Bruxelles, capitale d'Europa e dell'Art Nouveau

Non solo è la sede, insieme a Strasburgo, del Parlamento Europeo: Bruxelles è ricchissima di motivi d’interesse. Scoprila con noi appoggiandoti ai due campeggi ben collegati alla città dai bus, segalati sulla guida ACSI

Indice dell'itinerario

WATERLOO, IL SOGNO INFRANTO DI NAPOLEONE

Il 18 giugno 1815, all’imbrunire, sui campi di frumento e tra i boschi che circondano il paese di Waterloo il sogno di Napoleone si chiuse definitivamente con il massacro della Vecchia Guardia, sterminata dalle truppe di Wellington dopo il rifiuto del generale Cambronne di piegarsi all’inevitabile sconfitta. E con la fuga ingloriosa dell’imperatore che, di lì a poche settimane, il vascello inglese Northumberland avrebbe trasportato nel viaggio senza ritorno per la remota isola di Sant’Elena. Nei piani dell’empereur, la vittoria di Waterloo avrebbe dovuto spalancare nuovamente alla Francia le porte del Nordeuropa, e secondo gli storici la mattina prima della battaglia Napoleone avrebbe addirittura dichiarato con una certa supponenza: «Wellington è un pessimo generale, e stasera ceneremo a Bruxelles».

LA CAPITALE DELL’ART NOUVEAU

A una ventina di chilometri da Waterloo, Bruxelles – che nel 1830 sarebbe divenuta capitale del moderno Belgio indipendente dall’Olanda – sfuggì alla sua sorte e poté così concentrarsi indisturbata sullo sviluppo commerciale e culturale che sarebbe stato, anche grazie alla posizione a breve distanza dalle principali capitali dell’Europa continentale, sempre più veloce, ricco e florido. Gli anni d’oro del passaggio del secolo, con il trionfo della Belle Époque, dei suoi movimenti artistici e dei suoi architetti rivoluzionari, avrebbero trasformato Bruxelles nella capitale dell’Art Nouveau, con decine di palazzi delle famiglie mercantili edificati in uno stile moderno e fino ad allora mai visto, nuovi viali e quartieri, parchi e musei. Bruxelles è anche divenuta una delle capitali d’Europa giacché il Parlamento continentale, che dal 1979 viene eletto direttamente da tutti i cittadini dell’Unione, ha sede sia nella capitale belga che a Strasburgo. La scelta di avere due capitali e soprattutto due sedi parlamentari è stata spesso messa in discussione e criticata, dato che la sua fine potrebbe garantire risparmi milionari.

IN TRENO DA LONDRA IN MENO DI DUE ORE

Ma Bruxelles è diventata una città internazionale e cosmopolita anche grazie alla presenza del Parlamento Europeo e allo sviluppo dei trasporti: i treni ad alta velocità permettono di raggiungerla da Londra in meno di due ore, e in un tempo ancora minore dalle stazioni di Parigi, Amsterdam o Colonia.

20220202_Gare Centrale

SUL MONTE DELLE ARTI

Molti sono i luoghi da cui si può partire per visitare Bruxelles, anche se il più tradizionale è l’ampio spazio della Grand’Place – in flammingo Grote Markt – con il suo spettacolare colpo d’occhio rinascimentale, i banchi dei fiori e l’inarrestabile viavai all’ombra dell’alta torre cinquecentesca del Beffroi, il campanile gotico che domina il centro da poco meno di cento metri d’altezza. Lungo le tortuose vie medioevali, una passeggiata fra negozi di cioccolata e brasserie porta inevitabilmente alla statuetta del Manneken-Pis, che raffigura un bambino nell’atto di fare pipì (tradizione vuole che il maleducato ma eroico ragazzino abbia così spento la miccia di una bomba nemica). E ovviamente anche alla cattedrale gotica dedicata a San Michele, spettacolare costruzione del Duecento che conserva splendide vetrate cinquecentesche.

UNA VEDUTA DALL’ALTO

Ma per scoprire la Bruxelles della fine del secolo bisogna lasciare il centro antico e salire verso il Mont des Arts, la parte alta della città che confina con il grande Parc de Bruxelles e il palazzo reale. Qui si trovano i Musei Reali di Belle Arti che ospitano fra l’altro una famosa esposizione permanente dedicata a Magritte.  Nella parte bassa del complesso c’è il Musée Fin-de-Siècle dedicato all’arte, al design, alla poesia e alla vita quotidiana della città, divenuta agli inizi del Novecento una delle capitali europee della cultura. L’impressionismo e il simbolismo, la fotografia ai suoi albori e le grandi rivoluzioni urbane possono essere seguiti passo passo, in mezzo all’allegro vociare di scolaresche intente a dipingere e colorare davanti alle grandi opere del passato.

