A zonzo con la Pulzella

Giovanna d'Arco, l'eroina e patrona della Francia che conquistò Orléans e scacciò gli inglesi durante la Guerra dei Cent'Anni, ispira questo vagabondaggio in piena libertà attraverso città d'arte, villaggi medioevali e aree protette dell'ampia regione del Centre. Dove non arriva la folla degli itinerari più battuti e la nota ospitalità dei francesi verso il turista pleinair si conferma a ogni angolo.

Indice dell'itinerario

Carri di fieno guidati da buffi spaventapasseri con cappello e farfallino, fortezze ricostruite con balle di paglia, serata danzante con i pompieri, mercato delle pulci, tombola e fuochi d’artificio: fra luglio e agosto il Centre francese, la regione a sud-ovest della Ville Lumière tra la Loira e la Borgogna, si riempie di simpatici cartelloni con scritte a pennarello che annunciano le feste di paese. E’ il 14 luglio, anniversario della Presa della Bastiglia, a dare il via al calendario di sagre campagnole e rievocazioni storiche, rinfocolando un patriottismo per nulla formale e assolutamente trasversale. Giovani e meno giovani dalla pelle di ogni colore, frutto dell’eredità coloniale e del solido afflusso migratorio, si dipingono la faccia di blu, bianco e rosso e cantano a squarciagola la Marsigliese, adolescenti con parrucche e coccarde tricolori si affollano nelle fiere a comprare gelati italiani, nem vietnamiti o dolci di pane fritto e cioccolato, famiglie con bambini si stringono per la foto di gruppo sotto le statue di Giovanna d’Arco, eroina nazionale e santa patrona di Francia, qui raffigurata più che altrove in ogni piazza e in ogni chiesa.
Proprio su queste colline, nel 1429, la Pulzella d’Orléans combatté per la patria e il re: liberando la città risollevò le sorti del paese nella Guerra dei Cent’Anni, e fu l’inizio del primo movimento di riunificazione nazionale. Forse non è un caso se più di tre secoli dopo Luigi Filippo II, detto Philippe Égalité, fu uno dei più grandi sostenitori – e probabilmente anche il finanziatore – dei numerosi pamphlet liberali che circolavano nei salotti: il suo patrimonio, si dice, sostenne in segreto anche i tumulti del 1789. Non è un caso, invece, se nella maggior parte delle cattedrali del Centre santi e angeli hanno letteralmente perso la testa, decapitati come tutto il Secondo Stato dalla furia rivoluzionaria. Nei trionfi del gotico francese, solo le statue delle giovanissima guerriera rimasero intatte e ancora oggi sono circondate dall’entusiasmo della gente durante le ricorrenze che si organizzano ogni anno. E propri qui, a poche decine di chilometri da tanti famosi castelli della Loira dove bisogna mettersi pazientemente in fila per visitare saloni e giardini, si cela una campagna meno conosciuta, fatta di tesori naturalistici e architettonici dedicati solo agli occhi di chi sa spostarsi fuori dai tracciati più noti.

Gotico per eccellenza
L’itinerario prende le mosse da un importante centro dell’epoca dei Lumi: Dreux, una sessantina di chilometri a ovest di Parigi. La mescolanza di epoche e stili dimostra quanto fosse apprezzata dai signori dell’Ancien Régime, che la arricchirono di opere nel corso dei secoli: una fortezza romanica, chiese gotiche, palazzi barocchi, senza contare le case borghesi in legno e mattoni intonacati a colore e con i tetti in lastre metalliche, come usava nel XVIII secolo. Qui si trova anche la Chapelle Royale Saint-Louis, sepolcro monumentale dei regnanti di Francia risalente ai primi dell’800, impreziosito da vetrate impiombate e da statue in marmo bianco che ritraggono i reali di mezza Europa. Tra i diversi parcheggi disponibili in città ce n’è uno gratuito con possibilità di pernottamento proprio dietro la Chapelle (da cui si raggiunge il centro con una passeggiata) e un altro nella Place d’Evesham, presso il palazzo delle esposizioni.
In meno di 40 chilometri di statale arriviamo a Chartres, annunciata a distanza dalla celeberrima cattedrale: conclusa nel XIII secolo dopo circa sessant’anni di lavori, è in assoluto uno dei capolavori dell’architettura sacra di stile gotico. Oltre al grandioso portale scolpito con centinaia di figure, l’esterno è caratterizzato da due altissime torri diverse tra loro (la più alta venne aggiunta agli inizi del XVI secolo) che incorniciano il rosone e le grandi vetrate: i colori sgargianti dei finestroni resistono alla luce del sole e alle intemperie fin dal ‘200. All’interno, dove la solennità dell’insieme esalta l’armonia delle proporzioni, oltre al labirinto che occupa il pavimento della navata centrale stupisce l’eccezionale coro marmoreo, decorato a rilievo con episodi della vita di Gesù e Maria.
Tutte di una certa importanza le altre chiese della deliziosa cittadina, le cui strade sono affiancate da solide dimore borghesi e botteghe artigiane dove ancora oggi si lavorano vetri e lampade. Vale inoltre la pena visitare la curiosa Maison Picassiette decorata con ceramiche, porcellane e cocci, il Musée des Beaux-Arts e il Centre International du Vitrail. All’ingresso principale dell’abitato una grande piazza accoglie i visitatori con uno spazio pedonale, dove fra curiose sculture trovano posto bancarelle e giostre. Proibitivo invece parcheggiare il camper, ma – come spesso accade in Francia – basta chiedere consiglio a qualcuno: «Vi conviene provare al Municipal» è la risposta più comune, e infatti ci si sistema in un campeggio immerso nel verde, con tutti i servizi e a prezzi davvero stracciati.

