Assia di cuori

Antiche cittadine che sfoggiano intatti centri storici di case a graticcio, foreste secolari da cui emergono castelli immortalati nelle fiabe, serene vallate in cui scorrono placidi fiumi: al centro della Germania, un itinerario fra storia e natura che incontra i passi di Goethe e offre due inattese incursioni nel design e nella tecnologia fra Otto e Novecento.

Indice dell'itinerario

Nel programmare una vacanza itinerante in Germania non sono molti coloro che si soffermano sulla regione dell’Hessen, ovvero l’Assia, che in mezzo a tante destinazioni turistiche del paese finisce con l’essere una delle meno conosciute. Mancano infatti da queste parti città che abbiano il grandissimo richiamo di Berlino, Colonia, Monaco o Norimberga, fiumi maestosi come il Reno, parchi di notorietà internazionale; la stessa Francoforte è quasi più nota fra i turisti per avere uno dei principali aeroporti del mondo, piuttosto che per la presenza della Banca Centrale Europea. Intorno al vivace polo economico, culturale e amministrativo costituito dalla città si raccoglie la parte più densamente abitata dell’Assia, quella meridionale, ma è sufficiente spostarsi di poco per scoprire il volto più raccolto e vicino alla natura di questo territorio, ricco di paesaggi incontaminati e attraversato da tranquilli corsi d’acqua su cui si affacciano centri medioevali ricchi di fascino e attrattive.

Salvata dal vento
Dalla A5 che proviene da sud, dopo aver superato il sistema di svincoli della Frankfurter Kreuz, ci si immette sulla A3 e ci si lasciano alle spalle gli svincoli per Wiesbaden e Mainz, raggiungendo la prima tappa dell’itinerario. Limburg an der Lahn (siamo già all’interno del Naturpark Hochtaunus, una vasta riserva naturale tappezzata di boschi) è una delle più belle cittadine storiche della Germania, anche a motivo di una particolarità meteorologica davvero singolare: si trova infatti in una zona così ventosa che durante la Seconda Guerra Mondiale l’abitato fu preservato dai bombardamenti proprio grazie al forte vento, che deviava gli ordigni in caduta nei campi circostanti. Per questo motivo il centro storico è rimasto perfettamente integro, con edifici risalenti a un periodo compreso fra il XIII e il XVI secolo. Le case a graticcio (Fachwerkhaus), qui come in tutta la regione, la fanno da protagoniste: le caratteristiche abitazioni medioevali, in passato soggette a frequenti incendi perché costruite con legno, paglia e fango, sono oggi meticolosamente conservate a spese dei privati, con facciate coloratissime e strutture che per legge possono essere tinteggiate e trattate solo adoperando colori e materiali dell’epoca.
Limburg si trova sulle rive del Lahn, attraversato dall’Alte Lahnbrücke; da questo antico ponte, che immette alla parte vecchia della città, si gode uno splendido panorama sul profilo del duomo che domina l’abitato da una collina. Lungo il fiume si praticano il canottaggio e la pesca, mentre i viali sulle sponde sono punteggiati da camping, parchi giochi e Biergarten all’aperto. Raggiunto il duomo, del 1255, ci renderemo subito conto che si tratta di un raro esempio di passaggio dal romanico al gotico, perché fu realizzato da maestranze che avevano osservato il nuovo stile in Francia e cominciavano ad importarlo in Germania. I colori ocra e pastello degli esterni, che rendono questa chiesa originalissima, ricalcano le originarie colorazioni del XIII secolo. Dalla collina del duomo si scende verso il borgo vecchio, si attraversano le piazze di Kornmarkt e Fischmarkt, usate nel Medioevo rispettivamente come mercato dei cereali e del pesce, e ci si perde piacevolmente nei vicoli, fra case a graticcio, botteghe di antiquari, caffè e birrerie. Alcune vie sono strettissime perché in passato la città era un centro doganale e gli abitanti decisero di costruire le case a ridosso della strada, in modo da trarre guadagno dalle operazioni di carico e scarico necessarie per far passare i carri nelle strettoie. Oggigiorno questo affollarsi di case di legno, stradine tortuose e piccole piazze rende il centro storico davvero incantevole, tanto da meritare almeno una giornata di visita.
Uscendo da Limburg si imbocca la statale B49 verso nord, sempre seguendo il corso della Lahn, e dopo una breve deviazione si incontra la cittadina di Weilburg, arroccata su un colle, con un bel castello barocco dai colori pastello e un giardino ben curato a strapiombo sul fiume. Poco lontano è il grande e solitario complesso del Braunfels Schloss, costruito nel 1246 in pietra grigia su un’altura che domina la zona circostante dall’alto delle torri, con interni ricchi di arredi d’epoca e una vasta collezione di opere d’arte e oggettistica militare.

