Autumn leaves

Con i primi freddi la natura offre uno dei suoi spettacoli più affascinanti: boschi e campagne vestono le calde tonalità del fogliame degli alberi decidui, un trionfo di rosso, giallo, ocra, arancio che è oggetto di una vera e propria attività di osservazione naturalistica, il leaf peeping. Ed ecco qualche idea per le prossime passeggiate di stagione.

Indice dell'itinerario

Letteralmente, leaf peeping significa sbirciare, dare un’occhiata alle foglie. Vi sembra strano che ci si possa recare in un bosco d’autunno a fissare in terra le foglie cadute dagli alberi? Eppure nel mondo ci sono milioni di persone che ogni anno si dedicano proprio a quest’attività: passeggiare tra gli alberi per ammirare i colori che le foglie assumono in autunno. Un passatempo, direte, riservato a chi ha un animo sensibile e poetico. Ma molte, troppe persone sono abituate ad immergersi nella natura per prendere qualcosa: raccogliere funghi e frutti selvatici, pescare, cacciare. E se invece, per una volta, si riscoprisse il piacere di andar per luoghi cercando solo un’emozione?
Il leaf peeping come vera e propria attività è nato quasi per caso negli Stati Uniti nel secondo dopoguerra. Nel corso del tempo è largamente cresciuto il numero di coloro che si sono fatti coinvolgere da questa passione, al punto tale che proprio negli Usa le televisioni e le radio, da settembre a novembre, mandano in onda veri e propri bollettini sulla situazione cromatica delle foglie, in modo che si possa andare a colpo sicuro ad ammirare lo spettacolo in tutta la sua magnificenza. Gli aceri americani, soprattutto della costa nord-orientale statunitense, offrono un foliage unico al mondo, con le foglie che diventano di un rosso carminio acceso, mentre le betulle, i frassini e le altre specie di queste estesissime foreste assumono tutti i toni del giallo. In Europa è forse solo la Scandinavia a poter vantare simili proporzioni del fenomeno, ma anche in altri paesi, sia pure in forma più ridotta ma non per questo meno affascinante. Perciò, se non avete modo di organizzare una trasferta negli Stati Uniti in questo periodo (le zone migliori sono il New England, i Monti Appalachi, le Montagne Rocciose e le Smoky Mountains), eccovi una serie di consigli su dove e come praticare il leaf peeping in Italia, magari proprio a due passi da casa: un’ottima occasione per trascorrere piacevoli ore di relax nella lussureggiante, romantica e fresca natura autunnale.

Clima e stagioni
Da noi, almeno per il momento, non vengono ancora diffusi bollettini che indichino il momento di massima coloritura dei boschi: dovremo perciò utilizzare il buonsenso, tenendo comunque presente che in montagna il periodo migliore va grosso modo da ottobre a tutto novembre e, se l’autunno è abbastanza mite, anche fino a dicembre inoltrato.
Diversi fattori influenzano il processo, tra cui il clima e la quantità delle piogge, ma il più importante e decisivo è la durata della notte, che fra i tre è l’unico parametro stabile. Vi siete mai chiesti perché le foglie degli alberi decidui, cioè non sempreverdi, diventano gialle o rosse prima di cadere? Preparatevi, perché questa sarà la prima domanda che i pargoli vi porranno e la cui risposta, in realtà, è abbastanza semplice. Nelle foglie ci sono diversi tipi di pigmenti: nettamente dominante è la clorofilla, che dà alle foglie il colore verde (e che, come certamente saprete, è coinvolta nel processo della fotosintesi); ma in quantità minori ci sono anche i carotenoidi, di colore giallo, arancio o marrone, e le antocianine, che tendono invece al rosso. Clorofilla e carotenoidi sono presenti nelle foglie durante tutta la fase di crescita, mentre le antocianine vengono prodotte generalmente in autunno. A questo punto avrete già intuito come si svolge il processo: man mano che la luce diminuisce e le giornate si accorciano, la pianta smette di produrre la clorofilla e riassorbe quella ancora presente, rivelando così gli altri pigmenti. Ovviamente, non tutte le specie si comportano allo stesso modo. La presenza delle antocianine, ad esempio, è legata a un eccesso di produzione degli zuccheri: non è un caso che dall’acero nordamericano si estragga una melassa dolcissima (tanto che quest’albero viene appunto chiamato Acer saccharum, acero da zucchero), e appunto alla quantità straordinariamente elevata di pigmenti rossi nelle foglie si deve lo spettacolo dell’Autumn paint. Degli aceri europei, solo le foglie delle specie montane presentano tonalità vermiglie, mentre quelle campestri e di pianura presentano colorazioni spesso tendenti al giallo. Le nostre montagne, poi, sono in buona parte ricoperte da foreste di faggio, che presenta una colorazione autunnale modesta nei toni dell’ocra o del rosso ruggine.
Le condizioni meteorologiche sono altri fattori di primaria importanza, in particolare per quanto riguarda temperatura e umidità. Una successione di giorni caldi e soleggiati seguiti da notti fresche delinea le condizioni migliori: questo perché in simili giornate gli alberi producono una grande quantità di zuccheri che durante le ore notturne non riescono ad utilizzare completamente, aumentando così la possibilità che prevalgano i toni rossi (mentre i gialli dei carotenoidi, sempre presenti nelle foglie, sono garantiti comunque).
Anche l’andamento delle stagioni riveste un ruolo significativo. Un’estate molto calda e secca è il peggior nemico del leaf peeping, perché le piante in crisi idrica possono addirittura saltare la fase di coloritura e perdere direttamente le foglie. Se poi il caldo prosegue anche in autunno (come purtroppo succede sempre più spesso), certamente il foliage sarà ridotto. La condizione ideale invece è una primavera piovosa, un’estate calda ma non siccitosa e un autunno di giorni luminosi e notti fresche: quest’anno, quindi, sembra essere promettente. Perciò preparate le macchine fotografiche, perché si potrebbero verificare tutte le condizioni per realizzare scatti coloratissimi e di grande bellezza.

