Aperti per ferie

Sono piccoli, ospitali, ricchi idee e di proposte, e vogliono farsi conoscere: sono i paesi scelti dall'Unione Nazionale delle Pro Loco d'Italia per dare il via a un grande progetto di rivalutazione turistica dei centri minori. Civitella d'Agliano, nel Lazio, è la prima di queste mete esemplari del turismo di scoperta.

Indice dell'itinerario

Dietro le cinque lettere della sigla UNPLI ci sono quasi cinquemila proposte di vacanza. Al mare, in montagna, in collina, sui laghi, tra piccoli borghi storici e vivaci località turistiche, in tutta Italia e in ogni stagione. E con la guida competente e familiare di chi conosce bene il posto, perché ci abita e sa cosa consigliare al visitatore curioso.
UNPLI sta per Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, una delle maggiori realtà associative del Bel Paese in tema di promozione e tutela dei luoghi, degli eventi, delle tradizioni. Una presenza istituzionale della quale il turista spesso conosce singole espressioni, generalmente perché gli è capitato di chiedere alla Pro Loco informazioni su una festa popolare, un museo, un percorso ciclabile. Chiave di volta del rapporto è l’azione capillare sul territorio (oggi gli aderenti sono 4.780, in costante crescita da anni) in un quadro estremamente articolato e qualificato di iniziative che l’Unione gestisce a livello collettivo o che supporta localmente. Tra le più recenti spicca il progetto Aperto per Ferie, nato con l’obiettivo di rivitalizzare i borghi a rischio di scomparsa: una riscossa dell’Italia minore – bella, accogliente, genuina – attraverso l’impegno diretto di coloro che la vivono in prima persona e ne vogliono proporre il patrimonio culturale, ambientale e umano a chi la visita.
L’idea, che si avvale del finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nasce dall’analisi di alcuni dati: su un totale di poco più di 8.000 comuni, ben 2.830 soffrono di un progressivo spopolamento che, se non viene in qualche modo arginato, porterà inevitabilmente all’abbandono del territorio. Per cercare di salvaguardare l’esistenza delle piccole realtà urbane e incentivarne lo sviluppo, il progetto dell’UNPLI prevede dunque l’individuazione, la valorizzazione e la promozione di tutte le risorse locali che possano costituire un’attrattiva turisticamente fruibile.
Nella prima fase del progetto Aperto per Ferie, avviata a settembre 2004 per proseguire durante tutto il 2005, è stata operata – in collaborazione con l’Associazione Nazionale del Comuni d’Italia e con il club dei Borghi Più Belli d’Italia – una selezione di venti località o comprensori con una popolazione non superiore ai 2.000 abitanti, che presentassero fenomeni di spopolamento e caratteristiche interessanti per i potenziali visitatori: Rassa Val Sesia in Piemonte, Elevaz Pré-Saint-Didier in Valle d’Aosta, Mendatica in Liguria, Campodolcino in Lombardia, Velo Veronese in Veneto, il Consorzio Pro Loco Valle del Vanoi in Trentino Alto Adige, Valle di Soffumbergo in Friuli Venezia Giulia, Badia Tedalda in Toscana, Gelagna Alta nelle Marche, Montecastello di Vibio in Umbria, Civitella d’Agliano nel Lazio, Pettorano sul Gizio in Abruzzo, Castelpetroso in Molise, Montefusco in Campania, Roseto Valfortore in Puglia, Cirigliano in Basilicata, Bova e Potame-Busento di Romanico in Calabria, Buscemi in Sicilia, Burgos in Sardegna. Assente per ora l’Emilia Romagna, che dovrebbe però entrare in una seconda tornata già prevista per il prossimo futuro.
La fase successiva consiste nel monitoraggio e nella conseguente valutazione delle risorse peculiari dei singoli borghi, che saranno oggetto di sopralluoghi effettuati in camper (forniti dal Gruppo Veicoli da Campeggio dell’ANFIA) in una sorta di viaggio ideale alla scoperta dell’Italia segreta. Quest’attività, per la quale è necessaria la collaborazione degli abitanti, dei Comuni e naturalmente delle Pro Loco, vedrà anche il supporto delle scuole tramite l’azione di Scuola Strumento di Pace (sezione italiana dell’École Instrument de Paix, associazione non governativa riconosciuta dall’Unesco) che avrà il compito di coinvolgere bambini, genitori e insegnanti nel progetto. Al termine, i dati raccolti saranno analizzati e ne nascerà una guida contenente anche un pacchetto di itinerari turistici ad hoc, volti appunto a valorizzare le attrattive di ciascun luogo.

