Al di là del tunnel

Come nella mitica Shangri-la, la piana di Kandersteg appare d'improvviso, isolata dal resto del mondo, all'uscita di una galleria ferroviaria. Lungo la valle e sulle montagne che la racchiudono è tutto un fiorire di piste, sentieri e occasioni di pleinair.

Indice dell'itinerario

E’ al di là del Sempione che si trova la nostra galleria, dove è ancora obbligatorio utilizzare i treni navetta (almeno per chi non vuol fare un lungo giro tra le montagne). Si tratta del Lötschbergtunnel, che mette in comunicazione il Vallese con l’Oberland. Lungo 14.612 metri, venne inaugurato il 14 giugno 1913, dopo anni di durissimo lavoro. La galleria, collegata da una linea a binario unico con la sottostante valle del Rodano e da una serie di tornanti con l’Oberland, lungo la Kandertal, assunse un’importanza fondamentale per i trasporti ferroviari nella Svizzera occidentale e per il traffico attraverso le Alpi. La linea, gestita dalla BLS, la più importante ferrovia privata svizzera, perfettamente integrata alla rete di trasporti federali, vede ogni binario utilizzato in entrambe le direzioni, con 50 – 70 treni passeggeri, senza contare i treni navetta.

Con gli sci sulla porta di casa
Usciti dalla galleria, ecco la neve che ammanta la piana di Kandersteg (1176 m) e i boschi che sembrano racchiuderla da ogni parte. Il treno si ferma nella stazione, e inizia la discesa dalla navetta. Una stradina porta dalla stazione a una chiesetta dall’aguzzo campanile: qui si incrocia la via principale, che si snoda per quasi due km nella piana, fiancheggiata da alberghi e casette con giardino. Un strato di neve copre la strada: per motivi ecologici non viene sparso sale o sabbia, e solo gli abitanti sembrano guidare a loro agio. Ma a piedi o con gli sci da fondo non ci sono problemi: la pista verde si snoda alle spalle delle case, degli alberghi e dell’ufficio turistico, poi costeggia un canale e si alza un poco, passando a fianco del campeggio. Con poche falcate verso nord ci si ritrova tra prati e case rurali: ancora qualche edificio militare, poi la pista entra nel bosco e tocca i trampolini per il salto con gli sci. Poi ecco un panoramico dosso, da cui appare la parte inferiore della valle del Kander, e una ripida discesa nel bosco. Attraversata la strada, la pista si avvicina al torrente Kander e lasciando a destra la pista gialla torna verso il paese. Ma sciatori un po’ allenati non possono perdere un giro sulla Höh, uno Skiwanderweg (ovvero pista escursionistica) che attraversa torrente e ferrovia, poi si alza nel bosco su una strada forestale che conduce a un punto panoramico (1318 m, fin qui si può salire anche a piedi, con le racchette da neve): 160 metri più in basso appare la piana di Kandersteg, con le sue casette, i binari della stazione, i treni…
Con una discesa si raggiunge la pista nera (occhio a non imboccarla contromano): a saliscendi fra boschi e radure, poi con una lunga discesa fra prati e cascine isolate, si raggiunge la partenza di uno skilift; la piana del Kander è ormai vicina, e la pista si sdoppia. A sinistra la nera e la blu riportano subito verso il paese e il centrofondo, mentre la Höh si spinge verso sud lungo il torrente, lo attraversa e transita presso l’imbocco del tunnel ferroviario, prima di immettersi sulla pista rossa: da non perdere una digressione alla Ruedihus, il più antico albergo di Kandersteg, risalente al 1753.