Mete da consigliare
Quali sono i luoghi migliori in Italia per praticare il leaf peeping? Praticamente tutte le zone montane delle Alpi e degli Appennini tra i 600 e i 1.400 metri di quota, cioè la fascia nella quale vegeta il bosco misto di aceri, ornielli, frassini, insieme a roverelle e cerri nella parte più bassa e ai primi faggi sopra i 1.000 metri, tenendo conto in ogni caso che i microclimi locali possono influenzare molto il foliage. Ci sono inoltre associazioni vegetazionali particolari che offrono emozioni diverse. Sulle Alpi, ad esempio, si può ammirare il larice (l’unica resinosa a perdere le foglie d’inverno) che diventa di un giallo zolfo brillante: considerando che quest’albero spesso convive con pini e abeti i quali mantengono invece il loro bel colore verde scuro, lo spettacolo è assicurato. Non dimenticate poi che anche gli arbusti cambiano colore: nelle vallette riparate è facile trovare il mirtillo, che può formare estesi tappeti e che d’autunno assume bellissimi toni vermigli.
Al di là di queste indicazioni generali, alcune zone sono più adatte all’osservazione e in alcune località iniziano a nascere strutture e servizi ad hoc, ideali per le prime uscite degli aspiranti leaf peeper. Rivolgendosi ad esempio all’Ufficio Regionale Informazioni Turistiche della Valle d’Aosta è possibile farsi dare indicazioni sulle località che maggiormente si prestano a questa attività, magari anche con qualche dritta sul periodo migliore. A breve distanza da Bard e dalla sua possente fortezza, in località Courtil, si trova un vasto bosco di faggi che in autunno si tinge di un color ocra acceso; più a nord, tra le valli di Brusson e Saint Vincent, la foresta di Col de Joux è invece costituita da uno sfondo di resinose, di color verde scuro, nel quale spiccano le macchie rosse e gialle dei ciliegi selvatici. Il non plus ultra è però l’arboreto di Entrebin, subito fuori Aosta, dove sono state piantate duecento diverse specie arboree: immaginate i colori?
Scendiamo in Umbria, dove si trova il primo vero percorso dedicato al leaf peeping in Italia. Si tratta del Sentiero NaturOlistico del Giardino del Mago a Pietralunga, in provincia di Perugia. Organizzato dall’agriturismo La Cerqua e La Balucca, costituisce un’ottima introduzione per i più giovani all’osservazione della natura e in particolare al riconoscimento degli alberi. «Siamo stati fra i primi ad interessarci al leaf peeping in Italia» ci spiega Gino Martinelli, fondatore dell’azienda «e continuiamo a diffonderlo, ovviamente nella variante mediterranea che abbiamo elaborato visto che ci troviamo tra le colline umbre e non sui Monti Appalachi. Abbiamo anche predisposto pacchetti destinati a coloro che vogliono avvicinarsi all’ambiente boschivo e intendiamo organizzare una vera e propria scuola italiana di leaf peeping». Pietralunga fra l’altro si trova all’interno di una zona di grande interesse naturalistico ed escursionistico alle spalle di Città di Castello, la valle del Carpina, con estesissime foreste anche d’alto fusto, ideali per l’esplorazione autunnale anche grazie a una vasta rete di sentieri. I boschi di questo territorio sono in buona parte composti da cerro, una splendida quercia caducifoglia che in questi mesi diviene giallo ruggine, ma intervallata da numerose altre specie, dai salici al carpino nero e alle resinose piantate dall’uomo. La varietà di specie crea una gamma di colori molto affascinante.
In tutta Italia, ma con una predilezione per la Puglia e le regioni limitrofe, opera invece Riccardo Carusi, guida ambientale ed escursionistica che grazie al suo programma di trekking In Viaggio con Ric effettua uscite autunnali in cerca dei colori più belli e intensi nei boschi del Sud. «Che cos’è il leaf peeping – commenta Riccardo – se non un viaggio nelle atmosfere di questa stagione, da vivere con calma per assorbirne tutte le emozioni? La mia filosofia è quella di evitare la ricerca fine a sé stessa, la voglia di raggiungere per forza una meta: a me interessa portare le persone nella natura al passo giusto per godersela. Cioè lentamente!». Quando si dice la persona giusta al posto giusto…

PleinAir 435 – ottobre 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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