Bessans, sulle tracce di Belle

A Bessans la neve è assicurata, e l’attenta gestione dei tracciati e della viabilità lancia un irresistibile richiamo agli amanti dello sci nordico e dei paesaggi invernali incontaminati. Non lontano dal confine italiano, andiamo a conoscere la natura dell’alta Valle dell’Arc e i villaggi alpini dove è ambientata la toccante storia del film Belle et Sébastien

Indice dell'itinerario

Gennaio 2014. In Val di Susa la neve è solo sulle cime. A Bardonecchia l’unico bianco è quello sulle piste a innevamento programmato. Ma anche al di là del traforo del Frejus la situazione non migliora: fitti boschi e scoscesi pendii senza neve dominano la stretta valle che la strada risale tra Modane, Termignon e Lanslebourg. Anche a Lanslevillard, ormai a 1.500 metri di quota, la neve è ancora scarsissima. Da qui la strada si alza con alcuni ampi tornanti e arriva ai 1.700 metri della sella Col de la Madeleine.

Al di là di questa, come per magia, appare un’immensa piana ricoperta di neve alta almeno mezzo metro. La strada attraversa con un lungo ponte il fiume Arc: si notano le tracce invitanti di una pista da fondo che corre parallela al torrente. Sulla sponda opposta la circonvallazione che d’estate aggira Bessans per portare a Bonneval-sur-Arc è chiusa al traffico. Il passaggio di due fondisti offre la risposta: anche la circonvallazione è diventata una pista da fondo, ideale benvenuto di un paese dove gli amanti dello sci nordico sono più importanti delle auto.

Bessans, le case lungo il torrente Arc
Bessans, le case lungo il torrente Arc

Non senza un po’ di timore percorriamo la vecchia strada che entra nel centro di Bessans, sulla quale devono transitare obbligatoriamente auto, bus e camper. Per fortuna tra le antiche case l’angusta via si sdoppia in due sensi unici e il traffico è decisamente ridotto. D’inverno il non lontano Col d’Iseran è chiuso al transito e gli unici pullman sono quelli che conducono i fondisti a Bessans e gli sciatori a Bonneval-sur-Arc, oltre alle navette che collegano le due località offrendo ai visitatori un’alternativa alla guida su strade innevate. Superata la strettoia, le case si diradano e si arriva all’incrocio con la circonvallazione: la strada prosegue diritta per Bonneval mentre a destra porta subito all’espace sportif Le Carreley che d’inverno ospita il centro fondo. Lungo il percorso si susseguono i parcheggi per pullman e auto, poi un cartello invita i camping car alla sosta in un ampio piazzale, innevato ma perfettamente piatto.

Bessans. uno scorcio del paese con il campanile gotico della chiesa di Sant’Antonio
Bessans. uno scorcio del paese con il campanile gotico della chiesa di Sant’Antonio

Difficile immaginare una sosta migliore: da un lato la parrocchiale dal campanile gotico, dall’altro la pista da fondo che si raggiunge con pochi passi, calzando gli sci sulla porta del nostro camper. Il centro fondo è moderno e attrezzatissimo; all’ingresso l’addetta ai pass in cambio di 48,80 euro ci fornisce il tesserino settimanale. Qui la neve è assicurata da un microclima particolare, che vede rapidi e frequenti passaggi dal sole alle nuvole, dal vento ad abbondanti nevicate. E si conserva a lungo grazie a temperature assai rigide (-15°C, ma scende fino a -25°C). Si direbbe che Bessans faccia di tutto per far sentire a loro agio i turisti. Da pochi anni ha puntato sullo sci di fondo ampliando la rete delle piste, rilanciando lo stadio di biathlon e costruendo nel 2008 il nuovo centro sportivo. Oggi la gestione degli impianti invernali occupa circa trenta addetti, affiancati da una decina di maestri di sci; inoltre il paese conta numerose attività commerciali, un impianto per carico e scarico dell’acqua nella zona occidentale e un’ampia rete di appartamenti ad affitto settimanale.