I dolori del giovane Goethe
Tornati sulla B49 e continuando a seguire il corso del Lahn si giunge dopo poco a Wetzlar, località celebre per vari e differenti aspetti. Qui infatti Wolfgang Goethe ambientò I dolori del giovane Werther, capolavoro ispirato dal suo amore impossibile per Lotte (ovvero Carlotta Buff, con la quale ebbe una relazione durante il suo breve soggiorno in città) ma anche da un evento di cronaca locale che lo impressionò profondamente, ovvero il suicidio di un giovane di nome Jerusalem che si era perdutamente innamorato di una donna sposata. Oggi è rimasta in Lottestrasse 8-10, poco distante dal duomo, la casa della giovane, esempio quasi commovente di abitazione borghese del ‘700: all’interno sembra ancora aleggiare lo spirito di Carlotta e dei suoi fratellini cui lei, rimasta orfana di madre, doveva accudire, e pare di vedere in ogni angolo l’ombra di Goethe che tenta di rubare un bacio alla ragazza. Lo scrittore tedesco, del resto, da queste parti è una risorsa, tanto che l’ufficio turistico organizza visite guidate in costume nei luoghi goethiani.
Ma Wetzlar è anche Stadt der Optik, città dell’ottica. Agli inizi del ‘900 Ernst Leitz vi fondò la sua fabbrica di Leica (Leitz Camera), sinonimo in tutto il mondo di macchine e ottiche fotografiche di altissima qualità. L’antico stabilimento in stile liberty è ancora oggi visitabile con minuziosi tour guidati in compagnia di esperti del settore. Poco distante vale la sosta anche un bel negozio di fotocamere d’epoca, il Classic Cameras di Lars Netopil in Baugasse 4, vera mecca per gli affezionati di Leica e non solo.
Il borgo vecchio ruota intorno alla grande piazza del duomo: la chiesa romanico-gotica, che nei progetti originali doveva essere simile alla cattedrale di Colonia, nella parte esterna presenta stili architettonici molto diversi tra loro, con una delle due torri campanarie rimasta incompiuta. All’interno si possono notare due muri crollati, lasciati a testimonianza dei bombardamenti americani; altrettanto notevole è il fatto che la chiesa sia a doppia confessione, cattolica ed evangelica, con funzioni sacre diverse per i vari fedeli. L’ufficio del turismo si trova nella piazza antistante, dove ogni anno si svolge a più riprese un popolare festival della birra oltre al mercatino di Natale. L’estate è ugualmente ricca di manifestazioni, ad esempio il festival del vino a fine luglio nella Schillerplatz e uno spettacolare raduno di mongolfiere storiche a fine agosto, mentre a settembre tutta la popolazione delle vicinanze si incontra per l’Apfelmarkt, il mercato delle mele, frutto con il quale si produce anche il sidro che costituisce un’altra ottima alternativa all’onnipresente birra. Una passeggiata intorno al Kornmarkt o in Krämerstrasse offrirà un ottimo compendio del centro storico, con le innumerevoli insegne di laboratori artigiani e locande scolpite nel legno. In più, visto che il bosco arriva fin quasi all’interno dell’abitato, le attività all’aria aperta sono innumerevoli: nordic walking, trekking, pesca sportiva, voli in pallone, sci nautico nel vicino lago artificiale. E anche guidando in città, attenzione agli scoiattoli che attraversano la strada!

