Baci e bici da Ferrara

Tirate giù le biciclette dal camper e seguiteci in un inedito percorso tra le valli del Delta ferrarese. Non prima però di un'entusiasmante pedalata nella capitale italiana delle dueruote.

Indice dell'itinerario

Lo fanno tutti. “Il professore lo fa, i suoi studenti anche, le anziane signore pure, così come i ragazzini che ovunque, nel resto d’Italia, girano in scooter: tutta Ferrara gira in bicicletta”. Citando Jacko Hassenmeier, noto giornalista tedesco di turismo, così scrive Gianni Stefanati – coordinatore dell’Ufficio Biciclette del Comune di Ferrara – in un opuscolo edito proprio dal suo ufficio. I dati, d’altra parte, parlano chiaro: quasi 102.000 dei 130.000 residenti utilizzano regolarmente la bici, in una città in cui solo il 24% degli abitanti prende l’auto per andare a fare la spesa.
«A Ferrara più del 30% degli spostamenti totali è fatta pedalando: un dato sorprendente in Italia – osserva Stefanati – che ci ha convinto a lanciare nel 1995 un piano per favorire la bicicletta e il suo uso quotidiano, aderendo alla rete Cities for Cyclists che raccoglie ormai 32 città di 14 nazioni europee e aprendo un confronto con le altre realtà». Compito del coordinatore è diventato pertanto quello di vagliare ogni progetto riguardante la città col filtro della bicicletta; ogni politica amministrativa nei campi più diversi – come l’ambiente, l’urbanistica, la viabilità, il turismo, la cultura – viene definita tenendo conto delle esigenze dei ciclisti. Sono loro i veri padroni delle strade, almeno in centro: chi gira per Ferrara, inevitabilmente, resta colpito non solo dalla quantità incredibile di biciclette ma anche dall’uso disinvolto che se ne fa. I molti giornalisti che giungono in città dall’estero scrivono articoli pieni di meraviglia: “Allo straniero può sembrare talvolta che i ferraresi siano nati sulle loro biciclette: sul sellino leggono il giornale, guardano le vetrine, fanno visita ai defunti, si segnano velocemente quando passano davanti a una chiesa pedalando disinvoltamente” (così annotava Rita Henss già nel 1998 sulla Frankfurter Rundschau, uno dei maggiori quotidiani tedeschi).
Per il cicloturista forestiero l’interesse maggiore è dato dalla Circonvallazione Ciclabile che racchiude tutta Ferrara: si tratta di una pista doppia che corre sotto e sopra le antiche mura del 1492. E’ un ottimo modo per prendere contatto con la città, per poi visitare il centro e infine uscire verso il mitico Delta del Po, con Comacchio e le Valli, dove abbiamo intenzione di arrivare. Ma affrontare in bicicletta questo immenso territorio di secolari bonifiche è una sfida non da poco. Una sfida mentale, piuttosto che fisica: mancano i dislivelli, ma l’ipnotico susseguirsi delle immense pianure e delle strade dritte come fusi, e l’assenza di altri elementi verticali che non siano i campanili dei paesi, se affascina i sensi e lo sguardo, fa dimenticare le distanze a volte tutt’altro che insignificanti.
Prima, perciò, con l’aiuto insostituibile dell’Ufficio del Turismo della Provincia, abbiamo individuato un itinerario ad anello che all’andata procede fino al mare su strade secondarie, molto tranquille anche se aperte al traffico, e al ritorno utilizza la pista portante del sistema ciclabile ferrarese, quella Destra Po che corre sull’argine del fiume.
E’ nel complesso un percorso davvero per tutti, privo di difficoltà (se non qualche piccolo problema di orientamento) e che di certo non può lasciare indifferenti gli amanti della natura, dell’arte e ovviamente della bicicletta.

