Centro di gravità

Unite da un progetto comune, le stazioni sciistiche del Cimone, del Corno alle Scale e dell'Abetone offrono utili basi pleinair.

Indice dell'itinerario

Con i suoi 2.165 metri il Cimone è la vetta più alta dell’Appennino Modenese, ben visibile da tutto il circondario e da ampie parti della Pianura Padana. A propria volta il monte ripaga l’osservatore con panorami senza confronto: da quassù, nelle giornate più limpide, si arrivano a scorgere perfino l’Adriatico e, sul lato opposto, la Corsica. Insieme al Corno alle Scale, che di metri ne misura 1.945, è il fulcro del turismo invernale in Emilia. Con la località toscana dell’Abetone, posta subito al di là del confine tra le due regioni, il Corno alle Scale e il Cimone negli anni ’90 avevano dato vita a un interessante progetto di unificazione sciistica, che non ebbe però lo sviluppo desiderato: oggi, dopo una lunga impasse, l’iniziativa è ripartita e le tre stazioni hanno presentato un piano comune di rilancio promozionale, che può contare su una rete di infrastrutture e di servizi decisamente ampia e migliorata di stagione in stagione, con la presenza di ben collocati approdi per chi viaggia in camper o in caravan.

 

Monte Cimone: lungo le piste dopo un'abbondante nevicata
Monte Cimone: lungo le piste dopo un’abbondante nevicata

 

 

 

 

Dove sciava Alberto

Snowboarder in action
Snowboarder in action

«Sono nato sotto il Corno alle Scale»: con queste parole Enzo Biagi era solito rivendicare le proprie radici. La “montagna dei bolognesi”, ora tutelata da un parco regionale, è l’unica stazione sciistica nella provincia del capoluogo emiliano, e si può dire che non ci sia cittadino petroniano che almeno una volta non sia salito al Cavone, come viene familiarmente chiamato il punto di arroccamento da cui partono vari impianti di risalita. La ricettività alberghiera si è sviluppata soprattutto a Lizzano in Belvedere e a Vidiciatico, a una decina di chilometri dalle piste (peraltro collegate da navette durante tutto l’inverno), alla base delle quali esiste un sistema di parcheggi molto ampio ed efficiente, da poco ingrandito, con uno spazio attrezzato per i camper dove possono trovare posto anche una ventina di veicoli.

 

Sosta attrezzata presso gli impianti di risalita al Rifugio Gavone
Sosta attrezzata presso gli impianti di risalita al Rifugio Gavone

Qui si sono formati Flavio Roda, attuale responsabile unico delle squadre nazionali, e Alberto Tomba, al quale sono dedicate due piste in omaggio alla particolare preferenza che il campione nutriva per questi pendii: lo spostamento più a valle della partenza della seggiovia per il Rifugio delle Rocce, ora con agganciamento automatico, ha reso possibile allungare i due tracciati che sono così divenuti i più lunghi dell’Appennino, regalando oltre 3 chilometri ininterrotti sugli sci.

 

La zona sciistica si estende dai 1.945 metri della Croce del Corno ai 1.258 della Val di Gorgo. Otto gli impianti di risalita (due seggiovie biposto, tre quadriposto, una sciovia e due tappeti mobili) con portata oraria complessiva di circa 10.000 persone; 36 i chilometri di piste battute per tutti i livelli di preparazione. Quella del Sole, di 800 metri, e la Duca degli Abruzzi, di un chilometro, entrambe situate nella zona del Cupolino, sono molto apprezzate dagli sciatori amanti dei tracciati tecnici e impegnativi. Non mancano uno snowpark con half pipe e due anelli per il fondo di 3 e 5 chilometri, uno dei quali a 1.640 metri di altitudine. Chicca per esperti lo Strofinatoio, un fuoripista davvero emozionante soprattutto se affrontato in primavera, quando il sole non riesce ancora ad intaccare la crosta indurita della neve ormai assestata. Lungo le piste si trovano tre ristoranti in quota e numerosi punti ristoro alla partenza degli impianti, dove hanno sede la locale scuola sciistica e il servizio di noleggio e riparazione di sci e scarponi.

