C'è del bello in Sassonia

La ex Germania Orientale costituisce oggi il punto più avanzato per lo "sfondamento" della Comunità Europea verso est. Ciò riguarda particolarmente la Sassonia, il territorio attorno a Dresda che è attraversato da un flusso intenso e sempre crescente di turismo, pleinair itinerante compreso.

Indice dell'itinerario

Se si esclude Dresda, città d’arte e di storia di indiscutibile interesse, poca attenzione viene riservata al resto della regione, che invece non è da meno quanto a pregi ambientali e richiede nel complesso almeno una settimana di soggiorno. Si comincia proprio con la visita di Dresda, per poi entrare nell’amenissimo ambiente che si estende tra la città e il confine ceco, ai lati dell’Elba, vale a dire la Svizzera Sassone (Sachsische Schweitz) e procedere infine verso nord e il basso Brandeburgo, terra di castelli e di acque.

Dresda e i suoi castelli
Moritzburg. L’accesso a Dresda avviene meglio da nord, dall’uscita 81 dell’autostrada per Berlino. Ma prima conviene imboccare l’uscita 80 e seguire i segnali per Moritzburg, molto evidenti. Si tratta di un centro di grande richiamo, per via di uno splendido castello di caccia trasformato in luogo di rappresentanza, oggi da annoverare tra i più begli esempi di barocco sassone. La grandiosa costruzione quadrata con possenti torrioni angolari è circondata da un lago artificiale e affiancata da un vasto parco verde. Anche gli interni sono degni di nota. Si parcheggia comodamente in un ampio piazzale, da cui si ha una vista d’insieme, fornito di punti di ristoro.
Dresda. Avevamo visto di sfuggita questa città cinque anni fa, quando l’ex Repubblica Democratica Tedesca era ancora tutta un cantiere. Non c’è dubbio che oggi le cose siano molto migliorate, sia all’interno che nei dintorni, a partire dalle autostrade, completate e perfette oltre che gratuite. La città sta così riprendendo l’antico splendore, anche se restano tracce visibili del regime in alcuni sgraziati palazzi inseriti in malo modo nel tessuto urbanistico e soprattutto in una patina nerastra da periferia industriale che ancora riveste gran parte degli edifici. Non c’è da spaventarsi per l’accesso e il parcheggio del camper, dato che il centro storico è circondato da strade molto ampie. La cosa migliore è, come si è detto, quella di entrare da nord seguendo prima la superstrada e poi la Albertstrasse. Appena superato l’Elba, si trovano sulla sinistra ampi spazi sul fiume, ma meglio ancora è imboccare la seconda traversa a sinistra fermandosi al parcheggio del supermarket Netto. Da lì al centro ci vogliono dieci minuti a piedi. Conviene iniziare la visita seguendo il fiume in riva sinistra, dove esiste una vasta area pedonale leggermente sopraelevata e quindi panoramica, portarsi poi alla cattedrale, al castello (con la splendida, lunghissima parete esterna dipinta) e infine accingersi con tutta calma a visitare lo straordinario complesso architettonico e museale Zwinger, privilegio che non abbiamo potuto avere lo scorso anno a causa dell’alluvione.
Pilnitz. Questo castello, in bella posizione sulla riva dell’Elba (e che per questo motivo abbiamo potuto ammirare solo dall’esterno, essendo stato danneggiato dall’onda di piena), si impone all’attenzione per la raffinatezza delle decorazioni ispirate visibilmente allo stile cinese, tema ricorrente che domina anche gli interni. Il sito offre anche buone possibilità di sosta, ma troveremo poco dopo situazioni ancora migliori.
Meissen. Minor interesse hanno il paese e il castello, sia per il fatto di trovarsi un po’ fuori strada, sia per la ridotta qualità architettonica. Ma se il vostro itinerario vi porta nei pressi, una visita è d’obbligo.