Ottanta con vista

La pista Hermine è un facile tracciato adatto anche ai bambini
La pista Hermine è un facile tracciato adatto anche ai bambini

Il sistema di piste si estende per circa 80 chilometri, con venti itinerari ben battuti e segnalati nelle biforcazioni. L’ampiezza del terreno permette di utilizzare grandi battipista che tracciano anche durante le nevicate due coppie di binari per il passo alternato e un’ampia fascia per il pattinato. I tracciati più frequentati sono quelli che dal centro fondo si dirigono verso l’alta valle: merito del terreno pianeggiante, dell’alternarsi di boschi e pascoli, dei bellissimi panorami con cime di oltre 3.000 metri e impressionanti pareti rocciose. Merito anche della Grange du Traverole, azienda agrituristica che offre un piacevole punto di ristoro a quattro chilometri dal centro fondo. Da lì la pista omonima prosegue ancora nella piana, mentre un ponte sull’Arc permette di passare in destra orografica con il tracciato di dieci chilometri denominato Rocher du Château. Quest’ultimo costeggia il fiume spingendosi più di ogni altro verso la testata della valle, poi torna a Traverole passando sotto le imponenti pareti del Rocher du Château, dove sono state scoperte antichissime pitture rupestri.

Grange du Traverole, un ristoro raggiungibile con gli sci ai piedi percorrendo quattro chilometri dal centro fondo
Grange du Traverole, un ristoro raggiungibile con gli sci ai piedi percorrendo quattro chilometri dal centro fondo

Le piste di questo settore si ricongiungono presso i moderni edifici del centro vacanze La Bessannaise e tornano a Le Carreley. In alternativa si può seguire la pista Arc che in nove chilometri passa sotto il grande ponte della carrozzabile e costeggia il torrente fino a Bessans, arrivando non al centro fondo ma nei pressi di un piccolo skilift. Per tornare rapidamente a Le Carreley si devono togliere gli sci e attraversare il paese salendo alla parrocchiale; si può anche proseguire con gli sci per almeno sette chilometri, effettuando una prima esplorazione verso ovest. Si continua così sulla pista Arc che costeggia il torrente e alcuni laghetti innevati, passa sotto il grande ponte della carrozzabile e con una rampa risale all’altopiano di Traribon, dove diversi tracciati più o meno lunghi riportano al centro fondo. Qui le ondulazioni del terreno hanno permesso di tracciare piste più tecniche, come l’Aigle (otto chilometri) e l’impegnativa Barmette, quattro chilometri di continui saliscendi.

La pista Duvallon segue il corso dell’Arc, il fiume che lambisce l’abitato di Bessans
La pista Duvallon segue il corso dell’Arc, il fiume che lambisce l’abitato di Bessans

Per chi cerca tracciati tecnici in solitudine ci sono le piste che si spingono più a ovest: la Diablesse, un percorso di otto chilometri che parte dallo skilift, costeggia l’Arc e a saliscendi tocca le baite di La Chalp per tornare al torrente. Qui, invece di rientrare subito, si può prendere a destra la pista Gran Duc (undici chilometri) che transita sotto il ponte della carrozzabile, prosegue in destra orografica, supera l’Arc su un ponticello e lo affianca ancora per poi salire nel bosco dove si snoda a lungo prima di tornare nella piana di Traribon. Concatenando fra di loro le diverse piste è possibile sciare per oltre 40 chilometri su tracciati sempre diversi, da un estremo all’altro della piana.

Tracciato riservato al passo alternato
Tracciato riservato al passo alternato

Ma Bessans riserva altre sorprese. Ad esempio una pista d’altri tempi con una sola coppia di binari per il passo alternato tracciati con una motoslitta e indicati da bastoncini blu. Dal centro fondo punta verso ovest entrando in un fitto bosco, poi tocca La Goulaz, minuscolo villaggio raggiungibile d’inverno solo con sci o ciaspole. Per completare l’offerta ci sono una pista per cani da slitta e lo stadio del biathlon dove vengono ad allenarsi anche atleti scandinavi, grazie all’ottimo livello di innevamento e di organizzazione.

