Avenue Verte, la via verde in bici da Parigi a Londra

In bici da Parigi a Londra? Si può fare! L’Avenue Verte dà a tutti gli amanti delle due ruote la possibilità di pedalare fra le due capitali scoprendo cittadine di bellezza inaspettata e avvalendosi di strutture ricettive di primo livello. Anche per chi sceglie di viaggiare con la formula camper più bici

Indice dell'itinerario

Si chiama Avenue Verte – viale verde – il percorso in bici che unisce Parigi a Londra, e per molti aspetti si può considerare tale: lunghi tratti ombreggiati in mezzo a boschi e parchi, oltre a passaggi su strade secondarie con poco traffico.

Parigi-Londra! Il primo impatto è di meraviglia, perché sembrerebbe un’impresa difficile per ciclisti allenati; in realtà abbiamo verificato che si tratta di un tour lungo ma fattibile, tant’è che vi abbiamo incontrato intere famiglie con pargoli al seguito (tra cui una, simpaticissima, di Modena: marito, moglie e tre figlie giovanissime).

La soddisfazione è immensa e il viaggio è di quelli che lasciano il segno, perché il percorso unisce due capitali che non hanno bisogno di presentazioni attraversando i paesaggi meravigliosi della campagna normanna in Francia e delle colline del Sussex in Inghilterra: si passa in mezzo a campi coltivati, pascoli e villaggi pittoreschi, scoprendo i luoghi che hanno ispirato tante opere ai pittori impressionisti.

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L’Île de la Cité su cui sorge la cattedrale di Notre-Dame de Paris
L’Île de la Cité su cui sorge la cattedrale di Notre-Dame de Paris

Parigi e la sua periferia

Se non si conosce Parigi sostarvi prima della partenza è l’occasione buona per visitarla, e in bici è una bella esperienza: si scopre il cuore della città in tutti i suoi punti più noti, tra cui le due isole in mezzo alla Senna. Proprio sull’Île de la Cité, davanti alla cattedrale di Notre-Dame, prende il via la nostra nostra avventura a pedali. Le frecce ci portano in direzione nord, verso il Canal Saint-Martin prima e quello di Saint-Denis poi, dopo aver superato il bacino di La Villette. Creati da Napoleone Buonaparte all’inizio del XIX secolo per fornire acqua e trasportare le merci, i canali parigini si estendono per 130 chilometri.

A causa di lavori in corso si perdono le indicazioni della pista: per scendere lungo il canale e ritrovarla si tribola un po’ e purtroppo bisogna aggiungere che il fondo stradale è in uno stato pietoso (oltre che pieno di vetri). La stessa Saint-Denis ci ha deluso e se non fosse per la splendida basilica si potrebbe forse proseguire oltre senza sostare; al suo interno è molto interessante soffermarsi sulle tombe monumentali: l’edificio ospita numerosissime sepolture di re e regine di Francia.

La pista migliora solo a tratti: bisogna seguire attentamente il tracciato sulla guida e avere un buon senso dell’orientamento. Superato il porto di Gennevilliers – che non si vede – incomincia un tratto di pista sulla Senna subito interrotto per lavori e si torna sulla strada: bisogna fare molta attenzione, poco dopo, per riprenderla. Siamo sulla sponda sinistra della Senna, che in questo tratto scorre verso sud-ovest: per qualche chilometro possiamo rilassarci lontani dal traffico e in un bel contesto verde. Superata la passerella sulla darsena di Nanterre si comincia a sentir parlare di impressionisti e troviamo pannelli che riproducono i quadri dipinti in questi luoghi.

Saint-Germain- en-Laye

Seguendo l’enorme ansa che la Senna forma nel suo capriccioso fluire verso il mare la pista torna in direzione nord, ma bisogna riattraversare il fiume per portarci a Saint-Germain- en-Laye, dove lo scenografico castello fu una delle principali residenze reali. Tornati sulla pista ci attendono altri 8 chilometri prima raggiungere Maisons-Laffitte, la “città del cavallo”, con un altro bel maniero. Anche in questo punto le indicazioni sulle località sono rare, ma ci viene spesso in aiuto la freccia verde su sfondo bianco che ci accompagna lungo tutto il percorso. Passato il paese troviamo la bella ciclabile sterrata che taglia la foresta di Saint- Germain-en-Laye. Poco dopo lasciamo la Senna per seguire l’Oise, un fiume amato da tanti pittori.