La Svizzera Sassone
Da Pilnitz non resta che recarsi a Pirna e da lì seguire i segnali per Bastei. Si tratta non solo della località più bella e spettacolare della zona (la guida Michelin le assegna tre stelle meritatissime), ma anche di un belvedere naturale da cui si possono ammirare appieno la bellezza e le caratteristiche del comprensorio. Quanto ai parcheggi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Uno, vastissimo e molto bello anche per il pernottamento (teoricamente a pagamento) si trova a 3 chilometri da Bastei, che si raggiunge facilmente in bici. Un secondo si trova proprio sul posto, è altrettanto ampio ma costoso. Per il pernottamento, tuttavia, è meglio servirsi di uno dei tanti parcheggi d’ingresso nel parco naturale della Svizzera Sassone che si trovano poco a oriente, tranquilli, in piena natura e gratuiti.
Bastei. Un vasto comprensorio è interessato da un caos di rocce di forma fantastica che spuntano dappertutto da una fitta vegetazione, formando altrettanto fantastici belvedere naturali. Il parcheggio dista appena due o trecento metri dal primo belvedere, dal quale partono tutti i sentieri e dove si trovano anche un albergo -ristorante e punti di ristoro, oltre a vari negozi, dove conviene munirsi subito della carta Kompass n. 1028 al 50 000, la migliore guida della Svizzera Sassone e dei sentieri della zona. I sentieri più battuti conducono su passerelle fino in cima alle rocce. Queste, per la loro conformazione, si sono prestate anche all’insediamento di antiche comunità, di cui restano diverse tracce che hanno consentito interessanti ricostruzioni. Dal primo belvedere si ha una vista superba anche sull’Elba, che scorre sotto un dirupo disegnando due ampi meandri. Si scorge sulla riva opposta un ampio parcheggio con uno dei tanti traghetti che trasportano i turisti sotto le rocce (la riva destra dell’Elba non è percorsa da alcuna strada litoranea e spesso neppure da sentieri). Ma si scorgono soprattutto tre spettacolari emergenze rocciose dalla cima ampia e piatta, ricoperte dal verde. Sono, dalla più vicina alla più lontana, Lilienstein, Ostrau e il castello di Königstein e tutte e tre si possono raggiungere in breve, anche se al prezzo di tortuosi andirivieni.Da Bastei occorre dunque tornare al parcheggio e seguire i segnali per Bad Schandau: dopo pochi chilometri, un bivio sulla destra conduce sull’ansa dell’Elba ai piedi della roccia di Lilienstein, dove si può salire mediante un sentiero. Proseguendo invece verso Bad Schandau, e dopo aver visitato la graziosa cittadina, si sale a piedi o in ascensore sulla Ostrauer Scheibe (altri magnifici panorami). Ma di gran lunga più interessante è passare sulla riva opposta (la sinistra) mediante il ponte di Bad Schandau, portarsi a Königstein e da qui al castello-fortezza. Si tratta di una grande acropoli, inespugnabile e dalla quale era anche impossibile la fuga, costruita sulla cima piatta di uno spettacolare sperone roccioso sul cui bordo scorre il cammino di ronda; all’interno ci sono un parco verde e diverse costruzioni. Si accede con una passeggiata di un chilometro circa, partendo da un ampio e tranquillo parcheggio alla base del colle. La visita porta via un paio di ore almeno, necessarie per salire (consigliabile servirsi dell’ascensore), percorrere il giro di ronda ammirando panorami davvero straordinari, visitare il parco interno, il museo delle armi e scendere. Ripreso il camper, si può ancora proseguire fino a giungere sotto Bastei sulla riva opposta.
Il parco della Svizzera Sassone si estende a oriente avendo come asse la Kirnitzschtal, una valle che merita attenzione soprattutto per l’accessibilità, favorita dalla morfologia priva di seri dislivelli, da una fitta rete di sentieri, da un ottimo sistema di parcheggi nel verde e, infine, dalla presenza del bel camping Ostrauer Muhle in posizione veramente strategica. Da qui infatti si può raggiungere la già citata roccia di Ostrau, oppure prendere la bici e visitare tutto il parco risalendo la valle ed entrando nei sentieri, per il primo tratto pianeggianti, che risalgono i valloni laterali. Volendo, si può far base qui e in bici visitare tutta la zona fino a Königstein (circa 10 km) da un lato e fino al confine dall’altro. Uscendo dal parco verso nord, si incontrano tanti piccoli borghi assai pregevoli. Due in particolare sono da non mancare: Hohnstein e Stolpen. Entrambi vantano un centro abitato di tipiche case a graticcio con pareti dipinte a colori vivaci, alla base di un castello eretto su uno sperone roccioso. Il più interessante (dotato anche di un parcheggio defilato, ottimo per la notte, all’uscita verso Dresda) è senz’altro Stolpen. Molto scenografica è la piazza principale, ma soprattutto è molto ben conservato e gestito il castello.

