Alpi in bella vista

Dalla Lechtal, selvaggia e solitaria, alle attrezzatissime Ötztal e Stubaital che accolgono ogni genere di turisti. Ecco l'occasione per esplorare il Tirolo più vicino all'Italia, immergendosi nella natura e nella storia della regione austriaca fra castelli, sentieri e specialità di montagna.

Indice dell'itinerario

Il nostro viaggio in Austria non può che iniziare da Innsbruck, capoluogo del Tirolo settentrionale a soli 40 chilometri dal Passo del Brennero. La città, piccola ma vivace, sorge proprio in riva al fiume Inn (lo stesso toponimo significa ponte sull’Inn ) sul sito di un castrum romano, mentre l’impianto del centro è tardomedioevale. Fra le intricate viuzze spicca il Goldenes Dachl, noto agli italiani come Tettuccio d’Oro, il balcone del palazzo residenziale di Massimiliano I.
La presenza del fiume è cara agli abitanti, e al tempo stesso rappresenta una minaccia: non sono rare le piene e gli straripamenti, come quello del 2005 che inondò le campagne circostanti. Solitamente, però, nonostante il suo colore torbido da vero fiume di montagna, questo corso d’acqua si presta a innumerevoli sport, come la canoa e il rafting, ed è utilizzato dai tirolesi per pescare, fare passeggiate e correre, a piedi o in bicicletta.

Beato isolamento
Usciamo da Innsbruck diretti verso ovest e dopo circa 60 chilometri, giunti a Imst lungo la Inntal, imbocchiamo la strada diretta al colle Hahntennjoch. Superata una grande morena, la strada si addentra in una valle con fondo a U: queste morfologie ci indicano in modo inequivocabile che siamo sul letto di un antico ghiacciaio, e ne abbiamo conferma poco più avanti quando ci si parano innanzi, sulla sinistra, le alte pareti di un circo glaciale.
Siamo nella Lechtal, una valle amena ricca di prati verdissimi, come del resto tutta questa parte dell’Austria. La strada che stiamo seguendo è molto amata dai motociclisti, che sfrecciano colorati di curva in curva. Dopo circa 20 chilometri superiamo il valico e in breve siamo a Pfafflar, uno dei villaggi più isolati del Tirolo. Insieme agli altri due centri della valle, Böden e Bschlabs, conta soltanto 140 abitanti, con un’unica scuola che accoglie otto bambini.
Poco dopo il passo siamo tentati dai tavolini della Gasthof Zur Gemütlichkeit, dove ci lanciamo in assaggi di dolci e torte tirolesi e ne approfittiamo per chiedere informazioni sulle origini del luogo. Un anziano signore ci spiega che i tre villaggi nascono da un’unica famiglia che, attratta dal clima relativamente mite, colonizzò la valle nel XIV secolo. La maggior parte dei toponimi e dei cognomi qui deriva dal retoromano, il ceppo linguistico che ha dato poi origine al rumantsch parlato nei Grigioni, al ladino delle Dolomiti e al furlan del Friuli.
Ci incamminiamo fra le case interamente in legno, la più antica delle quali risale al XV secolo. Una sola rimane abitata tutto l’anno, mentre in passato gli abitanti restavano qui durante l’inverno, completamente isolati. Ancora oggi, a volte per novanta giorni di seguito, la strada è chiusa per neve e la scarsa popolazione si trasferisce alle basse quote. Fino al ‘500 non c’era nemmeno la chiesa e i morti venivano lasciati sotto la neve o congelati sul tetto in attesa della primavera, quando il bel tempo consentiva di trasportarli a valle per la sepoltura. Osserviamo un’anziana signora che se ne sta seduta su una panca in legno, davanti a una casa piena di fiori, al margine del prato che oggi è inondato dal sole, e guarda verso l’alto: forse ricorda la valanga che nel 1984 travolse un’intera fattoria portandosi via oltre quaranta vacche, per fortuna senza fare vittime umane.
Oggi qui non c’è più agricoltura, ma soltanto pascolo. Si produce un ottimo formaggio, il Graukäse, un tipo di Sauerkäse, coagulato cioè senza l’utilizzo di caglio. E’ un formaggio magro, in quanto contiene soltanto lo 0,1% di grasso, e si mangia fritto, servito solo o con insalata, oppure si usa per preparare i deliziosi Käse Pressknödel, canederli di formaggio.