 

Panorami di confine

Monte Cimone: Lungo le piste
Monte Cimone: Lungo le piste

A pochi chilometri in linea d’aria dai contrafforti del Corno alle Scale, il Cimone si impone sull’orizzonte con il suo maestoso profilo. Dalle località di Fanano, Montecreto, Riolunato e Sestola, sul confine del Parco Naturale del Frignano o nelle immediate vicinanze, partono gli impianti di risalita che portano alla vetta e le strade di avvicinamento al Passo del Lupo, crocevia dei 50 chilometri di piste del comprensorio, quasi totalmente serviti da innevamento artificiale. Da segnalare in particolare la Nove e la nuova pista delle Aquile, due percorsi eccitanti e vari che non concedono un attimo di respiro, e la pista del Lago in località Le Polle, caratterizzata da un “muro” con pendenza del 50%, che difficilmente si trova in Italia.

 

Monte Cimone: in fila sugli impianti
Monte Cimone: in fila sugli impianti

La zona sciistica si estende dai 1.976 metri della Buca del Cimone ai 1.020 dell’abitato di Sestola, con il tratto da Pian del Falco al Passo del Lupo collegato da navetta. Gli impianti di risalita, con una portata complessiva di 23.000 persone l’ora, sono in tutto ventiquattro (una funivia, dodici seggiovie, quattro sciovie e cinque tappeti mobili); a Piancavallaro e al Cimoncino si trovano due grandi snowpark con half pipe e boardercross, piuttosto famosi tra i rider. Alcuni percorsi per lo sci nordico sono a disposizione degli amanti di questa disciplina, mentre i più piccini trovano giochi e attività a loro misura nel babypark Cimonelandia al Lago della Ninfa. Quest’ultima località, cuore agonistico della stazione, ospita anche scuola di sci, noleggio e riparazione delle attrezzature, parete di ice climbing e un nuovissimo centro per la preparazione degli sci da gara. Cinque i ristoranti in quota e diverse opportunità di ristoro a Pian del Falco, Passo del Lupo, Le Polle e La Capanna, che costituiscono i punti di accesso al domaine skiable.

 

Sci d’epoca

Zeno Colò in una foto d'epoca
Zeno Colò in una foto d’epoca

Le origini moderne dell’Abetone risalgono al 1788, quando il granduca Pietro Leopoldo di Toscana volle aprire una strada di collegamento con il ducato estense senza dover passare dai territori dello Stato Pontificio. L’inaugurazione della strada, l’odierna statale 12 che ancora unisce Modena a Pistoia, è dunque la chiave di lettura più attendibile per datare il momento in cui la località ha iniziato il suo sviluppo più recente. La gigantografia in bianco e nero che appare all’ingresso del paese ricorda i tre grandi campioni cui ha dato i natali: Zeno Colò, Celina Seghi e Vittorio Chierroni, indimenticabili protagonisti dello sci mondiale degli anni ’50.

Abetone: Panoramica delle piste
Abetone: Panoramica delle piste

Orograficamente le piste dell’Abetone sono situate sul versante emiliano e anche il Comune è stato incluso nella provincia di Pistoia solo a partire dagli anni ’30, tanto che la parlata toscana è tuttora contaminata da un marcato e inconfondibile accento emiliano. Il più vecchio impianto di risalita (in assoluto il primo sugli Appennini) è datato 1936, una slittovia con una portata che non arrivava alle cento persone all’ora e che conduceva gli sciatori sulla Selletta. E’ questa ancora oggi una delle tre aree del territorio sciabile, insieme a quelle di Monte Gomito-Pulicchio e della Val di Luce, collegate tra loro da ventidue impianti di risalita largamente rinnovati negli ultimi anni, con una portata oraria che sfiora i 15.000 passaggi. Leggermente più decentrata la Doganaccia, a cui si arriva da Cutigliano: il suo punto più alto, la Croce Arcana, è situato subito ad ovest delle piste del Corno alle Scale. Da poco quest’area è stata dotata di un secondo rifugio e di una divertente pista per lo snowtubbing, la discesa su gommoni.

 

Si tratta in totale di 65 chilometri di piste battute, quasi tutte servite da un efficiente sistema di innevamento programmato. Tra le discese da segnalare, la rossa nella Valle del Sestaione che parte da 1.715 metri e scende a 1.310, la pista Stucchi e la Coppi nella zona del Gomito e del Pulicchio, la pista delle Regine o Chierroni che scende dalla Selletta verso i piccoli campi scuola e la Zeno 3, un piacevolissimo pendio di oltre 2 chilometri e mezzo che gode di un’ottima esposizione. Anche qui non manca un baby park, da poco completato, mentre in Val di Luce è attivo un grande snow park con big air, fun box, spina, quarter, hand rail, rainbow, box rail e piramide C.

 

Una giornata a zonzo

Palazzo pretorio a Cutigliano
Palazzo pretorio a Cutigliano

Per chi vuole dedicare un po’ di tempo alla cultura gli spunti non mancano di certo e anzi offrono più di un’opportunità, specialmente nella zona del Cimone. Da questo punto di vista il centro più ricco di motivi è certamente Sestola, dove la severa fortezza cinquecentesca – ma le origini sono più antiche – ospita il Museo degli Strumenti Musicali Meccanici, con 120 pezzi dal XVII secolo ai giorni nostri, e quello della Civiltà Montanara, dove l’ampia collezione di utensili e attrezzi d’epoca è affiancata da sci, bob e slitte di vari periodi (d’inverno la visita può essere concordata con l’ufficio del turismo). La rocca include l’oratorio di San Nicola in Castello, che fu chiesa parrocchiale e conserva resti di affreschi del ‘400. Passeggiando tra il paese e le frazioni rurali, oltre ad incontrare molti altri edifici sacri di un certo interesse anche paesaggistico (come a Roncoscaglia, dove si segnalano le chiese di San Rocco e San Biagio), potrete notare i cosiddetti metati, piccole costruzioni in legno e pietra che un tempo venivano utilizzate per far essiccare le castagne. Anche il territorio di Fanano è particolarmente ricco di chiese, cappelle e oratori, mentre il centro storico abbonda di residenze signorili. Valgono una tappa il rione medioevale dei Borghi, dietro Palazzo Lardi, e la fontana dei primi del ‘900 con quattro mascheroni.

 

Spostandosi verso il Corno alle Scale, il nome di Lizzano in Belvedere riassume la posizione panoramica dell’abitato, dove si fa notare la seicentesca Casa Gasperini con torretta sulla facciata. Nella caratteristica frazione di Vidiciatico resta l’abside con bifora romanica della chiesa edificata negli ultimi anni del XIV secolo, mentre l’oratorio di San Rocco fu costruito nel 1631 dopo una lunga epidemia di peste. Nel santuario della Madonna dell’Acero sono invece conservati numerosi ex voto, tra cui un gruppo di statue in legno che ricordano come un tal Brunetto Brunori scampò alla morte durante la battaglia di Gavinana, vinta dalle truppe del condottiero proverbialmente noto come Maramaldo. Solo a piedi si visita infine la parte alta del suggestivo borghetto di Monteacuto, con i notevoli resti del piccolo castello e la chiesa di San Nicolò.

 

Procedendo da Sestola nella direzione opposta, cioè verso l’Abetone, lungo la strada fra Riolunato e Pievepelago si noterà il ponte romanico della Fola che scavalca con due archi il torrente Scoltenna, mentre a Fiumalbo una collezione di arte sacra si può visitare nella chiesa di Santa Caterina o dei Rossi, in Piazza Umberto I (d’inverno si accede su prenotazione rivolgendosi al Comune). Tappa conclusiva è il grazioso centro storico di Cutigliano, dove la Piazza del Municipio vanta il bel Palazzo Pretorio o dei Capitani della Montagna: risalente alla fine del XIV secolo, presenta una facciata ad intonaco riccamente decorata da stemmi in terracotta policroma e in pietra, mentre la statua del cosiddetto Marzocco posta in cima a una colonna è la copia dell’originale conservato nella loggia rinascimentale che affaccia sulla stessa piazza. Da qui, a meno di non volersi trattenere in zona approfittando dell’area attrezzata presso la seggiovia della Segavecchia, in una cinquantina di chilometri si potrà fare ritorno a Sestola.

 

 

 

 

 

 

 

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