Da Ferrara a Ostellato
Il punto di partenza naturale da Ferrara è il Castello Estense, ma se si utilizza il campeggio (poco fuori delle mura, verso nord) conviene imboccare la pista ciclabile delle mura dalla zona di Via Porta Catena. A ogni modo, seguendo gli ampi e drittissimi viali cittadini, non è certo difficile immettersi sulla circonvallazione. I tratti più belli sono quello verso nord, tra Piazzale San Giovanni e Porta Po dove la pista corre sul vertice delle mura, e quello sud dove invece il tracciato corre alla base degli splendidi baluardi. Bisogna prestare attenzione solo sul lato sud-ovest, tra Corso Isonzo e Porta Po: qui le mura sembrano sparire ingoiate da costruzioni moderne (la zona venne bombardata durante l’ultima guerra). Dopo il circuito delle mura, si punta verso il centro grazie all’asse Via Cavour-Corso della Giovecca, per visitare il castello e tutto il retrostante borgo rinascimentale, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Ci sono da scoprire autentiche meraviglie, vicoli intatti, scorci magici… e si è sempre circondati dal frusciare delle dueruote. Subito dopo occorre imboccare nuovamente Corso della Giovecca verso Piazzale Medaglie d’Oro, per andare a prendere Via di Pomposa. Si superano le mura alla Punta della Giovecca e si va dritti fino al semaforo successivo, dove si gira a destra verso Pontegradella. Si segue la comodissima pista ciclabile che termina all’ingresso del paese e da qui la provinciale 20 per Baura, fino a un ponte sulla destra: lo si attraversa, quindi si svolta a sinistra sulla provinciale Ferrara-Formignana che prosegue in ambiente tranquillo, con poche auto e ariosi paesaggi sulla campagna. Poco dopo la strada curva a sinistra e, al successivo bivio, si va a destra verso Contrapò. Si prosegue in piano e ci si affianca in breve al Po di Volano (fin qui sono 15 chilometri): il paesaggio è quello tipico padano, molto piacevole. Si lascia a sinistra il bivio per Fossalta e si procede dritti lungo l’argine fino a Viconovo, passato il quale si arriva ad Albarea. Questi borghi, sorti lungo il canale del Po di Volano, erano in tempi passati scali fluviali per le merci e gli uomini. Hanno tutti il medesimo aspetto: poche case strette attorno a un campanile svettante. Si arriva quindi a Denore e si gira verso sinistra in direzione di Sabbioncello San Vittore. Passato il ponte sul fiume, si svolta subito a destra in una curva a gomito proseguendo paralleli all’argine; al bivio successivo, si va a destra fino alla bella Villa della Mensa del XV secolo. Qui si imbocca la stradina sterrata sulla destra, che in breve diviene asfaltata e s’inoltra in una verdissima campagna sempre vicino al fiume. Si giunge così alla Chiusa di Valpagliaro, utilizzata per la navigazione fluviale, nei cui pressi si trovano i resti di un antico mulino. Andando oltre, si arriva a Final di Rero (sin qui, 28 chilometri) e all’incrocio successivo si prende la stradina immersa nel verde che costeggia ancora il fiume, fino al bivio per Rero dove si prosegue dritti verso Medelana. Nel punto in cui la strada curva nettamente a destra si passa sul ponte fino a ricollegarsi con la provinciale: si va a sinistra, attraversando Medelana e Rovereto e al bivio successivo si prende a sinistra in direzione di Ostellato. Passata l’autostrada, s’imbocca a sinistra la pista ciclabile: superato il bivio per una bella chiesa romanica (merita una visita), a quello successivo si prosegue a sinistra in direzione Codigoro-Ostellato. All’ingresso di Dogato la pista ciclabile termina: dopo altri 2 chilometri c’è il bivio a destra per Ostellato dove si arriva dopo aver percorso altri 2 chilometri e mezzo (in totale 42 chilometri, tutti pianeggianti).

Da Ostellato a Comacchio
Si seguono le indicazioni per le Valli di Ostellato (bivio sulla destra rispetto alla strada di arrivo in paese). Dopo circa un chilometro e mezzo si va a sinistra e poco dopo a destra, lungo una stradina che segue il bordo delle Valli. Si incontra un bivio a destra per il piacevole itinerario denominato Percorso Naturalistico Vallette-Valle San Camillo che permette di dare un’occhiata a questa piccola distesa d’acqua molto ricca di fauna. Si segue poi la parallela strada bianca fino a un allevamento di cavalli di razza Delta (derivano da quelli delle Camargue) e ad alcune delle sculture che costituiscono il museo all’aperto Cielo Stellato.
Poco più avanti si entra nel Villaggio Natura, dove si trova un’area di sosta a pagamento per camper e tende, oltre a una serie di servizi per il turista pleinair tra cui la possibilità di affittare le bici o guardare le stelle nel piccolo osservatorio astronomico; ci sono anche percorsi pedonali, ciclabili e punti per l’osservazione della fauna, che conta fra l’altro una colonia di cicogne. Il centro chiude solo per una quindicina di giorni nel periodo natalizio. Tornati sulla strada asfaltata, al bivio d’ingresso al villaggio si va a destra e arrivati a una rotonda si prende la direzione Comacchio-Migliarino, seguendo poi sulla Provinciale 1 le indicazioni per Comacchio. La strada è molto bella e piacevole ma è bene prestare attenzione al traffico, anche se non molto intenso. Si procede avendo sulla destra l’Idrovia Ferrarese. Poco prima di Comacchio si svolta a destra passando sul piccolo ponte levatoio (indicazioni per Anita) e superando l’impianto idrovoro di Fosse. Tralasciato un primo bivio a sinistra, si va dritti e in corrispondenza di una curva si segue la strada principale, si supera la Strada Trieste a sinistra e si imbocca, sempre a sinistra, la Strada Fiume (indicazioni per il Museo delle Valli). A un incrocio si svolta a destra su Strada Istria imboccando quindi la Strada Pola che sbuca sull’Argine Fattibello. Un sentiero ciclabile segue il vertice dell’argine che avremo di fronte e conviene quindi salirvi. A destra si va verso Stazione Foce, con bel panorama sulle Valli di Comacchio, da dove parte il battello turistico che consente di fare un giro nella laguna.
Andando a sinistra, invece, ci si dirige verso Comacchio avendo accanto i numerosi bilancioni per la pesca delle anguille. Il sentiero termina di fronte al paese da cui ci separa un canale, ma il ponte di collegamento è crollato (verrà ricostruito nei prossimi anni): perciò dobbiamo tornare appena indietro e, al bivio, prendere a destra su Strada Istria fino a un ulteriore bivio dove si va a destra per Canale Pega, poi ancora a destra (indicazioni per Comacchio). Passato il ponte si piega a destra e, all’incrocio, a sinistra verso il paese dove si arriva dopo circa 8 chilometri (in totale, 51 chilometri).

