratti più belli dell’itinerario, con un comodo sentiero che costeggia il fiume, in un ambiente di boschi che ne vestono le rive e di ampie distese di campi e pascoli. Da qui sino alla foce lo Spey scorre placido in pianura e il tratto terminale è protetto da una riserva naturale, nella quale è situato il Moray Firth Wildlife Centre: oltre a visitare una mostra sulla fauna locale, qui ci si può iscrivere alle escursioni in mare su gommone organizzate dallo stesso centro per osservare delfini, balene, foche e uccelli marini; in alternativa, quattro operatori locali propongono uscite in motobarca o a vela.
Siamo così giunti al Mare del Nord, dove si conclude la nostra esplorazione dello Spey. Da qui, per il ritorno o per proseguire l’itinerario, non c’è che l’imbarazzo della scelta: ma si farà fatica a lasciare questa magica valle, le sue antiche magioni nobiliari, la sua natura così ricca e varia, i caratteristici villaggi dalle case in mattoni rossi e la genuina cordialità di un popolo orgoglioso del suo patrimonio di cultura e di tradizione.

PleinAir 394 – maggio 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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