I QUARTIERI IN FERMENTO FUORI DAL CENTRO

Se Bruxelles divenne in quell’epoca una città d’avanguardia, oltre che alla pittura lo si deve soprattutto all’architettura. Tra il 1870 e il 1910 passò da 250.000 a 800.000 abitanti, sorsero quartieri fuori dal centro che divennero alla moda e furono apprezzati dalla borghesia locale anche grazie alla rete di tram e trasporti. In questo periodo di grande fermento si affermarono diversi progettisti e architetti fra cui Victor Horta e Paul Hankar, che rivoluzionarono case, stazioni e negozi. Il fabbricato dei grandi magazzini Old England, a un passo dal museo, ospita ora la grande raccolta degli strumenti musicali e offre una caffetteria all’ultimo piano. Venne progettato nel 1898, e gli ornamenti della facciata introducono al mondo dell’Art Nouveau.

20220202_Musee Fin de Siecle

NUOVE CONCEZIONI DEL DISEGNO

Per entrare però nel cuore dell’architettura di Horta il punto di partenza è il museo a lui dedicato, che si trova a sud del centro in Rue Américaine, non lontano dall’ampia Avenue Louise. La sua casa è un trionfo delle nuove concezioni del disegno: una splendida scala interna sale da un piano all’altro della luminosa abitazione, ben riscaldata e decorata con elementi metallici in piena vista, strutture in legno finemente lavorate che fanno di ogni porta un’opera d’arte, vetrate che proiettano la luce esterna in ogni angolo e mosaici, lumi elettrici e ceramiche che ne completano l’aspetto. In questa zona una piacevole passeggiata consente di vedere molti esempi di questa concezione artistica di cui Bruxelles è la capitale: tra questi, la dimora del pittore René Janssens in Rue Deffacoz 50, disegnata da Hankar, la casa studio di quest’ultimo in Rue Deffacoz 71 e l’Hotel Solvay progettato da Horta in Avenue Louise 224.

DAI FUMETTI ALL’UNIONE

Tornando verso il centro dopo questo percorso nei quartieri residenziali, anche nel cuore della città non mancano tracce dell’architettura dei primi del Novecento. Il Palais de Beaux Arts è stato infatti progettato da Horta, così come l’echeggiante sala degli arrivi della stazione centrale. Anche il fabbricato nato per ospitare i grandi magazzini Waucquez – al termine delle sfavillanti Galeries Saint-Hubert – porta la sua firma, ma all’interno offre ai visitatori un punto di vista completamente differente sul Belgio.

Visitando il Centre de la Bande Dessinée, il museo dedicato ai fumetti, si scopre infatti la passione quasi sconfinata dei belgi per gli eroi disegnati, oltre al fatto che molti di questi sono nati proprio dalle matite di fumettisti locali. Il celeberrimo Tintin (disegnato da Hergé) ci accoglie con la sua tuta gialla da astronauta, seguito dalle figure a grandezza naturale del fido capitano Haddock e del cagnolino Milou. I Puffi, passione di due generazioni di europei, sono scaturiti dalla fantasia del belga Péyo e hanno qui un loro spazio celebrativo insieme a molti altri personaggi vecchi e nuovi: chi ha una certa età li avrà probabilmente conosciuti sulle pagine di Linus e del Corriere dei Piccoli.

20220202_Parlamento Europeo, Parlamentarium2

CAPITALE EUROPEA

Dulcis in fundo, la libreria del museo, per chi conosce il francese, è una specie di grotta di Ali Babà ricolma di album vecchi, nuovi e antichi. Lasciati i fumetti e le loro trame avventurose, è venuto il momento di entrare in una storia decisamente più attuale e complicata. Qualche fermata d’autobus porta a raggiungere l’imponente complesso del Parlamento Europeo, nel cuore del quartiere Léopold. Dopo aver tanto sentito parlare della nostra cara e vecchia Unione è certamente un’emozione trovarsi di fronte ai palazzi davanti ai quali sventolano le ventotto bandiere dei paesi appartenenti, ascoltare in una ventina di lingue diverse il chiacchiericcio di funzionari, impiegati e lavoratori che entrano ed escono dalle porte massicce.

