Ajaccio, capitale di Ponente

La sede dell'Assemblea Regionale vive ancora nella memoria del suo più grande figlio, Napoleone Bonaparte

Indice dell'itinerario

La sede dell’Assemblea Regionale vive ancora nella memoria del suo più grande figlio, Napoleone Bonaparte. Ajaccio ebbe il suo momento favorevole, che la promosse a capitale dell’isola, nell’Ottocento, proprio mentre Bastia conosceva un periodo di decadenza e veniva relegata a un ruolo secondario. Oggi le due città sono sullo stesso livello d’importanza, anche se Ajaccio, sede dell’Assemblea regionale, mette in primo piano soprattutto le funzioni amministrative. Le fortune della città nell’Ottocento dovettero non poco alla scoperta che ne fecero i ceti abbienti europei, inglesi in particolare, come località di soggiorno; beninteso non balneare ma invernale, per via della mitezza del clima. Noi ci arriviamo da sud per il lungomare; giriamo davanti alla stazione ferroviaria, ed entriamo nel parcheggio libero antistante il porto turistico Ornano.Nel cuore del centro storico, dove alle spalle dell’antico forte marittimo più fitto è l’intreccio di stradine dell’Ajaccio genovese, la casa natale di Napoleone esibisce fra gli altri arredi il divano sul quale egli sarebbe venuto alla luce. La madre Letizia sarebbe stata colta dalle doglie mentre era in chiesa e perciò trasportata in tutta fretta a casa in portantina. Anche questa è esposta in Rue Saint-Charles, ma quanto ad autenticità pure in questo caso il condizionale resta d’obbligo. Una curiosa coincidenza: tra il 1794 e il ’96, anni di un effimero stato anglo-corso durante i quali i Bonaparte fuggirono a Marsiglia, la casa venne requisita e andò ad abitarvi un certo Hudson Lowe; proprio colui che vent’anni più tardi sarebbe stato l’arcigno custode dell’Imperatore nell’isola di Sant’Elena. La chiesa in cui Letizia capì che il gran momento era prossimo è la piccola cattedrale di Ajaccio, dove Napoleone fu poi battezzato. Ma per scorrere i documenti dell’intera vita del grande corso bisogna visitare il Salone Napoleonico ospitato nell’ottocentesco palazzo del Comune, tra le palme di Piazza Foch a due passi dal mare. Qui, e continuando per l’Avenue Primo Console fino a Piazza De Gaulle e a Piazza Austerlitz gli amatori di statue imperiali potranno gustarne una vera galleria all’aria aperta, compro il poco amato gruppo di Napoleone, imperatore romano a cavallo, soprannominato il calamaio .
In una strada minore nei paraggi di Piazza De Gaulle l’interessante museo militare “‘A Bandera” approfondisce alcune fasi salienti della storia della Corsica. Il periodo delle razzie turche è illustrato fra l’altro da una grande topografia di tutte le torri di vedetta che mostra come gli sbarchi mirassero anzitutto alle zone più ricche. Ci sono anche armi e attrezzature dei barbareschi. Altrove è illustrata la preistoria con le sue statue-menhir, oppure il periodo che condusse alla Costituzione di Pasquale Paoli. Non manca la guerra del ’39, con oggetti, documenti e foto del breve periodo dell’occupazione italiana dell’isola. A questo punto vi sarete di sicuro già trovati a passare per Corso Napoleone, centrale strada dei negozi, del folto passeggio serale delle città mediterranee, dei caffè con i loro tavolini frequentati anche d’inverno, magari sotto una veranda se il cielo minaccia. Parallela al corso nel quale va infine a sfociare, Via del Cardinale Fesch è ben dotata di ristoranti e bei negozi, è meno larga e per così dire più intima. Su di essa si apre l’ampia corte del palazzo che appartenne allo stesso cardinale. Persona di autonomo giudizio e di vivacità intellettuale, mecenate, lo zio di Napoleone raccolse un’impressionante collezione di pitture. Il palazzo, oggi adibito a pinacoteca, comprende tutto l’arco della grande pittura italiana dai primitivi al Settecento. Tra i vari Raffaello, Guercino, Tiziano, Veronese si ammira anche una Madonna del Botticelli, di soavità e armonia ineguagliabili. Tra le altre sale da non trascurare, quelle dedicate alle nature morte spaziano dai Napoletani ai Fiamminghi.Romantiche Sanguinarie
Le Sanguinarie, rocciose isolette disabitate che chiudono a nord-ovest il golfo di Ajaccio, non hanno nulla di truculento. Il loro nome dovrebbe semplicemente derivare dalla corruzione di Sagonarie, in quanto dividono il golfo di Ajaccio da quello di Sagone. Il percorso di una dozzina di chilometri dalla città a Punta della Parata, della quale le piccole terre furono il proseguimento prima che l’erosione marina le separasse dalla costa, è tutto in piano e costituisce una passeggiata in bici molto dilettevole. Dove ha fine la zona residenziale costiera, la chiesetta di rito greco mostra su una piccola lapide la data del 1632. Fu eretta quando i Genovesi accolsero ad Ajaccio gli esuli greci in fuga da Cargese per le angherie cui erano sottoposti. Ma l?aspetto più bizzarro del luogo è che i palazzi recenti si mischiano a un gran numero di cappelle funerarie innalzate in passato. La presenza di queste ultime non bastò infatti a impedire l’urbanizzazione degli appetibili terreni con vista sul mare.
Più avanti la strada sfiora alcune spiagge e ampi sterrati per la sosta. Al termine, il nastro d’asfalto diventa un comodo parcheggio completo di bar-ristorante. La passeggiata è la più tradizionale degli ajaccesi in tutte le stagioni. Dal posteggio un agevole sentiero conduce in un quarto d’ora alla punta, costituita da un isolotto conico sormontato dalla torre genovese della Parata. Non c’è dubbio che lo scorcio delle Sanguinarie costituisca una delle più romantiche vedute delle coste corse, in particolare al tramonto, momento privilegiato di Ajaccio e del golfo. Ma la più bella veduta sulle isole è altrove: poco prima del parcheggio occorre prendere lo sterrato che in dieci minuti guadagna una piccola altura panoramica.
C’è un’ulteriore esplorazione della zona, consigliabile solo a pedalatori alquanto allenati oppure da fare sulle quattro ruote. Circa tre chilometri prima della Parata, occorre prendere la deviazione che reca l’indicazione “Capo di Fenu”. Dopo un saliscendi di poco più di cinque chilometri in un ampio paesaggio solitario, uno sterrato sulla sinistra conduce a un’area di parcheggio e quindi a un’ampia spiaggia dove d’estate funziona un noleggio di canoe e pedalò. Continuando invece fino al termine della strada si arriva alle rocce che concludono la spiaggia, qui profumata da un intenso odore di iodio.

PleinAir 330 – gennaio 2000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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