Da Kandersteg al Gemmipass
La Höh consente di concatenare tutte le piste di Kandersteg, di osservare in poche ore di piacevole scivolata tutta la piana, ma anche di prepararsi alla lunga traversata del Gemmipass. E’ un itinerario in quota che fondisti abili possono effettuare interamente sci ai piedi, ma anche una proposta ideale per chi non scia: si tratta infatti di un Winterwanderweg, un tracciato nella neve per gli escursionisti (con o senza racchette).
Non è certo una breve passeggiata: 25 km tra andata e ritorno (600 mt di dislivello), in ambiente di alta montagna, che conducono dalla stazione superiore della funivia Sunnbüel (1934 m) fino al Gemmipass (2322 m). Indubbiamente la proposta più interessante e originale di Kandersteg, che da sola giustifica il viaggio.
Ai paesaggi si aggiunge un elemento storico e letterario: a metà dell’escursione si tocca il Berghotel Schwarenbach, un rifugio costruito nel 1742, in cui sostarono illustri viaggiatori diretti verso l’Italia o verso le terme di Leukerbad: Alexandre Dumas, Jules Verne, Mark Twain, Arthur Conan Doyle e Guy de Maupassant, che vi ambientò il racconto L’auberge. Vi si arriva dopo meno di due ore di cammino dalla stazione superiore della funivia Sunnbüel. La prima parte del percorso riserva gioie notevoli ai fondisti che – appena scesi dalla funivia – si trovano nella vasta piana di Spittelmatte (1875 m): una lenta discesa, poi una successione di dossi in un silenzio irreale. Lasciato alle spalle un facile skilift, si solca la piana su piste tracciate per 3 km: poi inizia la vera escursione, lungo il tracciato del Winterwanderweg. I fondisti più allenati possono affrontare la salita sci ai piedi (necessari sci con scaglie o pelli di foca), ma nessuno si scandalizza se qualcuno si toglie gli sci per emulare i molti escursionisti che salgono a piedi, sulla traccia aperta dal battipista.
La salita conduce alla sella (2068 m) da cui appare la conca di Schwarenbach. Purtroppo alcuni tralicci e cavi dell’alta tensione sembrano voler imprigionare l’antico edificio in pietra del rifugio, ampliato nel corso degli anni ma sempre assai suggestivo. A mezza costa si contorna in piano tutta la conca, poi il tracciato si impenna con alcune svolte (faticose per i fondisti), fino a raggiungere la sella di quota (2229 m): il paesaggio cambia ancora, e come per incanto appare una piana vastissima.
Oggi la pista di fondo viene tracciata sulla superficie – ghiacciata e innevata fino a marzo inoltrato – del Daubensee (2206 m), che si estende per quasi 2 km. I tracciati per escursionisti e fondisti si dividono ancora: il Winterwanderweg punta direttamente a sud, lungo la sponda orientale del lago, verso il passo della Gemmi, mentre la pista da fondo si snoda lungo le sponde del lago. L’anello di 8 km, quasi interamente pianeggiante, permette di scivolare veloci ammirando un ambiente fatto di spazi vastissimi circondati da montagne. Giunti all’estremità meridionale della conca, non resta che la breve salita finale: una seggiovia può aiutare i più stanchi, ma il ripido tracciato del Winterwanderweg procura sensazioni bellissime.
Verso Loeche (o Leukerbad) scende l’antica via, accessibile solo in estate. Ma oggi centinaia di turisti possono raggiungere uno sperone un po’ più alto del colle anche d’inverno, grazie alla funivia di Leukerbad. Ai fondisti dunque consigliamo di raggiungere il panoramico colle della Gemmi, e poi di girare gli sci per il ritorno, evitando le folle. Si percorre così a ritroso l’itinerario di salita, con belle discese in neve fresca che si alternano alle scivolate nei pianori del Daubensee e Spittelmatte, a cui segue una breve salita finale per tornare alla stazione della funivia Sunnbüel: non dimenticate di informarvi sull’orario dell’ultima corsa, poiché non vi sono alternative per scendere a Kandersteg. Data la lunghezza dell’itinerario (6-7 ore a/r), per gli escursionisti vi è invece un’altra bella possibilità: si scende con la funivia della Gemmi a Leukerbad, poi con il pullman di linea a Leuk, quindi per ferrovia si raggiunge Brig e infine con un altro treno si torna a Kandersteg.

Ancora un lago in quota
Non si può lasciare Kandersteg senza una puntata all’Oeschinensee. In questo caso si sale con la seggiovia biposto che parte proprio a fianco del campeggio. Giunti alla stazione superiore (1682 m) si segue il percorso pianeggiante che va verso est, incrociando uno skilift; poco dopo i tracciati per escursionisti e fondisti si separano: a piedi si scende in diagonale fin sulle sponde del lago; con gli sci da fondo invece ci si abbassa, toccando una deliziosa conca con due alpeggi, prima di scendere al rifugio ristorante (1593 m). Il panorama è affascinante: poco più in basso brilla la superficie gelata del lago di Oeschinen, dominato da ghiacciai e pareti che si innalzano per 2000 metri (le vette di Doldenhorn e Blüemlisalphorn superano i 3600 metri). A seconda delle condizioni del ghiaccio, la pista di fondo viene tracciata sopra il lago o lungo le sue sponde. Poi si torna al rifugio e si chiude l’anello risalendo nel bosco. Ma si può anche scendere nel valloncello fino alla partenza di uno skilift, che riporta comodamente al tratto iniziale della pista: qui giunti, sarà difficile resistere alla tentazione di un altro giro tra i panorami dell’Oeschinensee.

PleinAir 318 – gennaio 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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