L’abbazia di Saint-Germer-de-Fly
L’abbazia di Saint-Germer-de-Fly

Il ramo di Beauvais

A Neuville-sur-Oise la pista si divide – a sinistra va verso Gisors, a destra a Beauvais – e i due rami si riuniscono a Saint-Germer-de-Fly, a 11 chilometri da Gournay-en-Bray. Subito dopo la biforcazione i cartelli in direzione di Beauvais cominciano a scarseggiare e si perdono in mezzo a tanti altri che indicano piste del luogo, per sparire completamente a Pontoise.

Pedalando fra i campi arriviamo così a Auvers-sur-Oise, dove un campeggio lungo il fiume invita a sostare comodamente con il camper. È questo il paese dove trascorse gli ultimi due mesi della sua tormentata esistenza Vincent Van Gogh. Nel piccolo cimitero del paese è emozionante far visita alla sua tomba, situata accanto a quella del fratello – morto poco dopo di lui – che l’aveva mantenuto e incoraggiato per buona parte della sua vita.

Del grazioso villaggio apprezziamo la chiesa resa celebre da un dipinto dell’artista, l’Auberge Ravoux (sua ultima dimora, oggi museo), la casa del dottor Gachet (il medico amico dei pittori che l’aveva aiutato) e il Museo dell’Assenzio, il liquore il cui consumo era molto diffuso in quel periodo. Il borgo ha saputo mantenere intatto l’antico aspetto e percorrendolo respiriamo anche noi l’atmosfera dei tempi in cui vi soggiornarono Van Gogh, Camille Pissarro, Paul Cézanne e Claude Monet.

Iil chiostro del monastero di Royaumont
Il chiostro del monastero di Royaumont

Le frecce dell’Avenue Verte costeggiano a tratti l’Oise, e dove mancano i cartelli della pista (dopo L’Isle-Adam) basta seguire il fiume che compie qui un’ampia curva. Superiamo Beaumont e Asnierès e raggiungiamo l’abbazia di Royaumont, recentemente restaurata, con un bel chiostro ma priva della chiesa fatta demolire dal marchese di Travanet che aveva trasformato la struttura in una filanda di cotone. Qui ha sede un prestigioso centro studi di musica antica e danza contemporanea. Altre due perle ci attendono: lo splendido castello di Chantilly e la cittadina che è tutta un museo di Senlis.

Una ripida discesa ci porta a Pontpoint dove troviamo la grande abbazia del Moncel, ma proseguiamo attraversando l’Oise a Pont-Sainte-Maxence e su pista laterale alla strada oltrepassiamo Clermont e sostiamo nel piccolo centro di Agnetz, con la bella chiesa di Saint-Léger.

Superiamo Bresles e con buoni tratti di pista raggiungiamo Beauvais. Dai pesanti bombardamenti dell’ultima guerra si è salvata la cattedrale gotica, con il più alto choeur del mondo – oltre 48 metri – e un meraviglioso orologio astronomico. Saint-Germer-de-Fly, il punto in cui s’incontrano i due rami dell’Avenue Verte, ci rimarrà impresso per l’imponente struttura abbaziale con le vetrate della Sainte-Chapelle che richiamano quella di Parigi.

In attesa della costruzione di una voie verte lungo una ferrovia dismessa che unirà Beauvais a Gournay passando da queste parti, bisogna salire fino ad Auchy per scendere poi a Gournay-en-Bray, distrutta anch’essa dai bombardamenti del 7 giugno 1940. Da vedere i resti del convento dei Cappuccini, dove ha sede l’ufficio turistico, e la Collégiale Saint-Hildevert, del XII secolo. Anche i 27 chilometri successivi diventeranno in futuro ciclabili seguendo la ferrovia dismessa, ma nel frattempo bisogna seguire il percorso su strade secondarie di campagna collinare prima di raggiungere Forges-les-Eaux, una località termale che nel XVII secolo era talmente famosa da richiamare personaggi come re Luigi XIII e il suo primo ministro, il cardinale Richelieu.

Bienvenue en Gourmandie

Sulla strada da Parigi al mare, il Bray normanno si estende fino alla Manica e propone un’arte di vivere basata sulla gastronomia del territorio: il più famoso è il formaggio di Neufchatel. L’originalità sta nella felice combinazione di prodotti della terra e del mare, che provengono direttamente da Dieppe. Dopo tanti saliscendi in mezzo alla campagna il tracciato diventa piacevolissimo.

Eccoci finalmente sull’Avenue Verte che dà il nome a tutta la pista, fiancheggiata da grandi alberi. Alcune stazioncine ferroviarie sono state trasformate in graziose abitazioni e qualcuna è diventata punto di ristoro e alloggio per gruppi, come quella di Sainte-Saire.

Lo spettacolare lungomare di Dieppe, da dove ci s’imbarca per Newhaven
Lo spettacolare lungomare di Dieppe, da dove ci s’imbarca per Newhaven

A Neufchatel-en-Bray visitiamo una bella chiesa – immancabilmente gotica – e un museo del mondo rurale, poi ci spingiamo fino al castello rinascimentale di Mesnières- -en-Bray (non visitabile: è una scuola privata). A pochi chilometri dal mare facciamo sosta presso alcuni laghetti e saliamo alle rovine del castello di Arques-la-Bataille, appollaiato su uno sperone di roccia che offre un grande panorama. La fortezza subì diversi assedi, inclusi quelli eccellenti di Enrico IV nel 1589 (da questo scontro armato deriva la seconda parte del toponimo) e prima di lui, nell’XI secolo, di Guglielmo il Conquistatore, l’ultimo condottiero che riuscì ad attraversare la Manica e a conquistare l’Inghilterra.

Porto turistico tra i più attrezzati della costa normanna, Dieppe ha un bel centro storico, sempre animato, che ci lascia un buon ricordo: visitiamo la chiesa e il castello, trasformato in museo cittadino, e prima di salpare alla volta dell’Inghilterra pedaliamo sul vasto lungomare abbracciato dalle falesie.

Di là dalla Manica

La traversata dura quattro ore e a Newhaven la musica cambia. Cambiano i cartelli con le indicazioni della pista (da verdi a blu), il lato di guida (sulle strade e sulla pista stessa), il paesaggio, i chilometri che diventano miglia e gli euro che vanno cambiati in sterline. Il percorso è ben segnalato, e non a caso: il Regno Unito ha investito in modo significativo nella mobilità su due ruote, e oggi la National Cicle Network ha uno sviluppo di circa 20.000 chilometri tra piste vere e proprie e percorsi adatti ai ciclisti.

Usciamo da Newhaven ma il tracciato si ferma al lungomare di Seaford e poi comincia un tratto poco piacevole, a volte anche pericoloso, fino al Cuckmere River da dove si può andare al parco naturale delle Seven Sisters, 280 ettari di falesie e praterie calcaree.

Il dolce paesaggio collinare del Sussex
Il dolce paesaggio collinare del Sussex

Superato il fiume, la pista lo risale e la situazione migliora; a Polegate s’incontra la bella greenway che continua per più di 17 chilometri. È la Cuckoo Trail, che conduce fino a Heathfield dopo aver attraversato Hailsham (gemellata con Gournay-en-Bray), cittadine tipicamente inglesi che si fanno ammirare piacevolmente. Dopo Heathfield si percorrono strade secondarie e ci sono salite anche ripide, seppur brevi: con le pesanti borse laterali non ci vergogniamo a smontare di sella. Il tracciato si stringe fino a diventare un sentiero; nei punti più alti e panoramici riusciamo ad ammirare la bella campagna del Sussex, con le colline suddivise in appezzamenti di vario colore.

Dopo Groombridge inizia la bellissima Forest Way, un parco lineare in mezzo ai boschi. East Grinstead è un grazioso paesone con vecchie case e una chiesa che vale una visita; l’itinerario, che prosegue fra la vegetazione, adesso prende il nome di Worth Way; purtroppo la maggior parte di questi tracciati è su sterrato.

