Città della Pieve, dal viola al giallo

A ottobre le giornate dedicate allo zafferano sono lo spunto per un finesettimana d’autunno a Città della Pieve, uno dei borghi più affascinanti dell’Umbria

Indice dell'itinerario

Originaria dell’Asia Minore e fino al Medioevo conosciuta come croco, la pianta dello zafferano era già nota nell’antichità e fu utilizzata a scopo tintorio, cosmetico, gastronomico e farmacologico da Egizi, Greci e Romani (si credeva avesse anche effetti afrodisiaci). Il croco viene citato nell’Iliade di Omero accanto al loto e al giacinto, tra i fiori del letto di nuvole di Zeus; nella mitologia greca Crocus era invece il nome del bellissimo giovane che s’innamorò della ninfa Smiliace, protetta dal dio Ermes, il quale per gelosia trasformò il ragazzo in un bulbo. Ma come si inserisce nella storia di Città della Pieve? Andiamo a scoprirlo!

I caratteristici fiori dello zafferano appena colti

Il termine zafferano deriva dall’arabo zaafaràn, ossia giallo, ed è riferito al colore dorato della spezia ottenuta dagli stimmi del fiore che è violetto. In Europa la coltivazione dello zafferano si diffuse intorno al X secolo, mentre in Italia arrivò circa trecento anni dopo grazie a padre Santucci, un frate che portò dalla Spagna alcuni bulbi per piantarli in Abruzzo.

Nel territorio di Città della Pieve la produzione del croco è documentata fin dal 1279, quando nello Statuto di Perugia se ne fa esplicito riferimento indicando anche alcune regole di tutela della coltura locale, come il divieto di semina della pianta da parte dei forestieri.

Lo zafferano a Città della Pieve

L’importanza dello zafferano nell’economia pievese crebbe nel corso dei secoli, tanto che gli statuti locali del Cinquecento contenevano varie ordinanze atte a regolarne la coltivazione e il raccolto, quest’ultimo sottoposto a tassazione in base alla quantità.

A quei tempi la preziosa sostanza, ricavata dagli stimmi essiccati del fiore, era utilizzata soprattutto nella tintura di panni e filati di seta, velluto e lana (per la cui produzione Città della Pieve era famosa fin dal XIII secolo), mentre nella pittura rinascimentale era probabilmente usata come colorante naturale.

In epoca moderna la reintroduzione della coltura nel borgo umbro si deve all’agronomo Alberto Viganò, che sul finire degli anni Settanta del secolo scorso impiantò nei suoi terreni dei bulbi della pianta provenienti dalla Spagna (come aveva fatto l’abate Santucci circa settecento anni prima), dando vita a un’esperienza che con il tempo ha coinvolto altri coltivatori della zona.

Dal 2002 questi ultimi sono riuniti nel consorzio denominato Il Croco di Pietro Perugino, che raccoglie attualmente una trentina di produttori distribuiti nel territorio compreso fra l’Alto Orvietano e il Lago Trasimeno, con lo scopo di tutelare e promuovere la produzione locale della spezia garantendone la qualità, la tracciabilità e la sua commercializzazione.

Prodotti allo zafferano

Le Giornate Valorizzazione Zafferano

Proprio in quest’ambito s’inseriscono le Giornate Valorizzazione Zafferano, organizzate ogni anno a ottobre dal Consorzio in collaborazione con il Comune di Città della Pieve. Hanno luogo fra le vie del centro storico e offrono ai visitatori un weekend all’insegna di mostre mercato, laboratori, degustazioni e visite guidate ai campi di coltivazione, con possibilità di partecipare al raccolto e alla successiva sfioratura (la separazione degli stimmi rossi, la parte commestibile, dai fiori).

Un’operazione da effettuare entro breve tempo dalla raccolta e che richiede una certa attenzione nel lasciare integri e uniti fra loro gli stimmi. La fase finale consiste nell’essiccazione di questi ultimi tramite un setaccio posto sopra una brace di legna oppure su un fornello a gas. I preziosi fili di zafferano ottenuti (per ricavare 100 grammi di prodotto essiccato occorrono circa 30 chili di fiori) sono pronti per essere usati nella gastronomia di qualità e arricchire una grande varietà di piatti: dal celebre risotto alla polenta, dalle portate di carne a quelle delicatissime di pesce, dai vari tipi di formaggi ai deliziosi dolci.

Confetture allo zafferano

Per l’occasione i ristoranti del paese propongono allettanti menù a tema, mentre negli stand dell’organizzazione si possono ammirare abili chef al lavoro e degustare le loro creazioni a base di zafferano. Tuttavia la virtù della celebre spezia non sta solo nel deliziare il palato: essa è infatti ricca di carotenoidi, preziose sostanze antiossidanti assai utili alla nostra salute.

E se è pur vero che oggi viene usato soprattutto in campo alimentare, lo zafferano è anche utilizzato nella pittura ad acquerello e per la tradizionale colorazione delle stoffe (foulard, tessuti ricamati e così via) con tecniche osservabili negli appositi laboratori organizzati in tutto il periodo della manifestazione.

Nella città del Perugino

L'Adorazione dei Magi
L’Adorazione dei Magi

Adagiato su un colle che domina il Lago Trasimeno e la Valdichiana, questo incantevole borgo medioevale solcato da viuzze e vicoletti (fra cui uno strettissimo chiamato Baciadonne) è una meta imperdibile per gli amanti dell’arte. Famosa per aver dato i natali al celebre pittore Pietro Vannucci – detto Il Perugino – intorno al 1450, Città della Pieve conserva nelle chiese numerosi dipinti del periodo rinascimentale realizzati da grandi artisti fra cui lo stesso Perugino, del quale si possono ammirare capolavori assoluti come L’Adorazione dei Magi, nell’oratorio di Santa Maria dei Bianchi e Il Battesimo di Cristo custodito nella cattedrale.

All’interno di quest’ultima, accanto alla quale spicca l’imponente torre civica del XIII secolo, sono conservate anche opere di Domenico Alfani, Giannicola di Paolo, Salvio Savini e Antonio Circignani, nativo di Città della Pieve e detto Il Pomarancio, come il padre Niccolò. È invece a quest’ultimo e al Savini che si devono gli affreschi nelle sale del cinquecentesco Palazzo della Corgna e vari dipinti custoditi nella chiesa di Sant’Agostino, situata appena fuori le mura.

————————-

Tutti gli itinerari di PleinAir sull’Umbria li puoi leggere sulla rivista digitale sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Con un anno di abbonamento a PLEINAIR (11 numeri cartacei) hai a disposizione gli inserti speciali, la rivista digitale e l’archivio digitale dal 2015 (con gli allegati).

Con l’abbonamento a PleinAir ricevi i prossimi numeri comodamente a casa e risparmi!

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio