Camargue, il bianco e il rosa

Al centro dell’ampio triangolo che ha per vertici Marsiglia, Arles e Montpellier, la Camargue è una delle aree più famose e più frequentate di tutta la Francia. Merito delle sue importanti presenze faunistiche, a cominciare dagli eleganti fenicotteri e dai cavalli allevati allo stato brado, e di un paesaggio naturale dalle atmosfere uniche, disegnato dalle acque del Rodano, che qui sfocia nel Mediterraneo disperdendosi nei mille stagni e canali del suo delta

Indice dell'itinerario

Una vacanza all’aria aperta è rigenerante anche per gli occhi, e permette di spaziare con lo sguardo tra i mille colori dei paesaggi che si visitano. Ma pochi luoghi al mondo possono vantare caratteristiche cromatiche come quelle della Camargue, che pare aver fatto del bianco e del rosa le sue tonalità preferite. E sì, perché qui alle Bocche del Rodano, sulla costa della Provenza, al blu del mare e del cielo, al verde dell’erba e al rosso del tramonto si associa il caratteristico candore delle case e delle saline, dove le montagne del bianco minerale sono talmente luccicanti da abbagliare, e poi il bianco serico del mantello dei cavalli. Rosa sono invece i fenicotteri che animano gli stagni, e i milioni di piccoli gamberetti che ne colorano la superficie. Sfumature che hanno lasciato il segno tra i nostri ricordi di viaggio in questa terra intrisa d’acqua, risuonante dei richiami degli uccelli e del galoppo dei suoi stalloni.

Fenicottero rosa
Fenicottero rosa

A zonzo nel Delta

Un viaggio in Camargue è quasi un pellegrinaggio, mistico ed energetico al tempo stesso, per gli appassionati di natura e di birdwatching in particolare. Lungo i tanti stagni formati dal Delta del Rodano è possibile incontrare la maggior parte delle specie di avifauna acquatica europea, tra le quali gioca il ruolo di maggiore attrazione il fenicottero rosa. Gli stagni qui non sono piccole pozze ma protagonisti dell’intero paesaggio, e arrivano a essere vere e proprie estese lagune salmastre nei due principali bacini dell’area oggi sottoposta a tutela, l’Étang de Vaccarès e l’adiacente Étang du Lion. E’ un paesaggio da intenditori e bisogna saperlo guardare, perché se vi si passa distratti potrebbe apparire monotono per quanto è largo e pianeggiante, al contrario di quello variegato e rumoroso attorno ad Arles.

Non appena si lascia la città che ospitò gli ultimi anni di vita di Van Gogh, attraversando il ponte che taglia il Grande Rodano, ci si ritrova in Camargue come d’improvviso. Specchi d’acqua bordati di canneti, prima piccoli, poi grandi e poi ancora piccoli, campi semiallagati e campi fangosi che a un tratto si asciugano in vigne e coltivi, e poi risaie, e di nuovo selvaggi acquitrini. Si fa fatica a mantenere l’orientamento e ci si ritrova a rallentare i giri; meglio ancora fermarsi qualche minuto a motore spento, per non perdere il benvenuto sonoro di questi luoghi. Basta poco e l’orecchio, prima distratto dall’autoradio, si acutizza e si riempie di una cascata di note alimentata dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio del vento profumato di mare che accarezza i canneti.

Un gardian in sella al suo candido destriero
Un gardian in sella al suo candido destriero

A proteggere questo selvaggio angolo di Francia meridionale c’è dal lontano 1927 la riserva statale della Camargue, inizialmente nata grazie all’iniziativa privata della Société Nationale de Protection de la Nature, poi divenuta proprietà dello Stato nel 1972 ed estesa oggi per circa 13.000 ettari nel cuore del Delta del Rodano. Tra i suoi stagni salmastri trovano riparo più di trecento specie di uccelli e tra questi vi è la più importante colonia europea di fenicotteri, di cui sono stati censiti oltre 15.000 nidi. Al birdwatcher esperto basta appartarsi al margine di una stradina secondaria per iniziare a riempire il suo taccuino degli avvistamenti, ma anche l’appassionato alle prime armi non avrà difficoltà a incontrare una vasta rappresentanza di questa ricca avifauna.

Per trarre profitto dalla visita di questa straordinaria area protetta è bene far tappa al centro informativo a La Capelière, ospitato in un antico mas (la tipica abitazione dei contadini e degli allevatori della zona) ai margini nordorientali della riserva e affacciato sulla grande laguna di Vaccarès: il piccolo ma curato museo naturalistico permanente allestito nella struttura fornisce tutte le informazioni essenziali per una gita alla scoperta degli stagni. Da qui inizia un sentiero naturalistico ad anello, facilmente percorribile e di grandissimo interesse, che in circa un chilometro e mezzo offre sei punti di osservazione e avvistamento degli uccelli con protezioni e pannelli illustrativi, e poi attraversa in rapida successione i quattro tipici paesaggi naturali della Camargue: boschi igrofili, praterie, canneti e sansouire, le caratteristiche distese melmose e semiallagate.

Il parco ornitologico di Pont-de-Gau
Il parco ornitologico
di Pont-de-Gau

Grandi soddisfazioni in fatto di birdwatching e di fotografia naturalistica si possono vivere all’Étang du Fangassier, subito all’esterno dei confini meridionali dell’area protetta, dove basta trascorrere pochi minuti sulla stradina che lo divide dall’Étang du Galabert per essere certi di vedere e riprendere numerosissimi fenicotteri, sia in acqua che in volo. Altra tappa fondamentale per osservare la fauna locale, e senza nemmeno fare la fatica di guardare dal binocolo, è la visita al moderno parco ornitologico del Pontde- Gau, situato a ridosso della cittadina di Saintes-Mariesde- la-Mer.

Molti animali sono chiusi in voliere e ciò potrebbe disturbare i puristi, ma dovreste vedere di che belle strutture si tratta e soprattutto considerare che negli stagni di questo parco, forse attratti proprio dalla presenza di specie in cattività, arrivano moltissimi animali liberi per passarvi la notte o per foraggiarsi dalle mangiatoie. Anatre e fenicotteri sono liberi di andare e venire quanto e quando vogliono, anche se gli eleganti trampolieri ci si trovano così bene da aver colonizzato il parco quasi stabilmente. Non manca poi l’occasione di acquistare libri, materiale informativo e gadget o di fermarsi presso l’accogliente caffetteria a gustare una baguette farcita.

Spettacolare tramonto sui campi allagati della Camargue
Spettacolare tramonto sui campi allagati della Camargue

Ma la Camargue, oltre che un habitat dai delicati equilibri naturali, è anche una terra di radicate tradizioni contadine che si esprimono nella produzione vitivinicola, nella coltivazione del riso e soprattutto nell’allevamento dei tori e dei famosi cavalli bianchi originari di questa zona. Li troverete un po’ ovunque, in libertà o cavalcati dai gardians, i lavoranti degli allevamenti bradi: le loro origini si perdono nella leggenda, e si dice che il primo a volerne l’allevamento fu nientemeno che Giulio Cesare. Di sicuro c’è che questi animali, di taglia leggermente più piccola rispetto ad altre razze equine ma molto robusti e di indole coraggiosa, temprati dalla vita in un ambiente difficile, con le zampe sempre a mollo negli acquitrini e capaci di nutrirsi di erbe salmastre, furono largamente utilizzati dalle armate napoleoniche. Per cavalcarli non c’è che l’imbarazzo della scelta: di maneggi in Camargue ve ne sono in quantità, con offerte per tutti i gusti e tutte le tasche.

Fra storia e leggenda

Dalla terrazza della parrocchiale di Saintes-Marie-de-la-Mer si abbraccia con lo sguardo un completo panorama della vivace e accogliente cittadina
Dalla terrazza della parrocchiale di Saintes-Marie-de-la-Mer si abbraccia con lo sguardo un completo panorama della vivace e accogliente cittadina

Per apprezzare fino in fondo la cultura popolare della Camargue non si può mancare una tappa a Saintes- Maries-de-la-Mer, piccola capitale morale del Delta del Rodano e meta simbolo della cultura gitana. Qui infatti, il 24 e 25 maggio di ogni anno, ha luogo l’affollato pellegrinaggio in occasione della festa di Sara la Nera, che i Rom considerano la loro patrona nonostante la Chiesa non abbia mai riconosciuto questa santa dalla pelle scura. Nella complessa definizione del personaggio troviamo elementi religiosi e letterari, tratti dalle fonti più disparate, che la identificano come una serva di Maria Jacobè, cugina della Vergine, oppure di Maria Salomè, madre degli apostoli Giacomo il Maggiore e Giovanni. Secondo antiche trame più o meno leggendarie, si narra che Sara sia arrivata sulla costa della Provenza al seguito delle due pie donne, cacciate dalla Giudea dopo la morte di Gesù e abbandonate su una barca in balìa delle onde, prima di poter trovare approdo nel luogo in cui oggi sorge la cittadina alla quale hanno dato il nome.

Il monumento dedicato ai gardian, i lavoranti degli allevamenti bradi
Il monumento dedicato ai gardian, i lavoranti degli allevamenti bradi

Saintes-Maries-de-la-Mer è un centro vivace e accogliente con case basse puntualmente intonacate di bianco, un sobrio lungomare, lungo il quale si trova l’arena per i tori, e il piccolo nucleo storico, attrezzato per il turismo balneare della bella stagione ma di grande suggestione anche negli altri periodi dell’anno. Numerosi ristoranti e trattorie permettono di gustare i piatti tipici della regione, sintesi culinaria di questa terra perennemente contesa al mare: ricette di pesce gustose e raffinate in perfetto stile francese e generose grigliate di carne bovina.

