Acque azzurre, verdi approdi

Da un bosco a una lanca, binocolo e teleobiettivo alla mano, visitiamo i paradisi naturali gestiti dalla LIPU lungo il Ticino. Quattro riserve dove la natura è protetta, ma anche fruibile, per lasciarci alle spalle caldo e rumore e tuffarci nel fresco di un'inedita Lombardia.

Indice dell'itinerario

Il fiume più bello della Pianura Padana nasce dal lago Maggiore e muore nel Po. Per 115 chilometri trascura monocolture e città, autostrade e oleodotti nascosti dietro gli ombrosi boschi che seguono le sue rive come l’ultima spiaggia; zigzaga tra isole e greti, sotto gli sguardi dei bagnanti e quelli dei pescatori di trote e temoli. Il fiume azzurro è il Ticino, quasi un dio del pleinair, e lo spunto per tornare da queste parti l’abbiamo trovato nelle aree protette che la LIPU gestisce lungo il suo corso. Quattro oasi di verde e frescura per una giornata di questa calda estate, oppure per un weekend di settembre in cui sfuggire alla paranoia del rientro e ritemprare corpo e spirito.
Il Ticino è anche un parco, anzi due: 6.000 ettari sul versante piemontese, ben 90.000 su quello lombardo, che ospitano molti degli ultimi boschi della pianura, ricchi di salici, ontani, pioppi, insieme a brughiere e canneti. Invertebrati, pesci, anfibi, rettili e mammiferi non si contano, per non dire degli uccelli.
Nel solo parco lombardo (si veda anche il servizio comparso su PleinAir n. 225) vive circa mezzo milione di persone, distribuite in una cinquantina di comuni che fanno dell’area protetta anche una scommessa di integrazione fra le ragioni della tutela ambientale e i bisogni delle comunità residenti.

Meglio sguardi che spari
In un parco così integrato con la realtà territoriale circostante non deve sorprendere la presenza di ambienti naturali creati o ricreati dall’uomo. Così è, ad esempio, per la bella Lanca di Bernate, la più settentrionale delle oasi della LIPU che andiamo a visitare. L’area ha un’estensione di circa 20 ettari, ed è costituita da un braccio laterale del Ticino e da una serie di bacini scavati alla fine degli anni Sessanta dagli affittuari della zona per la caccia agli uccelli acquatici, soprattutto anatre.
Dalla nascita del parco, nel ’74, gli specchi d’acqua si sono andati interrando ed erano destinati a scomparire. E’ però intervenuta l’Agip con lavori di scavo per conto del parco, per ‘compensare’ la realizzazione di un oleodotto che attraversa in altra parte l’area protetta: con lievi dislivelli e canali di collegamento si è cercato di evitare il ristagno dell’acqua e quindi il ghiaccio invernale.
Boschetti di salici e ontani contornano adesso le sponde, mentre farnie e pioppi crescono più lontano dalle rive. Un sentiero consente una visita agevole e conduce a due capanni schermati affacciati sulla lanca, da dove, senza essere visti, si possono effettuare osservazioni di germani reali, tuffetti, martin pescatori e delle molte altre specie che frequentano l’oasi. Volendo si può arrivare anche al Ticino, al quale la lanca è collegata.
Dal 1997 è stata stipulata una convenzione tra il parco e la LIPU, il cui compito è di gestire la fruizione della riserva inserendola appunto nel circuito delle sue oasi. E’ dunque all’associazione che conviene rivolgersi per effettuare una visita guidata (rivolgersi alla sezione di Milano, tel. 02/29004366). L’accesso all’oasi è da Bernate Ticino, sulla sponda sinistra del fiume subito a nord dell’autostrada Milano-Torino. Dal paese si seguono le indicazioni per il fiume e si lascia il mezzo in un parcheggio nei campi subito prima del divieto di transito, percorrendo poi a piedi il centinaio di metri che separa dal bosco e l’inizio del sentiero-natura. La visita può prendere un’ora circa, o di più se ci si sofferma per osservare o fotografare l’avifauna dai capanni schermati.Natura senza barriere
Non molto più a sud di Bernate, a Ponte Vecchio di Magenta, si trova uno dei più interessanti centri-visita del parco del Ticino. E’ La Fagiana, una riserva nella riserva più che un semplice centro: le strutture offerte alla fruizione dei visitatori e la vastità dell’area ‘ circa 300 ettari di estensione ‘ la segnalano come una meta da non perdere, quattro stagioni l’anno. Un comodo parcheggio precede l’ingresso, dopo il quale si trovano vecchie case di caccia adesso recuperate e adibite a strutture del parco: vi sono una foresteria, una sala per conferenze, un centro volontari della Protezione Civile, locali per i guardiaparco e, soprattutto, un piccolo ma ben organizzato museo di scienze naturali, aperto il sabato, la domenica e nei giorni festivi con orario 9/12-14/18 (per ogni informazione ci si può rivolgere al parco, tel. 02/972101 oppure 0337/276801).
Da qui una rete di sentieri si immerge nel bosco di querce, salici e ontani costeggiando il fiume e i canali, ricchi di sorgive e dunque dalle acque di una trasparenza cristallina. Da notare che lungo alcuni sentieri la segnaletica è riportata anche in Braille su apposite tabelle, e che il terreno pianeggiante e i ponticelli che scavalcano i canali rendono la visita accessibile davvero a tutti (niente cani al seguito, però).
Al Ticino si arriva attraversando il cosiddetto Piano dei Pioppi, in corrispondenza di una grande isola fluviale dove non è difficile osservare col binocolo sterne (uccelli bianchi simili a gabbiani più slanciati, che si tuffano in acqua per catturare i pesci di cui si nutrono), aironi e limicoli vari. Nel bosco vive invece un’avifauna diversa e pure assai ricca di specie, e ci sono anche la volpe, il tasso e, da poco reintrodotto, il capriolo.
Proprio dentro il grande recinto dei caprioli si trova il centro di recupero dell’avifauna della LIPU, costituito da un edificio che ospita infermeria e locali vari e da alcune voliere. Il centro, che entrerà a regime in settembre, ospita già adesso diversi uccelli in difficoltà per cause diverse (ferite da arma da fuoco, fratture e così via) ed è visitabile prendendo accordi con la LIPU di Milano.

Cinture verdi
Vivete in una grande città? E’ probabile allora che trascorriate parte del vostro tempo libero alla ricerca del verde, cioè del territorio non urbanizzato, magari comodamente raggiungibile da casa senza lunghi trasferimenti. Per soddisfare questo bisogno collettivo, amministratori e urbanisti dei più progrediti Paesi d’Europa hanno da decenni creato intorno alle metropoli cinture verdi di parchi e terreni agricoli, come le green belts inglesi. Da noi in Italia si è iniziato da poco a riguadagnare il terreno perduto, per esempio a Napoli, Palermo, Roma, Milano.
Nella città meneghina è stato istituito il Parco Agricolo Sud Milano, che cinge a semi-anello la metropoli verso sud tra il Ticino e l’Adda (l’ente gestore è presso la Provincia di Milano, tel. 02/77403268 – 77403264). Entro i suoi confini sono il Naviglio Grande, il più antico canale navigabile al mondo, castelli e ville, nonché quella straordinaria testimonianza della civiltà contadina costituita dalle cascine (a Carpiano, Fagnano, Gudo Visconti, Tolcinasco e così via). E poi c’è la natura relitta, soprattutto fontanili e boschi risparmiati dalla normalizzazione del paesaggio a scopi agricoli e insediativi.Il bosco di Vanzago (vedi PleinAir n. 278, pag. 88), le acque della Muzzetta e dell’Addetta e l’oasi Lacchiarella offrono, a un pugno di chilometri dalla “Madunina”, non certo natura selvaggia ma luoghi dove fuggire il caldo afoso della città, divertirsi a far birdwatching, insegnare a un bambino a riconoscere il verso della raganella o il volo dell’airone.
Lacchiarella, quaranta ettari di prati e soprattutto boschi di salici e pioppi solcati da canali irrigui, è una delle oasi LIPU più facilmente fruibili, collocata a metà strada fra il Ticino e la metropoli lombarda. Lungo il facile anello del sentiero-natura non mancate di notare i fori dei nidi del picchio rosso maggiore sui tronchi dei salici, la caratteristica risata del torcicollo, le tane dei piccoli mammiferi che frequentano il sottobosco. Se tornerete d’inverno, sarà facile ammirare le piroette delle cince attorno alle mangiatoie predisposte vicino al centro visite. L’accesso all’oasi è semplicissimo: si trova presso l’abitato di Lacchiarella, sulla strada Binasco-Melegnano, nelle vicinanze di una piscina coperta. Nessun problema per il parcheggio del camper, ma la posizione fa sconsigliare eventuali pernottamenti. Le visite hanno luogo tutto l’anno, dal mercoledì alla domenica, in orario 10/13 e 14/18.

Concerti nel bosco
A Pavia il Ticino è ormai prossimo al Po, e il suo corso avanza in spire azzurre che si fanno largo a fatica nel letto di candidi ciottoli. La stradina che scende da Parasacco e Bereguardo (attenzione, il caratteristico ponte di barche è transitabile solo agli automezzi più bassi di 2,50 m) offre scorci di grande bellezza e tocca diversi punti noleggio di bici e canoe.
Usciti sulla statale n. 35 per Voghera (a sinistra c’è subito Pavia), in prossimità di un concessionario Nissan una freccia a destra segnala la stradina di accesso all’ultima oasi del nostro tour (l’ingresso è un po’ difficoltoso, la stradina passa sotto agli alberi e in fondo, accanto al cancello, c’è posto appena per due o tre camper: un’ottima alternativa, per chi può, è lasciare il veicolo in un parcheggio a Pavia e raggiungere l’oasi in bicicletta). E’ il Bosco Negri, polmone verde di Pavia ma ancor più autentico rifugio – tra viadotti e quartieri urbani – di animali selvatici studiati da anni dagli zoologi dell’università cittadina.
L’allocco qui è di casa e tra le sue prede preferite c’è la piccola arvicola, un topolino dal pelo rossiccio e dalla frenetica attività. Il martin pescatore scava i suoi nidi a galleria insolitamente anche nel bosco, tra le radici dei grossi alberi abbattuti dal vento. Il lodolaio, piccolo falco dai ‘calzoni’ (le piume all’attaccatura delle zampe) color ruggine, caccia in questi mesi estivi piccoli uccelli, topi e insetti volando sulle radure che si aprono nel bosco, ricco di pioppi neri di enorme dimensione.
Un gomitolo di sentieri attraversa l’oasi, e due capanni di osservazione si affacciano sul canale Gravellone che fa da confine all’area protetta. Mentre si coccola Filippo, irresistibile cucciolo di volpe lasciato da ignoti al cancello dell’oasi giusto due giorni prima del nostro arrivo, la responsabile LIPU Kicca Nera ci racconta anche dei concerti di musica celtica e altri eventi organizzati nel bosco, che incontrano sempre grande successo di pubblico. Le visite si effettuano tutto l’anno nei giorni di sabato, domenica e festivi: per informazioni e prenotazioni di visite guidate, rivolgersi allo 0382/569402.

PleinAir 312 – luglio/agosto 1998

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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