Strategiche fortezze
Ridiscesi nella valle dell’Inn continuiamo a seguirla per altri 20 chilometri fino a raggiungere, proprio al suo sbocco, la cittadina di Landeck, nella regione del Tirolo orientale. La sua posizione strategica è accresciuta dalla relativa vicinanza al confine con la Svizzera: e qui, superata una stretta, l’Inn riceve le acque della valle dell’Arlberg, che si estende fino al Liechtenstein. Questa è da sempre una zona di grande traffico, via obbligata per il Reschenpass (Passo Resia). Passa proprio di qua infatti la Via Claudia Augusta, iniziata nel 15 a.C. per volere del generale romano Druso Maggiore allo scopo di raccordare l’Adriatico e il Danubio. L’antico percorso, oggi in gran parte recuperato, collegava la città di Augusta Vindelicorum, l’odierna Augsburg, con Altino, nei pressi di Venezia. Il passaggio di uomini e lo scambio di merci sono stati per secoli controllati da una fitta rete di castelli e fortezze, alcune delle quali sono rimaste in funzione sino all’800. E’ il caso della fortezza doganale di Nauders, risalente al XIX secolo, posta lungo la strada che sale verso il Passo Resia e che ricalca proprio l’antico tracciato romano. La regione di Landeck è ancora oggi bilingue: vi si parlano il tedesco e il romancio, lingua madre di circa 40.000 persone.
Una deviazione di una ventina di chilometri ci porta al villaggio di Kauns, allo sbocco della Kaunertal, per visitare il Burg Berneck. Edificato nel XIII secolo dalla famiglia che gli dà il nome, il castello subì diversi rimaneggiamenti e fu in parte rifatto nel 1437 da Hans Mülinen, mentre in tempi più recenti l’imperatore Massimiliano I lo utilizzava come residenza di caccia. Dal 1976 appartiene alla famiglia Hörmann-Weingartner, che lo ha salvato dalla rovina e lo ha aperto al pubblico: oggi è considerato uno dei più spettacolari esempi di castelli tardogotici del Tirolo. Piuttosto impressionante la balconata di legno a strapiombo sulla sottostante Kaunertalstrasse.
Di nuovo lungo l’Inn, affascinante per la posizione e la severa architettura è anche la fortezza doganale Altfinstermünz: protesa sul fiume alla base di un’alta parete rocciosa in prossimità del confine elvetico, tra Pfunds e Nauders, svolgeva anch’essa funzione di controllo sulla Via Claudia Augusta e continuò a rivestire grande importanza almeno fino al 1854. Il complesso include una grande torre e una piccola chiesa; sul piazzale antistante sono in corso di recupero ruderi di stalle e fienili, mentre al di là della torre la strada conduce a un suggestivo ponte coperto in legno che va ad appoggiarsi a un’altra torretta costruita proprio in mezzo al fiume.
Questo è il nostro punto di svolta dal quale riprendiamo la via di Innsbruck, non senza una sosta per visitare anche il castello di Landeck fatto costruire dai conti di Tirolo nel XIII secolo. Utilizzato a lungo come tribunale, oggi ospita un bel museo: dalla torre, che si apre in quattro finestroni, si gode un bel panorama su tutta la valle, sull’Inn e su un antico ponte in legno, protetto appunto dal castello. Il punto migliore per ammirare la cittadina è però sul versante opposto della valle, a Stanz, villaggio che deve la sua notorietà alla produzione di prelibate grappe e distillati.