Sentieri d’inverno

Visita guidata alla chiesa di San Sebastiano a Lansevillard
Visita guidata alla chiesa di San Sebastiano a Lansevillard

Per chi non scia sono disponibili quindici chilometri di pistes pietons raquette, itinerari tracciati nella neve da percorrere a piedi, con o senza ciaspole. Le possibilità di escursioni con le ciaspole su neve fresca sono invece ridotte; gli scoscesi pendii che dominano la piana sono battuti da imponenti valanghe ed è assai rischioso avventurarsi senza una guida esperta fuori dai tracciati battuti. Il più interessante conduce a Le Villaron: si segue uno degli itinerari che vanno verso est fino a La Bessanaise, dove si attraversa la carrozzabile e si percorre l’itinerario Ecureuil. Quindi si raggiunge la cappella Notre-Dame-des- Grâces e si percorre il ponte sull’Arc. La stradina innevata si dirige a destra, ma con le ciaspole si sale direttamente verso Le Villaron. Fra i prati innevati si può fare un giro intorno alle case ben restaurate del villaggio e scorgere piccoli branchi di camosci sui pendii sovrastanti.

Bonneval sur Arc
Bonneval sur Arc

Per chi ama la discesa sono disponibili il piccolo skilift di Bessans (più adatto ai principianti) e le piste di Bonneval- sur-Arc, un piccolo borgo ben ristrutturato al quale si affiancano case in pietra costruite pochi decenni fa. In caso di brutto tempo si può invece scegliere tra le numerose iniziative dell’ufficio turistico. Si inizia con l’aperitivo di benvenuto, si prosegue con il tiro del biathlon, le visite a un produttore di salumi, di una bergerie e dell’erablo, l’antica abitazione di Bessans. A tal proposito, i racconti che si tenevano nella stalla dell’erablo vengono riproposti con una rappresentazione della veille bessanaise da parte di un gruppo di abitanti. Si tengono anche una serata di leggende intorno al fuoco e una proiezione di film sulla Grande Odyssée, la corsa a tappe di cani da slitta che si svolge ogni anno sulle montagne della Maurienne. E ancora, è in programma la visita guidata alla cappella di Saint Antoine, interamente affrescata alla fine del XV secolo. Della stessa epoca ma ancor meglio conservati sono gli affreschi gotici della cappella di Saint Sebastien di Laslevillard. Il visitatore attento noterà tra i dipinti diversi diavoli, gli stessi che compaiono ovunque a Bessans. Non si sa come sia nata questa passione tra gli scultori del paese, ma oggi ve ne sono sopra la fontana, nelle insegne dei negozi, in vendita nei laboratori degli artisti locali. Da non perdere poi una sosta nei due caseifici che propongono il raro formaggio Beaufort dal sapore intenso, prodotto solo in questa valle e nel vicino Beufortin, a cui si affiancano diversi formaggi d’alpeggio.

Un diavolo in una strada di Bessans
Un diavolo in una strada di Bessans

Dopo una settimana tra i grandi spazi dell’Haute Maurienne sarebbe un peccato ripercorrere al rientro la strada nello stretto fondovalle. Per godere ancora di ampi panorami si può seguire un tracciato più piacevole: poco dopo Termignon si svolta a destra per Sollières, si sale a Sardières e si prosegue alti sulla valle fino ad Aussois, che oltre alle piste da sci conserva un bel centro storico e una chiesa con altare barocco. Infine si scende a Modane e si rientra nel tunnel.

Amicizia ad alta quota

Nicola Vanier, il regista, con i protagonisti di "Belle et Sebastien"
Nicola Vanier, il regista, con i protagonisti di “Belle et Sebastien”

In ogni vetrina di Bessans è affissa la locandina del film Belle et Sébastien.Tutti qui hanno visto la pellicola e molti hanno partecipato come comparse alle riprese. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, il lungometraggio narra la storia di Sébastien, un giovanissimo pastore che fa amicizia con un patou (cane dei Pirenei) femmina di nome Belle. In paese tutti pensano che sia lei la responsabile dell’uccisione di numerose pecore, e nessuno all’inizio crede a Sébastien che la descrive come innocua. La vicenda s’intreccia con la presenza delle truppe tedesche e l’attività clandestina di alcuni abitanti che aiutano gli ebrei a fuggire attraverso le montagne. Così il terzo protagonista del film è proprio la montagna, ritratta con estrema bravura da Nicola Vanier, il regista che si è immerso tra la gente di Bessans e i panorami del Parc de la Vanoise. Il risultato è un affascinante film di natura, storia e vita alpina che, uscito in Italia lo scorso febbraio, in pochi giorni si è aggiudicato il primo posto ai box office.

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