Università da primato
Dirigendosi ancora a nord lungo la Lahntal e superando Giessen e Staufenberg, dopo una quarantina di chilometri si giunge a Marburg, uno dei centri più grandi della zona, che detiene diversi primati: custodisce infatti la prima università protestante del mondo (venne fondata nel 1527) e la prima chiesa gotica tedesca, oltre ad essere una delle poche città rimaste praticamente integre dopo la Seconda Guerra Mondiale. E qui la storia sembra quasi di poterla toccare con mano ad ogni angolo, insieme con un sentore di favola. I fratelli Grimm, che vi soggiornarono per qualche anno, dicevano che a Marburg ci sono più scale fuori che dentro le case, visto che l’intera città si estende su più colline, alcune delle quali piuttosto ripide. Un campeggio si trova in posizione semicentrale, immancabilmente a poca distanza dal fiume.
Il centro antico è vivace e frequentato, anche perché molti giovani vi si trasferiscono per motivi di studio: uno dei proverbi marburghesi più noti recita infatti che a una famiglia bastano una casetta, un giardino, una capra e… uno studente cui affittare una stanza. La città è sede dell’Ordine Teutonico (che oggi si dedica ad attività religiose e alla gestione di ospedali e scuole), mentre la cattedrale gotica è dedicata a Santa Elisabetta, della quale nel 2007 è ricorso l’ottocentenario della nascita. La santa, morta dopo aver speso tutta la sua breve esistenza nella cura degli ammalati, è anche considerata la fondatrice dello stato dell’Assia, la cui bandiera bianca, rossa e verde ricorda quella dell’Ungheria, dalla quale proveniva la famiglia di Elisabetta. Il duomo fu costruito dai Cavalieri Teutonici proprio nel punto dov’era posta la tomba della santa, che oggi riposa in una cappella all’interno di un magnifico sarcofago ricoperto di pietre preziose. In centro sono notevoli la Rathaus, la vecchia Università protestante con la sua chiesa gotica, la Kugelkirche cattolica, e ovviamente le belle case a graticcio che offrono ai molti turisti una sfilata di negozi e ottimi locali tipici. Consigliamo in particolare il ristorante Alter Ritter a pochi passi dalla cattedrale, moderno e innovativo nonostante il nome significhi “vecchio cavaliere”, e il Weinlädele, un’enoteca all’interno di una delle abitazioni storiche proprio di fronte alla Rathaus, dove apprezzare piatti gustosissimi e buon vino locale.
Dal centro, mediante antiche scale in pietra e attraverso un parco pubblico, si giunge alla sommità del monte su cui è il Landgrafenschloss, costruito attorno all’anno Mille, che domina maestoso la città degli studi e dal quale si gode uno splendido panorama. Dopo aver visitato gli ampi atri dell’edificio si può ridiscendere fermandosi a un piccolo casino da tè immerso nel verde, dove la scrittrice Bettina von Arnim (sorella di Clemens Brentano e sposa del poeta Ludwig Achim von Arnim) trascorreva momenti lieti discorrendo di arte e letteratura con il suo sceltissimo circolo di amici. Ci si può concedere un’altra pausa proprio ai piedi della rocca, presso un’isolata torre a pianta circolare impiegata nel Medioevo per rinchiudervi le streghe, la cui persecuzione si sarebbe protratta in queste zone fino al XVIII secolo.

Il mago delle sedie
La statale 252, sempre in direzione nord, si inoltra nelle zone meno popolate dell’Assia, entrando nell’Ederbergland. A soli 30 chilometri da Marburg, Frankenberg è un piccolo villaggio collinare che è divenuto quasi un simbolo della regione. L’abitato fu distrutto da un incendio nel 1476 e le uniche costruzioni precedenti a quella data sono tre palazzi di ricchi possidenti che ancora oggi ricordano l’agiatezza di chi poteva allora permettersi una casa in muratura (non a caso qui si usa dire ricchezza di pietra per indicare la condizione di benessere economico). Tutti gli altri abitanti furono costretti per anni a vivere nelle cantine che non erano bruciate, e solo nel XVI secolo il paese fu ricostruito con l’aiuto delle popolazioni vicine. La maggior parte degli edifici risale pertanto al ‘500, e tra di essi spicca per complessità e dimensioni la bella Rathaus su due piani in stile gotico, del 1506. Sui montanti delle due porte principali si notino le figure intagliate nel legno di un clown sulle spalle di un uomo, altro simbolo della città. Di fronte al municipio si trova il modernissimo ristorante, albergo e bar Die Sonne Frankenberg, ricavato all’interno di una costruzione d’epoca, dove vale la pena provare la cucina moderna o tradizionale o semplicemente bere un caffè. La Liebfrauenkirche, cattedrale gotica di Nostra Signora risalente al XII-XIV secolo, è anch’essa rimasta in piedi dopo il grande incendio; all’interno ospita periodicamente mostre di opere d’arte contemporanea tedesca.
Poco distante dal centro, senz’altro da visitare è il Museum Thonet in Michael-Thonet-Strasse 1, esposizione di 700 metri quadrati del celebre produttore di sedie: vi si può ammirare l’intera collezione dal 1819 ad oggi, in un excursus stilistico che va dal liberty al Bauhaus, agli anni ’50 e ’60 e fino ai nostri giorni. La visita è anche un’occasione per incontrare la signora Anke-Maria Thonet, orgogliosa discendente del fondatore. Altrettanto interessante è il museo di storia locale ospitato nel grande ex convento di Sankt Georgenberg in Bahnhofstrasse 8-12, anch’esso gotico, con una imponente raccolta di oggetti antichi provenienti dal mondo dell’agricoltura e del lavoro ma anche di ambito religioso. Dall’ufficio turistico, alle spalle della Rathaus, si possono inoltre prenotare voli aerei sul bel centro storico che, ammirato dall’alto, risulta ancora più affascinante nella sua raccolta austerità.