Sulle tracce di Ötzi
Superata ancora una volta Imst, in 35 chilometri raggiungiamo l’imbocco della Ötztal dove la prima tappa non può che essere il paese di Ötz. Si passeggia volentieri tra le case affrescate del centro storico, molte della quali risalgono al ‘600, mentre alcune sono state trasformate in alberghi. Innanzitutto ci procuriamo la Ötztal Card, una tessera riservata ai turisti che dà accesso a un gran numero di attrazioni e servizi come musei, parchi e impianti di risalita, poi ci attardiamo in alcuni negozi di articoli da montagna, dove riusciamo a trovare degli ottimi scarponi per le escursioni che abbiamo in mente di compiere nei prossimi giorni. Ma prima di camminare decidiamo di prendere confidenza con le alte quote più comodamente, salendo in funivia: ci accomodiamo perciò in una moderna cabina della Acherkogelbahn e in pochi minuti, attraverso un’abetaia, passiamo dagli 820 ai 2.020 metri di altitudine, fino a un belvedere affacciato sulla valle. Verso sud si scorgono alcuni ghiacciai a conferma che anche la Ötztal, come del resto tutte le laterali della Inntal, è stata modellata dall’azione glaciale. Il belvedere è un ottimo punto di partenza per numerose escursioni o per raggiungere la cima dell’Acherkogel, che con i suoi 3.008 metri è il tremila più settentrionale del Tirolo. Tornati in basso ci spostiamo al Piburgersee, un laghetto formato da una morena glaciale che sbarra l’invaso. Da un parcheggio a pagamento, per un breve e agevole sentiero, ci addentriamo in un bel bosco tra le rocce lisciate dai ghiacciai. Il piccolo specchio d’acqua è molto frequentato per la temperatura mite, che durante l’estate possono superare i 20°C.
Circa 18 chilometri ci separano da Längenfeld, che si incontra continuando a risalire la valle verso il Timmelsjoch e l’Alto Adige. In paese visitiamo l’Ötztaler Heimatmuseum che, oltre a un delizioso museo della civiltà contadina, comprende un intero villaggio ricostruito con tanto di mulini ad acqua, segheria, falegnameria e altre strutture ancora perfettamente funzionanti. Gli ambienti domestici sono stati riprodotti alla perfezione, tanto che nel camino della cucina scoppietta un fuoco vero. Un capanno in legno all’esterno del museo reca in bella mostra un cartello che recita Milch , e l’insegna è completata dal simpatico disegnino di una classica mucca pezzata che rende inequivocabile il messaggio anche se siete completamente a digiuno di tedesco: è un distributore automatico di latte. Ottanta centesimi un litro, 10 centesimi un bicchiere, e ovviamente non possiamo rimetterci in viaggio senza aver prima bevuto un bel bicchiere di latte fresco.
La strada, continuando verso la Val Passiria e Merano, giunge ora in un punto in cui il paesaggio si fa inaspettatamente più dolce e ampio. Sullo sfondo, verso monte, si allineano alte cime intervallate da ghiacciai. In 15 chilometri siamo a Sölden, cittadina animata e ricca di alberghi, impianti di risalita e negozi. Noi siamo attratti dalle cabine della funivia del Gaislachkögl e approfittiamo dei vantaggi della Ötztal Card per fare un giro: quando siamo già a bordo, leggendo una brochure scopriamo che è la più grande funivia a doppio cavo al mondo, e consente di raggiungere senza fatica i 3.058 metri di questa vetta. Complice il tempo magnifico, da quassù la vista spazia davvero a 360 gradi: si vedono cime per decine di chilometri, fino alle Dolomiti e al ghiacciaio del Similaun, divenuto famoso per aver custodito per oltre 5.000 anni la mummia chiamata appunto Uomo del Similaun, poi ribattezzata col vezzeggiativo di Ötzi.
Nel tornare verso la valle dell’Inn per la stessa strada che ci ha portato fin qui, ci fermiamo a Umhausen per vedere la Stuibenfall, la più alta cascata del Tirolo che si può ammirare comodamente da un balcone naturale sulla strada per Niederthai. A pochi chilometri è il villaggio didattico di Ötzidorf, dedicato per l’appunto a Ötzi e pensato per i bambini: è possibile entrare nelle capanne di un insediamento preistorico, vedere numerosi utensili fedelmente ricostruiti e immergersi per qualche ora in un’atmosfera che ha davvero il sapore della preistoria. Vengono organizzate inoltre attività per imparare a fare il fuoco, a gestire l’acqua, a lavorare il legno, e non mancano recinti con animali come cavalli, mucche, maiali, pecore e capre che contribuiscono a creare l’atmosfera. Adiacente al parcheggio a pagamento dell’Ötzidorf è il laghetto di Umhausen, nel quale bagnanti di ogni età si producono in tuffi e spruzzi. Inoltre, per chi non si fosse accontentato di vedere la Stuibenfall da lontano, un sentiero in salita conduce in 50 minuti alla cascata, ma nei periodi di piena è consigliabile dotarsi di una giacca impermeabile per proteggersi dagli spruzzi.
Prima di lasciare la Ötztal facciamo un salto all’Aqua Dome, nei pressi di Längenfeld, dove tra architetture futuristiche ci lasciamo coccolare da acque termali, idromassaggi, fanghi e trattamenti vari. La grande vasca centrale è sormontata da una cupola di vetro affacciata sulle Alpi: immaginiamo il gusto che si deve provare in pieno inverno, immersi nell’acqua calda fino al collo, circondati dal paesaggio innevato. Con piacere scopriamo inoltre che l’Aqua Dome dispone di una ludoteca e organizza varie attività per bambini.