Il bello svanisce avvicinandosi a Crawley, poco piacevole anche da attraversare, e per tutto il tratto vicino all’aeroporto di Gatwick fino a Redhill. Solo i North Downs ci regalano una quindicina di chilometri di pace tra pista e strade secondarie fino alle alture di Coulsdon, un luogo ideale per passeggiate e molto apprezzato dagli inglesi. I segnali cominciano a essere meno chiari, ma la Wandle Way ci fa respirare un po’ d’aria pura su una bella ciclopedonale che segue il piccolo affluente del Tamigi. In altri tempi più di novanta mulini punteggiavano le sponde rendendo questo fiume il più industriale d’Inghilterra.

L’arrivo a Londra di fronte al Tamigi e al palazzo di Westminster, sede del Parlamento del Regno Unito
L’arrivo a Londra di fronte al Tamigi e al palazzo di Westminster, sede del Parlamento del Regno Unito

Avvicinandoci alla capitale sono i parchi, polmoni verdi dei grandi agglomerati urbani che formano la Greater London, a salvarci dal caos. La pista attraversa alcune di queste aree che sono un toccasana per chi va in bici: basta uscirne per rendersi conto del traffico e dell’inquinamento, con le auto che scorrono veloci. E anche se gli inglesi sono rispettosi dei ciclisti – e del loro codice della strada – il pericolo è sempre in agguato. Le indicazioni delle piste si moltiplicano avvicinandosi al centro di Londra e non è facile orientarsi: lasciamo la 20 e troviamo la 4 che ci guida a Westminster, dove ci sarebbe piaciuto trovare una segnalazione che citasse l’arrivo dell’Avenue Verte… così non è stato, ma la soddisfazione di aver percorso questi 480 chilometri è comunque grande.

Il castello e il mulino di Vernon sono splendidamente situati in riva alla Senna
Il castello e il mulino di Vernon sono splendidamente situati in riva alla Senna

Il ramo di Gisors

Tornati alla base nel nostro campeggio ad Auvers-sur-Oise abbiamo voluto percorrere anche l’altro ramo dell’Avenue Verte, quello che porta a Gisors. Percorso nuovamente il tratto fino a Pontoise e lungo il fiume fino a Cergy, abbiamo puntato verso il lungo ponte rosso di Axe-Majeur e da lì verso la stazione di Cergy le Haut, dove si ritrovano chiare indicazioni che conducono verso la campagna attraversando minuscoli villaggi su strade secondarie.

A Théméricourt c’è un bel castello dove ha sede la Maison du Parc du Vexin Français, che oltre alla flora e la fauna racconta le tradizioni di una regione caratterizzata da una storia importante: le divisioni – fin dal X secolo – tra Vexin normanno e francese, la Guerra dei Cent’Anni, il conflitto fra cattolici e protestanti nel XVI secolo, i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale che hanno distrutto intere città. Altro luogo ricco di storia è la tenuta di Villarceaux, con un bel castello e uno splendido giardino.

Giardino di Monet
Giardino di Monet

A Bray-et-Lu abbiamo la possibilità di deviare verso Giverny, il villaggio dove andò ad abitare Claude Monet nel 1883 creando quel meraviglioso giardino (nella foto) con centinaia di piante e fiori che gli ispirarono alcuni dei suoi quadri più famosi, tra cui Les Nymphéas esposte all’Orangerie di Parigi. Si visita anche la casa del pittore, oggi diventata un museo. Merita una sosta anche la vicina Vernon, dove ammiriamo una splendida chiesa e passeggiamo fra le antiche case a graticcio fino ai bordi della Senna, su cui si regge un curioso mulino d’altri tempi.

Ed è una vera voie verte quella che si sviluppa da Bray-et-Lû fino a Gisors: 21 chilometri che ci fanno superare piccoli ponti e ammirare qualche mulino, antichi villaggi, i resti di alcune fortezze: su tutte il leggendario castello di Gisors, quello che si è conservato meglio, celerebbe il tesoro dei Templari. In città si visita anche la chiesa medioevale di Saint-Gervais e Saint-Protais, notevole per le dimensioni e i vari stili che si fondono nella sua architettura. Qualche chilometro più avanti cominciano le prime salite lunghe e il vento sull’altopiano ci fa fare doppia fatica, ripagata con l’arrivo a Saint-Germer-de-Fly.

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