La foresta primigenia
Abbandoniamo ora il corso del Lahn per seguire il fiume Eder, che lungo la strada 252 ci porta in direzione di Korbach. Lasciato sulla destra il pescoso e navigabile Eder-Stausee, uno dei più grandi bacini artificiali tedeschi, ci si addentra nel territorio del parco naturale dell’Habichtswald. Siamo già nel distretto di Kassel, grande città che doppieremo per imboccare la B83, strada panoramica tra i boschi che ci conduce prima a Hofgeismar, bel paesino con un campeggio e un’isola pedonale in cui fare shopping, poi nella località più settentrionale del nostro itinerario, il piccolo borgo di Trendelburg. Legato alla figura mitica di un gigante di nome Trendula così come alla celebre fiaba di Raperonzolo, si tratta di un paese di 4.000 abitanti, tutto raccolto sull’apice di una collina attorno al bel castello medioevale. L’edificio (nel quale è stata girata una fiction della Rai dedicata alle favole dei Grimm) è anche sede di un albergo a quattro stelle, l’hotel Burg Trendelburg, il cui ristorante condotto da uno chef italiano offre prodotti tipicamente tedeschi reinterpretati in chiave internazionale, con ricette a base di carne e pesce d’acqua dolce.
Ma storia e cucina non sono tutto: Trendelburg, anch’essa provvista di campeggio, si rivela infatti un’ottima base per visitare la Reinhardswald, un bosco lussureggiante che si estende per 600 chilometri quadrati. Di particolare interesse l’Urwald, la foresta primordiale (fra Trendelburg e Sababurg con ingresso in località Beberbeck) con enormi querce secolari e una vegetazione ricchissima. Se avete un pizzico di dimestichezza con le lingue straniere, vi consigliamo di usufruire della guida in costume medievale offerta da Herr Uffelman, coltivatore e sportivo locale, che con una passeggiata di un’ora nelle vesti del cavaliere Dietrich incanta i visitatori spiegando la storia dei vecchi alberi e illustrando una religione naturale fatta di adorazione del Sole, rispetto per le differenze razziali, amore per la natura, rifiuto della guerra. Poco lontano è il Tierpark Sababurg, enorme riserva faunistica tra i cui ospiti troviamo il bisonte europeo, ormai rarissimo nel Vecchio Continente. Il parco si può inoltre considerare la più antica area protetta del mondo, essendo stato fondato dal langravio Guglielmo IV nel 1516. Il Tierpark è sormontato dal castello di Sababurg, altro paese che trae il nome da quello di un leggendario gigante, mentre il maniero viene individuato come lo scenario della Bella Addormentata dei Grimm: al suo interno si trova un incantevole giardino delle rose, mentre l’ala posteriore ormai in rovina d’estate è adibita ad arena per concerti e spettacoli teatrali. Da Trendelburg, tornando indietro fino a Kassel, si ritrovano i grandi assi stradali che conducono verso la valle del Reno ad ovest, Francoforte a sud-ovest, la Sassonia a nord-est e la Baviera a sud-est. Quest’ultima è la direzione che scegliamo anche noi, ma lasciando nel primo tratto l’autostrada in favore della statale che in circa 90 chilometri ci permette di raggiungere la nostra ultima meta, il borgo medioevale di Rotenburg an der Fulda. Per i v.r. la comoda scelta è tra un’area attrezzata a pagamento lungo il Fulda o, nei pressi della vicina stazione ferroviaria centrale, un’altra struttura con sosta gratuita e servizi di base a modesta tariffa. Sulla piazza del mercato, dove si affaccia anche la chiesa di San Giacomo, sfocia la bella Bruckengasse che porta direttamente al ponte sul Fulda, con panorama sul cuore antico della città. Poco distante si trova il castello rinascimentale, affacciato sul fiume, le cui rive sono servite da ottime piste ciclabili una delle quali arriva, dopo 199 chilometri, addirittura ad Hannover. Dopo una passeggiata nella centrale Breitenstrasse, la giornata si conclude con un piccolo rito divenuto ormai quotidiano anche per noi: una birra e un Currywürst per il nostro arrivederci all’Assia.

PleinAir 432-433 – luglio-agosto 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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