Benvenuti in paese
Per l’inaugurazione di Aperto per Ferie (con tanto di simbolico taglio del nastro) è stato scelto come borgo pilota Civitella d’Agliano, situato nel Viterbese a poco più di 100 chilometri da Roma, quasi al confine con l’Umbria. Qui lo scorso autunno una delegazione dell’UNPLI – composta dal presidente Claudio Nardocci e dal consigliere nazionale Aristide Matteucci insieme a vari collaboratori – ha trascorso un finesettimana insieme al presidente della Pro Loco Norberto Pasquini, al sindaco Roberto Mancini e ad alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, presentando il progetto alla popolazione e verificandone le possibilità operative.Arroccato su una rupe di tufo che sovrasta la valle del Tevere, il paese è un tipico insediamento medioevale delimitato da una cinta di mura con rocca e torre di avvistamento. Sull’origine del borgo e del castello non ci sono date certe, ma si può ipotizzare che siano sorti ad opera di nobili casate intorno all’XI secolo o forse nel precedente. Ben prima del Medioevo, tuttavia, la zona della valle del Tevere era stata abitata da popolazioni primitive nonché da Etruschi e Romani, come testimoniano i vari ritrovamenti di resti di colonne e ville, tombe, colombai e manufatti di ceramica. Nel 1461 Pio II concesse la giurisdizione del feudo a Orvieto per la somma di 2.500 fiorini, atto poi rinnovato nel 1517 da Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, per altri 2.700 ducati d’oro. Nel 1564 Civitella d’Agliano si costituì comune autonomo, pur rimanendo nell’ambito dello Stato Pontificio, e vi restò fino all’annessione al Regno d’Italia nel 1870. Nell’archivio storico municipale sono stati ritrovati tre manoscritti degli Statuti che regolavano la vita e l’attività del borgo; il più datato risale al 1467, gli altri due sono del XVI e del XVIII secolo.
Di quei tempi antichi è rimasta anche la vocazione agricola, come testimoniano le belle distese di vigneti e oliveti che rappresentano la principale risorsa di un’economia locale ancora molto legata alla terra. Molto sviluppata è la produzione enologica, che vanta una grande tradizione nella Tuscia viterbese: vini di ottima qualità vengono prodotti da diverse aziende agricole del posto, tra le quali merita un posto d’onore quella di Sergio Mottura (vedi rubrica Mangiare & Bere a pagina 190) le cui cantine si trovano nel cuore del centro storico, sotto la pittoresca Piazza Unità d’Italia. Qui si ergono la rocca dei Monaldeschi e la torre – restaurata nel 1984 e spesso sede di manifestazioni culturali – dalla cui sommità lo sguardo spazia a tutto tondo sul panorama circostante, con la Valtiberina e i caratteristici calanchi. Di fronte si trovano il vecchio edificio comunale e un palazzo del Cinquecento oggi adibito ad albergo-agriturismo; accanto sorge la parrocchiale di San Pietro e Callisto, risalente al XII-XIII secolo ma con facciata neogotica in mattoni e basalto, che conserva numerosi dipinti tra cui la Madonna con Bambino di Ludovico Mazzanti del 1753. Nell’adiacente chiesa della Madonna delle Grazie è conservato un affresco del Quattrocento raffigurante la Madonna delle Grazie attribuito ad Antonio del Massaro detto il Pastura, mentre sopra l’altare di sinistra si nota la bellissima tela di Sant’Orsola e le Vergini. Su entrambe le costruzioni svetta un campanile, eretto nella prima metà del Settecento e più volte restaurato.
Ma questi non sono gli unici motivi d’attrazione di Civitella, che è inserita in un contesto paesaggistico e ambientale di notevole interesse. Il vicino lago artificiale di Alviano (ben visibile dal belvedere in Piazza Cardinal Dolci) è un’importante oasi naturalistica inserita nel Parco Fluviale del Tevere e gestita dal WWF, che ospita una ricca avifauna acquatica e diverse specie di mammiferi. Dalla parte opposta si delinea invece lo spettacolare profilo di Civita di Bagnoregio, la famosa città che muore .
Poco lontano dal paese, al chilometro 26 della strada provinciale Teverina, una deviazione su una sterrata porta in località Serpara al Giardino delle Meraviglie, fondato dallo scultore svizzero Paul Wiedmer: giunto qui anni fa con la moglie Jacqueline Dolder, l’artista espone in uno splendido contesto naturale en plein air le sue creazioni in ferro e altre opere d’arte contemporanea di amici scultori di fama internazionale. E proprio nella valle della Serpara, nell’estate del 2002 sono state ritrovate varie ossa fossili di un bovino selvatico preistorico, insieme ai resti di un edificio di culto primitivo.
Tornando verso Civitella e imboccata la provinciale in direzione del lago di Bolsena, in breve si giunge al bivio per la frazione di San Michele in Teverina. In fondo al nucleo antico, superato il ponte, troviamo la chiesa di San Michele Arcangelo, costruita probabilmente nel Duecento ma consacrata nel 1582: vi è conservato un Cristo Risorto dipinto dall’orvietano Ludovico Mazzanti, e fino al 1971 vi si potevano ammirare anche due tele attribuite alla scuola del Caravaggio, purtroppo trafugate da ignoti. Adiacente alla chiesa, affacciato sull’ampia piazza, c’è il bel Palazzo della Contea o Montholon, dal nome di un duca francese che lo acquistò nel 1849.
Di cose da fare e da vedere, insomma a Civitella e dintorni non mancano. E se aggiungiamo l’aria buona, l’ottima cucina e l’ospitalità innata della gente, il quadro è decisamente interessante oltre che esemplare di ciò che l’UNPLI ha individuato nelle linee guida del suo progetto. Lo conferma proprio il presidente Nardocci, che conclude: «Se vogliamo concretizzare in un flusso turistico i motivi d’attrazione, è fondamentale coinvolgere il più possibile la popolazione locale in quest’iniziativa che può portare vantaggi per tutti. Convogliare l’interesse verso queste località grazie all’impegno diretto delle Pro Loco è il modo più efficace per far fronte allo spopolamento, aprire nuovi spazi all’economia, favorire l’interazione tra abitanti e visitatori, costruire una nuova cultura dell’ospitalità. Il viaggio è appena cominciato, ma sono convinto che stiamo andando nella direzione giusta».

PleinAir 393 – aprile 2005

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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