Da Comacchio a Pomposa e Mesola
Quest’ultimo tratto del nostro itinerario è piuttosto lungo, ma ben modulabile a seconda delle esigenze e delle proprie capacità fisiche. Dopo aver visitato il bel centro storico di Comacchio, caratterizzato dal famoso Trepponti e da strade d’acqua come una piccola Venezia, si imbocca la Via Marina che segue l’argine del canale e arriva a Porto Garibaldi, caratteristico per la presenza dei pescherecci (e meta di numerosi equipaggi in camper).
Al termine della strada, poco prima del pontile, si gira a sinistra lungo la provinciale Ferrara-Mare che segue tutti i lidi: l’ambiente, forse non molto piacevole e sconsigliabile in piena estate, fuori stagione è quanto mai tranquillo. Poco prima della rotonda che immette sulla Romea, si prende a destra una strada che porta in una bella zona campestre e termina in prossimità di un cancello e un bivio (fin qui, 12 chilometri). Si va verso sinistra per Lido delle Nazioni, all’incrocio successivo si svolta a destra, si prosegue tralasciando un bivio e si giunge a un grosso incrocio dove si va dritti seguendo le indicazioni per Pomposa. Dopo una serie di curve, si comincia a intravvedere il Lago delle Nazioni e ci si immette così sulla Strada Panoramica Acciaioli che consente una bella vista sulla Valle Bertuzzi, una straordinaria area umida ricchissima di avifauna (soprattutto anatidi, ma anche rapaci e fenicotteri). Subito dopo le indicazioni per l’Hotel Spiaggia Romea si trova, sulla sinistra, un’altana per il birdwatching.
Si passa vicino a Vallenuova, poi la strada curva a destra; arrivati a un bivio, si va a sinistra verso Pomposa e, superato un ponte, si entra a Volano, frazione di Codigoro. Si gira quindi a destra verso Porticino e Bosco Mesola, si oltrepassa una piccola chiesa e ci si immette su un lungo rettilineo: superata un’aviosuperficie, in breve si inizia a vedere il Bosco della Mesola. Poco prima dell’ingresso nel bosco si incontra l’Orto Botanico Il Giardino del Delta. La strada costeggia l’area verde fino al cancello d’ingresso: un giro in bicicletta all’interno richiede almeno un’ora. Si prosegue fino a sbucare su una strada asfaltata: si va a sinistra e si gira poco dopo a destra per Alberazzo-Torre Abate, immettendosi su un rettilineo che passa accanto alle aree umide della Torre dell’Abate, bellissimo esempio di ingegneria idraulica risalente al XVI secolo. Dopo una passeggiata lungo gli stagni che circondano l’edificio si continua in direzione del castello di Mesola: al bivio si va a sinistra per Mesola e si passa accanto al Bosco di Santa Giustina. All’altezza di una curva s’imbocca la stradina sulla destra, si costeggia il bosco e – un po’ più lontano – l’argine del Po: raggiunto un incrocio a T, si va a sinistra proseguendo dritti finché la strada restringe, passa nel bosco in ambiente fresco e verdissimo e, all’incrocio successivo, va a destra su Via Refugio immettendosi così sulla stradina sterrata che entra nuovamente nel bosco.
Si arriva quindi a un incrocio e si va a sinistra verso l’argine del Po: vi si sale (questa è la pista ciclabile Destra Po) e si va a sinistra fino al Castello di Mesola, sede di un centro di educazione ambientale del Parco del Delta. Dopo la visita al castello, si risale sull’argine e si prosegue fino a Massenzatica: qui si può lasciare la ciclabile per girare a sinistra e dare un’occhiata alla Riserva Naturale delle Dune Fossili. Proseguendo sempre dritti (su strade però un po’ trafficate) si superano Italba e Pontelagorino per arrivare a Pontemaodino e da qui, girando a sinistra, all’Abbazia di Pomposa (raggiungibile anche andando dritti da Volano). Da Pomposa si può tornare brevemente indietro e imboccare sulla sinistra Via delle Starne, seguendo poi la strada fino a Bosco Mesola (bivio a destra, poi curva a sinistra) per immettersi nuovamente sul percorso principale (in totale, 120 chilometri).
Come già detto, seguendo la Destra Po (che nel servizio seguente è descritta in senso contrario) è possibile tornare verso Ferrara: prima fino a Pontelagoscuro (60 chilometri) e poi al capoluogo lungo la ciclabile del Parco Urbano.

Ringraziamo per la preziosa collaborazione tutto lo staff dell’Ufficio del Turismo della Provincia di Ferrara, in modo particolare Wilma Dal Cin che ci ha guidato alla scoperta della città.

PleinAir 374 – settembre 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio