Belle e Incoronate

Coste protette, fondali da sogno, paesaggi capaci di regalare grandi emozioni: le isole Kornati sono un angolo di Adriatico intatto e selvaggio, ideale per il turismo nautico e per un pleinair sportivo ed essenziale.

Indice dell'itinerario

Gocce e lingue di pietra circondate da acque di un blu irresistibile, spiagge immacolate e baie trasparenti raggiungibili solo in barca, selvagge scogliere che fronteggiano un firmamento di onde, fondali pronti a sgranare un caleidoscopio di colori. Una manciata di chilometri al largo di Zara, l’incontro fra natura e bellezza porta il nome delle isole Kornati. “Attraversate da sciabolate di fasci di luce, le notti alle Incoronate sono popolate da sagome di roccia bianca sotto il chiarore della luna e delle stelle, e l’oscurità a tratti è punteggiata dalle luci delle lampare di pescatori in cerca di grossi dentici che là assieme ai branzini, dicono, saltano da soli nelle reti quando il mare non è stregato. Isole incantevoli e spaventose, con paesaggi ora selvaggi ora idilliaci: deserti di pietra, oasi di pinete e oliveti, quiete baie, scogli e isolotti sferzati da un mare furioso, rifugi di pirati liburni, almissani e uscocchi e cimiteri di biremi e triremi romane e galee veneziane, chiesette antiche costruite da eremiti, raffiche salse di bora, scirocco e maestrale, qualche vigneto lungo la costa e, qua e là, magri prati per le pecore …”. Così, di emozione in emozione, ce le racconta lo scrittore italo-austriaco Hans Kitzmüller. E l’elenco potrebbe continuare a lungo considerando le 140 tra isole e isolette – alcune poco più che scogli – tutelate da un parco nazionale istituito nel 1980. L’area protetta, lunga 35 chilometri e larga 13, comprende anche gli isolotti di Purana, Pula, Samograd e la propaggine più meridionale di Dugi Otok, l’Isola Lunga: terre che risuonano dell’eco di leggende antichissime, secondo le quali l’arcipelago fu creato dagli dei con le lacrime delle stelle e il respiro del mare, o da un pugno di rocce avanzate dalla Creazione e scagliate nel mare da Dio che, contento del risultato, decise di lasciarle lì com’erano.

Per chiunque covi un desiderio di esotismo, le Kornati sono la giusta meta dietro l’angolo: si troverà un mondo fatto quasi solo di mare, dove il turismo di massa non ha mai messo piede, ed è forse proprio questa la caratteristica che le rende uno dei luoghi di villeggiatura più apprezzati della Croazia. Dalle coste frastagliate alle colline rocciose tormentate da doline e dirupi non si vedranno mai alberghi, ristoranti o locali alla moda, ma solo chilometri e chilometri di muretti a secco che raccontano la storia di un’economia agropastorale; l’aspetto brullo dei rilievi interni è dovuto all’incontrollato disboscamento esercitato dalla Repubblica di Venezia durante la sua dominazione, per rifornirsi di legname con cui costruire le navi. A ricordare il mare, tra oasi di pini, olivi, fichi e rari filari di vite, piccoli villaggi affacciati sulla costa dove i pochi residenti si dedicano alla pesca.
Essendo praticamente prive di strade, il modo migliore per visitare le Kornati è dall’acqua. In questo caso abbiamo scelto una barca a vela, programmando un itinerario in sei tappe con partenza da Zara; chi si trova invece nei pressi di Sebenico potrà partire dall’isola di Murter, dove sono a disposizione imbarcazioni a noleggio.


 

Le Kornati in barca a vela

A Pasman, nel parco delle Kornati il laghetto salato di Dugi Otok
A Pasman, nel parco delle Kornati il laghetto salato di Dugi Otok

Primo giorno: Dugi Otok (Isola Lunga)

Da Zara, superato lo stretto che separa le isole Ugljan e Pasman (vedi approfondimenti), si raggiunge la propaggine più meridionale di Dugi Otok e l’abitato di Sali, un paesino marinaro raccolto intorno al porticciolo con la grande industria peschereccia e i caratteristici caffè; meritano una visita le case gotico-rinascimentali e una chiesa del XV secolo.

 

Secondo giorno: il parco naturale di Telascica

L'approdo di Luka Telascica
L’approdo di Luka Telascica

Si prosegue intorno all’Isola Lunga verso sud-ovest entrando nel parco naturale, un territorio di estremo interesse paesaggistico che si sviluppa intorno all’omonimo fiordo. Dopo aver veleggiato tra le insenature, si raggiunge la banchina di una tipica trattoria per gustare un pranzo a base di pesce (orate, branzini dentici, seppie). Nel primo pomeriggio si consigliano escursioni nelle immediate vicinanze: sono itinerari di poche ore che permettono di scoprire un bosco di pini popolato dai mufloni, un lago salato e le alte scogliere affacciate sulla costa occidentale.