Castelli di Brandeburgo
Proseguendo il nostro itinerario verso nord, ci dirigiamo su Bautzen e poi verso Bad Muskau. Lungo la strada, appena superato Bautzen, è da segnalare un esteso lago artificiale dotato di due belle spiagge sabbiose, di un comodo parcheggio e di una ben tenuta area verde lungo le rive. E’ ottimo per una sosta notturna e per una bella rinfrescata, a parte i rumori dovuti al fatto che molta gene arriva qui la sera per pescare e godersi il tramonto o le calde serate romantiche al chiaro di luna.
Bad Muskau. E’ un centro termale di nobile aspetto che si impone all’attenzione soprattutto per lo scenografico castello e per l’altrettanto scenografico parco che lo circonda. Il castello è ancora in restauro, ma anche una passeggiata nel parco che permetta di ammirarne le architetture da tutti i lati gratifica a sufficienza.Branitz. Sicuramente una delle attrazioni più valide di questa pregevole area di confine, è un complesso costituito dal castello, dalle costruzioni accessorie e da un vastissimo parco. Occorre recarsi a Cottbus e, giunti alla periferia meridionale, seguire le scarse segnalazioni fino a un vasto e tranquillo parcheggio ai bordi del parco, che anche da lì è segnalato altrettanto male pur essendo a due passi (quello della cattiva segnaletica stradale è un problema in tutta la zona). La visita (non meno di due ore) compensa di ogni disagio: splendida la vista del castello dal lago che lo separa dal parco e stupendo il parco solcato da mille sentieri che costituiscono la delizia dei visitatori in bicicletta, nel quale molti maestosi alberi si possono considerare monumenti naturali. Nel punto più lontano dal castello si giunge a un laghetto, al centro del quale si erge una piramide ricoperta da vite americana che in autunno si colora tutta di un rosso vivo: è la tomba del principe Von Pukler, proprietario del castello e del parco.

Lo Spreewald
Riprendendo l’autostrada a Cottbus e puntando ancora verso Berlino si giunge subito a Lubbenau, graziosa cittadina che rappresenta il capoluogo di un comprensorio di grande interesse turistico e di insolita bellezza paesistica e architettonica: lo Spreewald. Lo Spree è un fiume di per sé abbastanza anonimo, ma in questi paraggi ha la singolare caratteristica di disperdersi in una miriade di rami comunicanti immersi in una fitta vegetazione riparia, che formano tante isolette.
La singolarità più rilevante è rappresentata dal fatto che su ciascuna di queste isolette sono cresciute casette o piccoli villaggi di aspetto delizioso e soprattutto che il comprensorio (circa una decina di chilometri di estensione) è superattrezzato per il turismo. Venendo da Cottbus basta seguire i segnali per l’imbarcadero, bene in vista nei pressi della stazione di Lubbenau. All’inizio dell’abitato si trova un comodo parcheggio, gratuito di notte ma costoso di giorno (6 euro). Si può dormire qui e poi recarsi al campeggio Am Schlosspark, dove per soli 3 euro si può parcheggiare sul fiume per tutto il giorno e mettere in acqua una canoa, con la quale avventurarsi nel dedalo acquatico in compagnia di altri canoisti e dei barconi turistici.
Mentre la canoa consente di muoversi in libertà e sostare dove si vuole, i barconi offrono un servizio diverso: sono molto più lenti, perché sempre carichi, spinti da una pertica che tocca il fondo; ma i posti a sedere sono costituiti da tante dinette dove nei percorsi lunghi viene servito anche uno spuntino. La durata dei percorsi va da un minimo di due ore a un massimo di sei; quello più interessante è il classico allungato (4 ore in barcone, un’ora in canoa), che si sviluppa tra Lubbenau e il villaggio di Lehde. Qui, oltre a tante incredibili casette sull’acqua, sono stati organizzati un bel museo all’aperto che illustra le architetture e i costumi della zona, punti di ristoro e vendita di souvenir. E’ tuttavia consigliabile sfruttare la canoa per esplorare il maggior numero possibile di rami del fiume (munendosi di una mappa, anche se la segnaletica è puntuale) e successivamente recarsi a Lehde in bicicletta, visitando il villaggio e il museo senza fretta e spostandosi via terra mediante i molti ponticelli che uniscono le diverse isole. I più sportivi possono esplorare il fiume fino al più lontano villaggio di Leipe: è più che altro l’occasione per immergersi in un ambiente naturale ancora intatto.
Al campeggio (dove il pernottamento non costa molto) potrete anche rifornirvi di acqua e darvi una rinfrescata. La gentilezza di tutti, del gestore del camping in particolare, è il miglior commiato che si potrebbe avere prima di varcare il confine verso l’oriente europeo più lontano.

PleinAir 369 – aprile 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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