Betlemme in Sicilia

A Mineo, nel cuore della provincia di Catania, durante le feste di dicembre l'intero paese si trasforma in una spontanea galleria di presepi costruiti dagli stessi abitanti. Che mettono in scena l'Avvento del Bambino anche in una tradizionale rievocazione in costume di antica origine.

Indice dell'itinerario

La valle dei Margi si trova a sud della Piana di Catania, disegnata da un semicerchio di colline tappezzate da distese di agrumi e solcate da un fiume, appunto il Margi, che vi scorre nel mezzo. Su una cresta sorge Caltagirone, famosa per le sue ceramiche, e aggrappati ai crinali altri centri di grande interesse come Mineo, Palagonia, Grammichele e Ramacca. Circa 2.500 anni fa queste e altre località formavano il regno di Ducezio, probabilmente nativo di Mineo, il quale creò una lega di città sicule indipendenti dalla Magna Grecia (vedi riquadro). Di quegli antichi fasti rimane oggi nel borgo solo un breve tratto di mura, ma nel corso del tempo Mineo ha avuto altre opportunità di salire alla ribalta: prima di tutto come luogo natale del grande scrittore e commediografo Luigi Capuana, e in tempi recenti come scenario di una suggestiva competizione presepistica che arriva a coinvolgere l’intera popolazione. Nel centro storico medioevale, tuttora ben conservato, ogni Natale i vicoli e i cortili diventano una sorta di teatro all’aperto dove gli abitanti si sfidano nella realizzazione di presepi sempre più complessi e originali. Già dai mesi precedenti ci si arma di pennelli, seghe, martelli, ma anche di dispositivi meccanici ed elettronici e quant’altro possa essere utile per creare nel segreto della propria casa, in un magazzino o in una vecchia stalla il nuovo presepio artistico: ogni anno, infatti, le opere devono essere completamente differenti da quelle che le hanno precedute, e così gli autori si danno da fare per riuscire a creare qualcosa di nuovo, e con risultati ogni volta sorprendenti. Ecco allora presepi che sono un capolavoro della miniatura, costruiti in una nicchia o incorniciati da una finestra, allestimenti grandiosi che hanno per sfondo un’intera parete o che arrivano ad occupare un ampio locale, spaziando dalle interpretazioni più tradizionali a quelle d’avanguardia: ma in tutti la manualità artigianale abbinata alla tecnologia danno origine a giochi di luci, scorrere di acque, musiche di sottofondo, animazione delle statuine. I visitatori, inoltre, ricevono una scheda per votare il presepe preferito, un semplice sistema per decretare il vincitore dell’anno. Altri paesani si uniscono a formare un folto gruppo di personaggi che danno vita, con costumi e arredi d’epoca, a un poliedrico presepe vivente che si dipana lungo le strade. La rappresentazione si articola in vari quadri che vedono protagonisti i mestieri e gli avvenimenti quotidiani della società siciliana di fine ‘800: dal pastore con le pecore che produce formaggio e ricotta alle donne intente a ricamare o a rammendare abiti, dal ciabattino che ripara le scarpe sull’uscio di casa al fabbro che forgia campanacci, dal maniscalco che ferra muli e cavalli al fornaio che sforna grandi forme di pane, dal contadino che vende i suoi prodotti agli avventori dell’osteria. Nelle piazzette, nei cortili o sotto gli archi delle stradelle medioevali si ammirano anche la ricostruzione di un angolo di mercato, un frantoio in cui vengono pressate le olive, un negozio di pescivendolo o un laboratorio di falegnameria. Questa rappresentazione natalizia è probabilmente ancora più remota, se si pensa che lo stesso Capuana (nato nel 1839) accenna nei suoi ricordi d’infanzia alla partecipazione a quel momento di fede popolare: “Avevo appena sei anni quando fui scelto a fare da Bambino Gesù in una specie di Mistero, che allora si recitava in Mineo…”. Oggi l’intero periodo delle festività decembrine è scandito dagli eventi che ruotano intorno alla rievocazione della Natività: mostre ed esposizioni, degustazioni di prodotti tipici della zona, visite alla vicina area archeologica di Rocchicella-Palikè, al Museo Civico, alla Biblioteca-Museo Capuana, all’Archivio Storico, al Museo Etnoantropologico e all’Osservatorio Sismico Corrado Guzzanti. Nel raggio di poche decine di chilometri si potrà poi spaziare verso mete quali Piazza Armerina, gli scavi di Aidone o di Kamarina, Palazzolo Acreide, Morgantina, la Riserva Naturale Bosco di Niscemi e naturalmente la costa, scegliendo lo Jonio o il Canale di Sicilia: Mineo si trova infatti a metà strada fra Gela e Catania, e chi vuole potrà concludere le vacanze di Natale con un soggiorno in riva al mare nel mite inverno dell’isola del sole.

Il regno di Ducezio
Quando nel 735 a.C. i Greci si insediarono lungo le coste della Sicilia, fondando Naxos, la popolazione si ritirò nell’entroterra in una coabitazione forzosa che per lungo tempo rimase relativamente pacifica. A far nascere un sentimento di rivolta contro gli invasori fu Ducezio, un personaggio molto carismatico che nel V secolo a.C. arrivò a dominare la scena politica della Sicilia orientale per un arco di tempo di oltre vent’anni. La sua prima impresa da generale fu la conquista di Katane, l’odierna Catania, riportandovi i Siculi rifugiatisi a Leontinoi e costringendo i Greci a trasferirsi a Inessa, da lui ribattezzata Etna. Nel 460 a.C. venne eletto re e un anno dopo ricostruì Mineo (Mene o Menaino), il luogo in cui sembra sia nato. Nel 453 fondò Palika, nei pressi dell’odierna Palagonia, e ne fece la capitale del suo stato. Nel 452 Syraka e Akragas, ovvero Siracusa e Agrigento, gli dichiararono guerra e Ducezio venne esiliato a Corinto. Nel 444 rientrò in Sicilia e fondò Kalè Aktè, presso l’odierna Caronia, dove morì in battaglia nel 440. Nello stesso anno la distruzione di Palika segnava la fine del suo regno, mentre i Greci avrebbero continuato a dominare la storia dell’isola fino all’arrivo dei Romani.

Il Museo Capuana
Dedicato alla figura dell’insigne scrittore, commediografo, drammaturgo e critico letterario, il Museo-Biblioteca Luigi Capuana è ospitato nella sua casa natale, un imponente palazzo ottocentesco a due piani. Di indubbio pregio lo studio tappezzato di giornali e riviste d’epoca, come pure di grande interesse i manoscritti, le opere a stampa, i cimeli, i quadri, il mobilio e in particolare lo scrittoio, la biblioteca personale e altri documenti (fra i quali ce ne sono alcuni della Repubblica Romana con firme di Mazzini, Garibaldi, Saffi, Dall’Ongaro). Di grande valore culturale i carteggi con intellettuali e scrittori suoi contemporanei quali Ibsen, Zola, Balzac, Verga, d’Annunzio. Il museo conserva inoltre una raccolta di fotografie scattate dallo stesso Capuana, che si dilettava da buon amatore in quest’arte e raccolse preziose testimonianze della vita e della storia di Mineo e dei suoi abitanti tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, nonché immagini rare di Balzac, Verga, Pirandello, De Roberto, Zola, Musco. Degni di nota anche incunaboli, cinquecentine e altri volumi provenienti da biblioteche dei Gesuiti e dei Padri Cappuccini.

PleinAir 425 – dicembre 2007

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio