Azzurro in fiore

Ritorna, puntuale con la primavera, Coloriamo i Cieli: l'incontro internazionale di aquilonisti che si tiene ogni due anni a Castiglione del Lago. Un motivo in più per dirigere il camper sulle rive del Trasimeno.

Indice dell'itinerario

Chiamato anche Borea, per gli antichi greci Aquilone era il vento freddo del nord, figlio di Astreo e di Eos, l’Aurora: nell’Iliade è descritto come un cavallo, in altre opere classiche come un uomo alato.
Per noi invece questo nome indica il primo manufatto capace di volare, inventato – secondo la maggior parte degli storici – in Cina. Realizzato inizialmente con seta e bambù, l’aquilone rimase a lungo un prezioso giocattolo riservato ai nobili, ma circa due secoli prima di Cristo l’invenzione della carta lo rese popolare. La tradizione vorrebbe fissarne la nascita al 196 a.C., quando il generale Han Hsin ne fece volare uno per misurare la distanza fra le sue truppe e la fortezza nemica da espugnare. Missionari e commercianti lo diffusero poi nel resto d’Oriente, dove assunse significati rituali che ancora oggi sopravvivono: in Corea, per esempio, si affidano ad essi il nome e il destino dei bambini appena nati, in Giappone si chiede loro di allontanare gli spiriti maligni, in Thailandia servono ad attirare i venti perché spazzino via le nuvole portatrici di pioggia, in Malesia si vuole che prendano vita una volta in volo, in Indonesia che rappresentino l’anima di chi li fa volteggiare…
Dopo quello del primo aquilone, vennero altri impieghi pratici: in Corea, Giappone e Cina furono spesso utilizzati militarmente per spaventare gli avversari o per realizzare ponti facendo passare cavi da una parte all’altra dei fiumi, in Indonesia e Melanesia aiutarono la pesca d’altura portando al largo filo e lenza.
Già nel Milione di Marco Polo se ne parlava, ma in Europa arrivarono intorno al XV secolo, probabilmente importati da mercanti olandesi. E un secolo più tardi lo scienziato Giambattista Della Porta riprodusse nel suo Magia Naturalis il disegno di un aquilone rettangolare, forse ispirato ai racconti di un missionario. Dapprima usati solo come passatempo, dalla metà del XVIII secolo vennero destinati anche a scopi scientifici: lo scozzese Alexander Wilson se ne servì per le prime rilevazioni meteorologiche e l’americano Benjamin Franklin, nel 1752, per condurre esperimenti sul fulmine. Nel 1893 l’australiano Lawrence Hargrave riuscì a sollevare dal suolo oggetti pesanti con un aquilone tridimensionale, le cui forme sarebbero poi servite da modello per i primi aeroplani. Anche Guglielmo Marconi fece sostenere da un aquilone l’antenna che permise i primi collegamenti radio tra Europa e America all’inizio del ‘900.
Negli ultimi cento anni, infine, evoluzione tecnologica e materiali sempre più leggeri e resistenti (nylon antistrappo, poliestere, fibre di vetro e di carbonio) hanno reso possibili le meraviglie di oggi: gli aquiloni acrobatici a due, tre o quattro cavi in grado di compiere fantastiche evoluzioni a comando, quelli gonfiabili senza strutture rigide dalle forme e dimensioni più incredibili o, ancora, quelli capaci di trascinare tricicli a terra e piccole imbarcazioni sull’acqua (il cosiddetto power kiting).
Non è invece mai cambiata nel tempo la sensazione di libertà e di magia che i draghi volanti sanno regalarci, volteggiando senza peso nell’aria. E l’occasione per viverla o riviverla in diretta, persino a pochi metri dal nostro camper, ce la offre di nuovo Coloriamo i Cieli (vedi PleinAir n. 295), il biennale incontro internazionale di aquilonisti che quest’anno si tiene per la tredicesima volta a Castiglione del Lago, dal 29 aprile al 2 maggio. Nata dalla collaborazione tra l’Associazione Italiana Aquilonisti, il Comune di Castiglione del Lago e l’Azienda di Promozione Turistica del Trasimeno, è oggi una delle più importanti manifestazioni del genere in Europa, richiamando nel vasto prato dell’ex aeroporto Eleuteri provetti aquilonisti, semplici appassionati e spettatori da ogni dove. Per tre o quattro giorni, clima permettendo, il cielo si riempie di aquiloni di tutte le fogge e dimensioni (nella scorsa edizione spiccava anche la sagoma gigantesca del Mega-Ray, uno degli aquiloni più grandi del mondo) in una festa di colori che rende omaggio sia all’energia pulita del vento che alla poesia del volo. In questo contesto è diventata abituale la presenza di decine di camper, ideali mezzi di appoggio dei partecipanti ma anche dei visitatori, che possono seguire il meeting dall'”uscio di casa”.
In sintonia con la connotazione culturale che Coloriamo i Cieli si è attribuita fin dalle origini, sono previste anche quest’anno manifestazioni collaterali in grado di far riflettere. L’intera edizione sarà infatti dedicata al tema dell’acqua e della sua tutela, con proiezioni e un convegno di esperti; inoltre, dal 27 marzo al 9 maggio si terranno in paese, nelle sale di Palazzo Corgna, due mostre parallele: una di fotografie (anche d’epoca) sul Trasimeno e l’altra di opere di Medio Calderoni, artigiano pioniere dell’aquilonismo italiano, che tra l’altro promette la sua presenza sul campo il 1° e 2 maggio.

PleinAir 380 – marzo 2004

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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