Acque e distillati

Scenario di vicende cruciali della storia francese e terra d'elezione del cognac, il Poitou-Charentes è un concentrato di ambienti e paesaggi ideali per una tranquilla vacanza itinerante fra natura, cultura e sapori: cittadine animate e pittoresche, canali navigabili che solcano zone umide protette, piccole isole verdeggianti da esplorare in bicicletta e un affaccio sull'oceano che promette grandi soddisfazioni anche a chi ama i frutti di mare.

Indice dell'itinerario

Basta pronunciarne il nome per richiamare alla mente le reminiscenze scolastiche legate alla città principale del Poitou-Charentes: la battaglia che Clodoveo I re dei Franchi combatté nel 506 contro Alarico II re dei Visigoti, poi quella di Carlo Martello contro l’esercito arabo, nel 732, e ancora il feroce scontro del 1356, durante la Guerra dei Cento Anni, al quale prese parte anche Giovanna d’Arco. Tutti eventi che testimoniano l’importanza di Poitiers nel Medioevo, epoca a cui risalgono le principali testimonianze architettoniche del nucleo più antico, sorto su un’altura in gran parte circondata dal fiume Clain. Siamo del resto in una posizione ancora oggi strategica, dove si incrociano due delle principali direttrici stradali della Francia: gli assi che collegano Tolosa e la costa mediterranea a Nantes (dunque alla Bretagna e alla Normandia) e Bordeaux a Parigi.
La scoperta del centro storico è facilitata da un accorgimento a misura di turista: la presenza di tre linee colorate, rossa, gialla e blu, che corrono lungo il marciapiede indicando altrettanti percorsi di visita. Seguendo la traccia rossa raggiungiamo l’Hôtel de Ville edificato alla fine dell’800 in stile neorinascimentale, con la maestosa facciata scandita dalla torre campanaria; all’interno la scalinata d’onore, una doppia rampa finemente intagliata nella pietra, accede all’antica sala del Consiglio Municipale o del Blasone, alla Sala delle Feste e a quella dei Matrimoni, tutte adornate da pregiate opere pittoriche e artistiche vetrate. Spostandoci verso la chiesa di Saint-Porchaire, dal grande campanile romanico a tre livelli, siamo nella centralissima Rue Gambetta, strada commerciale e salotto buono della città. Poco più avanti si apre il grandioso complesso del Palazzo di Giustizia, un tempo residenza comitale, che racchiude un salone ritenuto il più vasto di tutta la Francia.
Il filo di Arianna ci conduce ora in Place Charles de Gaulle dinanzi al monumento più prezioso di Poitiers: la chiesa di Notre-Dame-la-Grande, un piccolo gioiello architettonico risalente al XII secolo. Nella parte superiore del portale d’ingresso le figure, scolpite nella pietra e racchiuse in piccole nicchie, rappresentano l’iconografia del peccato originale, dell’Annunciazione, della Natività insieme a figure di apostoli e altri disegni simbolici. La parte centrale del timpano è occupata da una mandorla con il sole e la luna che sovrastano la figura di Cristo, contornato dai quattro Evangelisti. L’interno, privo di finestre, è impreziosito dagli affreschi della volta del coro e da una bellissima Natività scolpita nella pietra a grandezza naturale. L’esterno merita di essere ammirato anche nelle sere d’estate, quando un grandioso spettacolo di luci multicolori veste la facciata della chiesa dando l’illusione, per quindici minuti, che ogni pietra torni alle sue originali policromie.
Il percorso si snoda quindi tra le strette e scoscese strade cittadine per raggiungere, sulla via omonima, la cattedrale gotica di Saint-Pierre, voluta nel 1162 da Eleonora d’Aquitania ed Enrico Plantageneto. L’edificio, che sovrasta l’attiguo quartiere vescovile, conserva un organo di fine ‘700 realizzato dal celebre laboratorio Cliquot.

Verde come l’acqua
Da Poitiers prendiamo ora in direzione dell’Atlantico sull’autostrada A10, non senza deviare per le paludi del Poitou che formano una delle aree più belle e interessanti della regione. Il Parc Interrégional du Marais Poitevin è una vasta zona umida bonificata con 400 chilometri di canali navigabili, ricoperti d’estate dal verde rigoglio della lenticchia d’acqua, e 300 chilometri di sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta, lungo i quali alberghi e campeggi offrono punti di sosta e ristoro. Porta d’accesso è la città di Niort, che attraversiamo per una breve visita al suo monumento più celebre: il torrione romanico, oggi sede di un museo etnografico, posto accanto alla struttura metallica del mercato coperto e a un’area di parcheggio. Per trovare la Rue de Ribray, che ci condurrà a destinazione, passiamo dinanzi al Palazzo Municipale che appare del tutto simile a quello di Poitiers.
La D9 da Niort ci introduce man mano ai grandi spazi aperti di quello che era un immenso golfo oceanico, le cui acque paludose sono state trasformate dall’opera dell’uomo in un paesaggio pieno di fascino. Tra i campi coltivati s’insinuano serpeggianti vie d’acqua il cui flusso è regolato da dighe e sbarramenti, mentre sui bordi dei canali si affacciano le tradizionali abitazioni dette cabane, circondate da folti roseti. Un tempo il principale mezzo di trasporto era rappresentato da una piccola imbarcazione a fondo piatto, oggi utilizzata soprattutto a scopo turistico. Tra i piccoli borghi nati lungo gli argini ci fermiamo a Coulon presso l’imbarcadero Cardinaud, all’ingresso del paese, che dispone di un parcheggio gratuito per camper. Irrinunciabile un’escursione lungo il dedalo di canali, con il lento scivolare della barca accompagnato solo dai suoni della natura.
Lasciamo quest’oasi di tranquillità, che merita anche un paio di giorni se si ha tempo a disposizione, e proseguiamo a nord della Sèvre fino a Maillé. Da qui la D116 e poi la D114 attraversano piccoli centri fino a Marans per arrivare infine sull’oceano nell’Anse de l’Aiguillon. Seguendo la costa verso sud si giunge in breve a una serie di falesie e alla Pointe Saint Clément, caratterizzata da due capanni da pesca: pochi chilometri ci separano ormai da La Rochelle, dove troviamo ampi spazi per parcheggiare seguendo le indicazioni per il porto vecchio, che ci accoglie con il gradevole odore della salsedine.

Tra l’oceano e il fiume
Nella parte più antica della città avvertiamo il contrasto con la quiete del paesaggio precedente: si respira veramente un’aria di vacanza con il continuo afflusso di gente lungo il porto, attraversato a propria volta da un incessante movimento di barche di ogni dimensione. Per la sua posizione, giusto al centro della costa atlantica francese, quest’antico villaggio di pescatori accrebbe la sua importanza economica con il commercio del vino e del sale, tanto che nel 1568 si dichiarò libera capitale protestante. Questo suo status finì però con il trovarsi in contrasto con la politica di unificazione del cardinale cattolico Richelieu, all’epoca primo ministro del re Luigi XIII, che fra il 1627 e il 1628 tenne per 416 giorni la città sotto assedio, finché non la costrinse ad arrendersi e a perdere così tutti i suoi privilegi. Più tardi, grazie ai commerci marittimi nel frattempo iniziati con il Nuovo Mondo, La Rochelle conobbe una nuova stagione di floridezza economica e la rinascita della vita culturale e artistica.
L’area di parcheggio è a pochi metri dalla vecchia rada, difesa ancora dalla Tour de la Lanterne che faceva parte dell’antica cinta difensiva, chiusa all’estremità opposta dall’alta e squadrata Tour de Saint-Nicolas e dalla più bassa e tondeggiante Tour de la Chaîne. Accanto a quest’ultima, un piccolo ponte pedonale immette verso la banchina Duperré che contorna l’intera ansa portuale, lungo la quale si aprono numerosi caffè e ristoranti con tavoli all’aperto. Ovviamente la cucina è basata sui prodotti ittici locali, graziosamente presentati su coppe a tre piani traboccanti di crostacei e frutti di mare tra i quali, punta d’eccellenza, le celebri ostriche.
Attraverso la Porte de la Grosse Horloge si entra nel borgo antico caratterizzato da portici, dove molte costruzioni presentano ancora i caratteri medioevali con abbaini, facciata in legno e gargouille, ovvero lo sporgente gocciolatoio in pietra con figure di animali. Lungo il corso principale e le stradine adiacenti si incontrano i monumenti cittadini più importanti, come il turrito Palazzo Municipale, il Palazzo di Giustizia costruito da Enrico IV nel 1600, la Borsa e la cattedrale. In posizione diametralmente opposta al vecchio scalo marittimo sorgono i moderni quartieri e il nuovo, grande porto turistico Les Minimes, circondati da parchi dotati di vari campeggi e aree di sosta per i camper.
La N137 scende verso sud fino a Rochefort, dove le indicazioni per il centro conducono all’ampio parcheggio posto accanto all’ufficio turistico. Fu Luigi XIV a ordinare al ministro Colbert di far costruire su quest’ansa del fiume Charent, accessibile solo con l’alta marea, un porto e un arsenale militare, opere necessarie per contrastare la potenza degli inglesi e della vicina La Rochelle. In due secoli e mezzo di attività, in questo cantiere furono varati oltre cinquecento vascelli che solcarono i mari del mondo sino alle Antille, all’Africa, al Canada. Dall’ufficio turistico la Rue Victor Hugo scende dritta verso i Jardins des Retours, il parco comunale esteso intorno alla Corderie Royal. Nell’edificio, lungo 370 metri, si costruiva tutto il cordame necessario a ogni bastimento della Marina Reale; oggi i padiglioni, ancora pervasi da un intenso odore di canapa, ospitano una mostra permanente a tema. Qualche centinaio di metri più a sud, lungo la Rue Toufaire, si trova il cantiere dell’Hermione dove si può assistere ai lavori di ricostruzione, a grandezza naturale, della fregata che portò Lafayette a Boston durante la Guerra d’Indipendenza americana.
La cittadina offre anche curiosità come la Maison Pierre Loti, al civico 141 dell’omonima strada: si tratta della casa natale del famoso ufficiale di marina e scrittore che modificò completamente gli interni dell’abitazione con i numerosi ricordi dei suoi viaggi intorno al mondo, con ambientazioni che richiamano di volta in volta la cultura araba, cinese e turca. E ancora il Conservatoire du Bégonia, 1.000 metri quadrati di serre con una collezione di 1.500 piante di begonia, di cui un migliaio ibride, in una varietà di forme e colori che rappresenta una vera manna per gli appassionati di giardinaggio.

Nel regno del cognac
Dopo aver attraversato Saintes, dove ci si potrà fermare in riva allo Charente per un veloce sguardo all’arco di Germanicus e ai resti delle contigue terme romane, proseguiamo verso la città di Cognac. Si entra nel centro storico attraverso il Pont Neuf che scavalca il fiume, sulle cui rive troviamo i parcheggi in prossimità dei luoghi di visita. Davanti a noi si aprono il prospetto dello Château des Valois, dove nel 1494 nacque il futuro re di Francia Francesco I (celebrato anche dalla statua equestre nella piazza centrale), e la Porte des Ponts, fiancheggiata da due torri risalenti alla cinta medioevale. La prosperità di Cognac fu un tempo legata ai commerci del vino e del sale, prodotti il cui trasporto fluviale era effettuato con pesanti e lenti barconi in legno, le gabare. Un’economia che nel XVII secolo sarà sostituita dal commercio dell’acquavite, dopo l’introduzione del metodo di doppia distillazione in particolari alambicchi detto charentais: procedimento grazie al quale il cuore della seconda distillazione dell’uva bianca, dopo un opportuno invecchiamento in botti di quercia, assume le caratteristiche del cognac. Le qualità principali oggi prodotte si distinguono in base al tempo di conservazione e sono indicate dalle diciture V.S. dopo due anni e mezzo di invecchiamento, V.S.O.P. dopo quattro anni e mezzo, i più pregiati Napoléon e X.O. dopo sei anni e mezzo. Altri elementi importanti sono il clima e la posizione dei terreni dov’è coltivata la vite, che devono essere in prossimità del mare. Per avere un’idea delle aree di produzione regionale si può visitare gratuitamente, presso il porto fluviale, l’Espace Découvert en Pays du Cognac, dove sistemi audiovisivi illustrano il paesaggio mentre, in altre sale, alcuni filmati ripercorrono la storia economica del paese. Oltre a postazioni multimediali interattive, i più piccoli possono sfogliare i Livres Magiques, opere sonore e visive che in modo più semplice raccontano i segreti del territorio.
Adiacente al fiume è anche lo stabilimento della Distillerie Martell. Il circuito di visita passa dapprima nell’abitazione del fondatore Jean Martell, che qui iniziò la sua attività nel 1715; successivamente si passano in rassegna gli ambienti della distillazione, le cantine colme di botti nelle quali riposa il cognac e la sala con oltre mille bottiglie, ciascuna contenente varie miscele di acquavite. Da un altro padiglione, con la ricostruzione di una falegnameria dell’epoca dove si realizzavano le botti, si passa alla sala nella quale si osserva dall’alto una gabare immersa nell’acqua, nell’atto di caricare dal molo. Il tour termina dopo un’ora con una tappa presso la boutique, dove la degustazione precederà l’immancabile acquisto di un paio di bottiglie. Una la apriremo stasera, comodamente in sosta nel campeggio cittadino, per l’arrivederci con il Poitou-Charentes.

PleinAir 432/433 – luglio-agosto 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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