Al Pont du Maure, sulla strada d’accesso che arriva da Aigues-Mortes, troneggia la caratteristica croix camarguaise la cui forma – disegnata nel 1924 dall’artista Paul Hermann su incarico di Folco de Baroncelli-Javon, celebre gardian e strenuo sostenitore della cultura locale – richiama le tre Virtù teologali ispirandosi agli strumenti usati dagli allevatori e dai pescatori. Entrati nell’abitato, di dimensioni piuttosto contenute e facilmente visitabile in una mezza giornata, raccomandiamo di salire sulla terrazza della parrocchiale dalla quale si gode un panorama senza eguali. Valgono una visita anche le collezioni di archeologia, etnografia e zoologia del piccolo ma fornito museo Baroncelli, intitolato appunto al gentiluomo che diede nuova identità e notorietà alle tradizioni della sua terra.

Saline di Giraud
Saline di Giraud

Dal margine orientale dell’abitato inizia il sentiero della Digue à la Mer, che corre sopra lo sbarramento costruito alla metà del XIX secolo per proteggere dall’invasione del mare le campagne coltivate. A questo itinerario è opportuno dedicare un’intera giornata, ma ne vale la pena: in una ventina di chilometri si raggiunge il faro della Gacholle, un ottimo punto d’osservazione naturalistica, immergendosi completamente nel magico mondo del Delta. L’escursione si può compiere sia a piedi che in bicicletta, oppure – in omaggio allo spirito del luogo – in sella a un cavallo bianco.

Saline di Giraud
Saline di Giraud

A Saintes-Maries, insomma, non ci si annoia di certo, e la presenza di appositi spazi attrezzati per gli ospiti itineranti ne fa un ideale punto d’appoggio per visitare il circondario. Sul lato orientale, al di là dell’Étang de Vaccarès, si stendono le immense saline di Giraud, mentre ad ovest sorge la nostra ultima tappa, la caratteristica cittadina di Aigues-Mortes.

Il porto di San Luigi

Aigues-Mortes, la cinta muraria
Aigues-Mortes, la cinta muraria

Pur non rientrando amministrativamente nei confini della Camargue, in quanto facente parte della più occidentale Languedoc, Aigues-Mortes fa parte a pieno titolo dell’area naturale del Delta del Rodano, poiché ne chiude le più piccole ed estreme diramazioni occidentali. A differenza di Saintes-Maries, ci troviamo in un tipico borgo medioevale fortificato intorno al quale il paesaggio lacustre diviene meno selvaggio e la campagna più ordinata. Man mano che ci si avvicina all’abitato, si può notare sulla sinistra una candida collina che ben presto si rivela essere un altro grande stabilimento di lavorazione del sale, che i turisti possono visitare a bordo di un simpatico trenino.

Aigues-Mortes, la cinta muraria visitabile anche all’interno, fu voluta dal re santo, Luigi IX, la cui statua troneggia in una piazzetta del borgo medioevale
Aigues-Mortes, la cinta muraria visitabile anche all’interno, fu voluta dal re santo, Luigi IX, la cui statua troneggia in una piazzetta del borgo medioevale

E’ difficile credere che Aigues-Mortes (l’antica Eaux- Mortes, letteralmente acque morte per via degli stagni che la circondavano), quando fu acquisita nel 1240 da Luigi IX, aveva un porto di acque profonde, il primo del regno di Francia sul Mediterraneo. Da qui il sovrano – che già nel 1297 fu canonizzato da Bonifacio VIII con il nome di San Luigi dei Francesi – partì per ben due Crociate in Terra Santa, la settima e l’ottava, rispettivamente nel 1248 e nel 1270. Oggi i depositi alluvionali del fiume hanno distanziato la città di quasi 6 chilometri dal mare aperto, raggiungibile per mezzo del canale che s’innesta nel Piccolo Rodano.

Aigues-Mortes, il borgo medioevale è ricco di negozietti per turisti
Aigues-Mortes, il borgo medioevale è ricco di negozietti per turisti

L’attrattiva principale resta la cinta muraria voluta dallo stesso Luigi IX, esempio di architettura militare fra i meglio conservati d’Europa. Integralmente visitabile, consente di abbracciare con lo sguardo l’intero abitato e la campagna circostante. Percorrendo il cammino di ronda, che unisce dieci porte d’accesso al borgo e una dozzina di torri di varie fogge, sembra davvero di indossare i panni di una sentinella d’allora. La visita è libera e ciò permette di trascorrere sulle mura tutto il tempo che si vuole, ma si possono richiedere anche delle audioguide oppure attendere le visite regolarmente organizzate dall’ufficio turistico. Nella Tour de Constance, la più possente tra quelle che scandiscono il perimetro, sono ospitati un piccolo museo storico e un’esposizione di oggetti e documenti risalenti alla passata funzione di carcere.

Vista notturna della caratteristica croix camarguaise al Pont du Maure
Vista notturna della caratteristica croix camarguaise al Pont du Maure

Scesi dalle mura, non resta che lasciarsi guidare dalla curiosità per esplorare l’antico centro dall’integro fascino medioevale, oggi ricco di locali tipici ma anche di negozietti per turisti. A zonzo lungo vicoli, piazzette e stradine, la spettacolare natura della Camargue sembra quasi un altro mondo: eppure è qui a due passi, pronta a fare nuovamente da magico sfondo alla nostra marcia verso casa. 

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