 

Terzo giorno: da Sestrica a Vrulje

un eccellente belvedere sulle Kornati lo offre i resti della fortezza di San Michele, nell'isola di Ugljan
un eccellente belvedere sulle Kornati lo offre i resti della fortezza di San Michele, nell’isola di Ugljan

Navigando lungo lo stretto di Mala Proversa, dove spiccano i resti di una villa romana, si costeggia l’alto faro di Sestrica (41 metri), porta d’accesso al parco. Si può decidere di approdare in una delle tante baie smeraldine, incorniciate da rocce di severità lunare tra le quali si mimetizzano antiche torri illiriche, ciò che rimane di qualche villaggio preromanico e i ruderi di fortezze del periodo della Serenissima.
Passando tra le isole Obrucan (Mali e Veli, cioè grande e piccola) e Susica, si arriva a Levrnaka. Le baie Prisliga e Lojena sono punteggiate da solitari ulivi all’ombra dei quali sorgono piccole case in pietra dove d’estate, insieme alle greggi, vengono ad abitare famiglie di pastori dell’isola di Murter o della costa continentale. Interessanti anche Borovnik, Balun e Mana: quest’ultima, dominata da una vecchia fortezza, sul versante occidentale è caratterizzata da un’alta e impressionante falesia (rifugio prediletto di a cormorani, gabbiani reali e berte) che scende a picco tra i flutti color cobalto.
Sfiorando l’isola di Bisaga si attracca a Vrulje, il maggior centro dell’isola di Kornat e di tutto l’arcipelago. Dopo un giro tra le rustiche abitazioni, ci si può sedere in compagnia degli isolani per sorseggiare una travarica, grappa aromatizzata alle erbe, o uno slivoviz, distillato di prugne.

 

Quarto giorno: Kornat

Sull'isola di Ugljan uno splendido panorama dalla fortezza di San Michele verso il canale di Zara
Sull’isola di Ugljan uno splendido panorama dalla fortezza di San Michele verso il canale di Zara

L’isola maggiore delle Incoronate (oltre 32 chilometri quadrati) merita un’intera giornata da dedicare alle escursioni a piedi lungo un universo fatto di solo calcare.
Il primo dei due percorsi con partenza da Vrulje, diretto a sud-est, si sviluppa per circa 6 chilometri e mezzo. Dalla parte posteriore dell’abitato si segue una strada che 500 metri più avanti incrocia un bivio: a destra si prende un sentiero che in un chilometro circa si affaccia sull’insenatura Pivcena, con viste sulle isole Rasip e Piskera. Ritornando al bivio, si prosegue per la via principale e si continua lungo il versante meridionale dell’altura Dragovinjak, dove sorgono costruzioni in pietra. Camminando per altri 2 chilometri (sono possibili piacevoli incontri con testuggini terrestri), la sterrata diventa sentiero puntando in direzione del Bozikov Stan e della collina Ropotnjak e quindi, affacciandosi nell’insenatura Ropotnica, raggiunge la meta.
Il secondo itinerario, diretto a nord-ovest e lungo poco più di 7 chilometri, si divide tra sentieri e percorso libero: da Vrulje conduce prima alla Vela Ploca, un’enorme lastra calcarea di un ettaro inclinata di 40 gradi rispetto alla superficie, e poi, puntando per la collina Metlina, cavalca una serie di rilievi panoramicissimi, arsi dal sole e battuti dai venti. Dopo una serie di saliscendi erosi dalla salsedine trasportata dai venti e pennellati da ciuffi di salvia selvatica, si tocca la cima del Metlina e in un chilometro si scivola nel villaggio di pescatori di Kravljacica, annidato nella baia di Striznja. Costeggiando dei muretti a secco, la tappa successiva è la piccola chiesetta Gospe o Toraca con alle spalle i ruderi della Tureta, un’antica torre di avvistamento immersa in un pianoro erboso dove non è difficile scorgere greggi di pecore e capre al pascolo. Si riprende lungocosta per circa un chilometro e mezzo fino a raggiungere il villaggio Lucica, nell’omonima baia. Da qui si torna a Vrulje.

 

Quinto giorno: Piskera

La marina del capoluogo Preko
La marina del capoluogo Preko

E’ una delle isole più frequentate delle Kornati, sorprendente soprattutto grazie alle vertiginose falesie che precipitano per più di 100 metri. Approdati all’attrezzata Marina ACI e fatto rifornimento al market, si può far sosta nel campeggio situato nella rigogliosa pineta. Per la cena si può assaporare la gastronomia isolana: il semplice brodet, la pasticada (carne di manzo in umido con contorno di maccheroni), l’inbusada (insalata di pomodori speziati), i raznijci (spiedini di maiale con olive e formaggio) e ancora orate, calamari, seppie, scampi, aragoste e pesce azzurro cucinato in ogni modo, dalle grigliate alle fritture e dai risotti alle zuppe. Il tutto, ovviamente, accompagnato dall’ottimo vino locale.

 

Sesto giorno: da Piskera a Kurba

Una barca a vela in navigazione sottocosta
Una barca a vela in navigazione sottocosta

Lasciata Piskera, si naviga per diverse miglia in selvaggia solitudine. Di fronte alla sfilata di falesie a picco sul mare, lunghe teorie di rocce e scogli dalle forme bizzarre, si capisce perché in un lontano passato la fantasia popolare abbia attribuito ad alcune isole nomi stravaganti come quello di Babina Guzica (sedere della nonna).
Prima tappa è il fiordo di Lavsa, dove concedersi un rilassante snorkeling tra fondali da sogno. Veleggiando lungo il Kornatski Kanal si distinguono per grandezza le isole Gustac Kasella, Lunga, Skulj, Vela Smokvica e Ravini Zakan: in quest’ultima conviene approdare nello spartano ma caratteristico campeggio affiancato da qualche casetta adibita a trattoria, una tappa da non mancare per i buongustai del pesce. Ripresa la navigazione, si transita non lontano da Kameni Zakan sfilando davanti alle isole Garmenjak, Okljuc e Kurba, dalla quale s’inverte la rotta per rientrare a Piskera.

 

 

 

 

 

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