Nel regno dell’avventura
Tornati a Innsbruck, ci deliziamo ancora un po’ per le stradine del centro sempre affollate di turisti. La strada per tornare a casa riparte proprio da qui, ma ci resta ancora qualche giorno di vacanza e perciò decidiamo di attardarci ancora un po’ e visitare una delle valli tirolesi più vicine all’Italia, la Stubaital. Imboccata l’autostrada verso sud, la lasciamo dopo soli 10 chilometri uscendo a Schönberg im Stubaital e risalendo in un paesaggio ampio e verdeggiante. Attraversato il paesino di Mieders, già si scorgono le alte montagne che più avanti stringono la valle. Sulle nostre teste colorati parapendii compiono acrobazie di ogni tipo, e non mancano i tandem grazie ai quali è possibile provare l’emozione del volo accompagnati da un pilota esperto.
Si capisce subito che questo è un comprensorio dedicato all’outdoor anche estremo e allo sport, e infatti a Fulpmes ci imbattiamo in un parco avventura attrezzato tra gli alberi, aperto di recente, molto moderno e ben gestito da un gruppetto di simpatici ragazzi. Da qui a Neustift im Stubaital il passo è breve: giunti in paese, ci rifocilliamo al tavolo di un delizioso ristorante appartenente al circuito delle Tiroler Wirtshäuser, ovvero le tipiche trattorie della regione.
In fondo alla valle il nuovo impianto di risalita di Schaufeljoch conduce in pochi minuti al luogo denominato Top of Tyrol, che con i suoi 3.165 metri di altitudine è il punto più alto raggiungibile con mezzi meccanici in tutto il Tirolo. Da qui ci sono molte possibilità, fra cui lo sci anche estivo e il trekking: noi scegliamo di avventurarci sul ghiacciaio, affidandoci all’esperienza di una guida locale che ci conduce attraverso i sentieri delle Stubaier Alpen verso il Peiljoch, da dove scendiamo direttamente sullo Stubaier Gletscher. A pochi passi da qui è la cresta di confine con l’Italia, e utilizzando questo sentiero si può raggiungere la cima dello Zuckerhütl, a 3.507 metri, oppure svalicare e dirigersi ai rifugi italiani: ma noi, paghi di tante bellezze, iniziamo la discesa seguendo il torrente che sbocca dalla lingua del ghiacciaio, e poco più in basso facciamo tappa ai 2.191 metri della Sulzenau Hütte. Dopo esserci rinfrancati con una bella porzione di strudel accompagnata da una birra, proseguiamo in discesa e in un paio d’ore, per praterie e roboanti salti d’acqua, siamo a fondovalle. Qui ci godiamo l’ultimo spettacolo della giornata e del nostro viaggio, la cascata di Grawa, dichiarata monumento naturale. In breve si torna a Neustift, poi a Mieders: laggiù in fondo si snoda il lungo nastro d’asfalto dell’autostrada del Brennero.

PleinAir 432-433 – luglio-agosto 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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