20220202_Centre Bande Dessinée_museo fumetti

IL MUSEO MULTIMEDIALE DEDICATO ALL’EUROPA

E proprio perché spesso si scopre che noi europei sappiamo pochissimo della nostra patria unitaria, può valere la pena visitare il Parlamentarium, il nuovo museo multimediale dedicato all’Europa, ai suoi popoli, alla sua storia e alle sue leggi.

Qui, lungo un itinerario realizzato con tecnologie d’avanguardia potremo ripassare (o scoprire) le date più significative della storia europea: il tutto passeggiando su un’enorme mappa del continente, chiedendo lumi a un computer montato su ruote sulle città che scorrono sotto i nostri piedi o sedendo in poltrona e guardando le interviste a decine di europei su ogni possibile tema economico e sociale. E ricordando che il frutto più prezioso della nostra unione è quello di vivere in una parte di mondo che ha avuto la grande fortuna di non conoscere più guerre e devastazioni.

20220202_Il belvedere Butte du Lion

LA CADUTA DELL’IMPERATORE

Il nostro viaggio verso il cuore di Bruxelles era partito da un campo di battaglia e qui, complice il bicentenario dello scontro che vide di fronte Napoleone e Wellington, è giusto tornare. Fermandoci però – prima di finire in un mondo fatto di squilli di tromba e colpi di cannone – in un luogo eccezionale, nato per ricordare un grande artista belga. Pittore, illustratore e scultore, Jean-Michel Folon è ricordato da una fondazione a lui dedicata che ha sede nelle antiche fattorie ai piedi del castello di La Hulpe. La sua opera, a cui si accede attraversando le pagine di un colossale libro che si apre apposta per il visitatore, è stata vastissima.

Sarà facile riconoscere le sue figure (spesso anonimi e poetici omini con cappotto e cappello scuro) che sono parte di quadri e fontane, manifesti pubblicitari e illustrazioni, sculture e dipinti. Attorno alla fattoria, un grande parco invoglia a una passeggiata o a una sosta tranquilla, a solo pochi chilometri di distanza da Waterloo.

20220202_Waterloo_QG di Napoleone

LA BATTAGLIA DI WATERLOO

La battaglia si svolse su un terreno molto ampio, composto da pascoli e creste, compreso all’incirca tra il quartier generale del duca di Wellington – che si trova nel centro della cittadina e ospita oggi un museo – e la piccola Ferme du Caillou, l’ultimo quartiere generale di Napoleone. In mezzo ai due luoghi è situato l’imponente monumento della Butte du Lion, un cono erboso che culmina con un belvedere e con l’imponente statua di un leone di ghisa risalente al 1821 che guarda verso il confine francese. Attorno, nella tarda primavera, il panorama dei campi è colorato dal giallo della colza e dal rosso dei papaveri che crescono tra i cereali. Ai piedi del mausoleo conviene visitare Le Panorama de la Bataille de Waterloo, una tela lunga centodieci metri e alta dodici che ricopre le pareti circolari dell’omonimo edificio, realizzata nel 1921 e che all’epoca fu una delle grandi meraviglie del luogo.

20220202_Waterloo_Butte du Lion, Panorama

IL MUSEO

Non mancano le sale video con i documentari storici e le spiegazioni sullo svolgimento della tragica giornata, nonché un negozio di gadget, libri, film, soldatini e memorabilia dedicati alla battaglia. Il frastuono dello scontro risuona a lungo nelle orecchie una volta lasciate le sale cinematografiche, e l’amaro ricordo dei 300.000 soldati di sette nazioni che si sono scontrati e dei 48.000 caduti in questo piccolo fazzoletto di campagna belga non può essere mitigato dagli squilli delle fanfare della Vieille Garde e dalle cornamuse dei Royal Highlanders.

Solo un po’ di silenzio nel piccolo giardino della fattoria, dove Napoleone passò la sua ultima notte da comandante invincibile, riporta poco alla volta alla tranquillità. E allora si possono provare a risentire i brontolii e le risate roche, le battute di spirito e i movimenti dei soldati della Guardia Imperiale (conosciuti con il soprannome di grognards, cioè brontoloni) che trascorsero nel frutteto l’ultima notte da uomini liberi a un passo dal loro imperatore.

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