Intermezzo in verde
Colline tappezzate da boschi ci accompagnano verso la vasta area tutelata dal Parc Naturel Régional du Perche e ricordata soprattutto per il percheron, un cavallo da tiro pesante che fu molto apprezzato per le pariglie delle carrozze reali (e purtroppo, vista la sua velocità, anche per le faticose cariche in battaglia). Nel capoluogo, Nogent-le-Rotrou, ogni sabato mattina viene approntato un mercato di bancarelle mobili trainate dai maestosi animali, che spesso vengono utilizzati anche per divertenti roulotte da affittare per un tour di qualche giorno. Il paese offre un bel parcheggio gratuito per la sosta diurna e notturna proprio sotto le mura del castello, punto di riferimento per i percorsi di visita della zona a piedi o in vélo.
Non molto ampia ma diritta e scorrevole, la D955 supera il villaggio di Nocé ed entra nel Domaine de Courboyer. La Maison du Parc, il centro visite ben allestito in una tipica abitazione rurale, offre tutte le date delle manifestazioni che si svolgono nella zona e le indicazioni per ogni genere di passeggiate. All’ingresso si trova un ampio piazzale gratuito, dov’è consentito passare la notte in camper e dal quale si accede al maniero privato all’interno del giardino. Nella vicina Sainte-Gauburge, quattro case intorno a un’antica chiesa, è invece allestito l’Écomusée du Perche, da dove parte un itinerario pedonale per la visita ai dolmen dei dintorni che si possono comunque raggiungere sulle quattro ruote con tortuosi ma ben segnalati percorsi, lungo i quali si rintracciano alcuni ombrosi parcheggi. A Bellême si visita invece uno dei più famosi allevamenti di percheron, dove un ampio prato (disponibile anche per il pernottamento in camper previa richiesta) consente di godersi una passeggiata in sella o in carrozza.
Per rientrare a Nogent-le-Rotrou deviamo su Saint-Germain-de-Coudre e quindi, su una stradetta secondaria, passiamo letteralmente attraverso L’Hermitière, minuscolo borgo padronale con un piccolo castello, un pugno di case e la Cidrerie Traditionnelle du Perche, che produce il dolce vino di mele. Oltre al sidro, è possibile acquistare tanti altri prodotti fra cui il calvados, la Percheronne, una birra bionda o scura dal gusto molto particolare, e le immancabili lumache d’allevamento.

La città dell’assedio
Lasciato il parco, ci spostiamo ora ad est di Nogent-le-Rotrou sulla D922, che offre punti panoramici e un ultimo sguardo alle caratteristiche case con i lunghi tetti prima di approdare a Illiers-Combray: qui Marcel Proust trascorreva le vacanze dell’infanzia e dell’adolescenza, e al grande scrittore è dedicata una casa-museo. Bonneval è invece un antico borgo sul Loir (da non confondere con la Loira) nel quale, oltre all’elegante chiesa di Notre-Dame, vale la pena dare un’occhiata all’esterno della splendida abbazia di Saint-Florentin: il monastero benedettino, fondato nel IX secolo, ospita un ospedale psichiatrico e pur non essendo visitabile offre un comodo parcheggio proprio davanti all’ingresso, di cui approfittare per una piccola gita in barca nel canale che circonda l’abitato.
Sulla N10 che arriva da Chartres, ritroviamo una dimensione più urbana a Châteaudun, centro medioevale noto per le giostre e i tornei. Allontanandosi dal corso del Loir verso la collina si trovano i comodi parcheggi gratuiti, anche notturni, della cattedrale e del castello. La visita alla fortezza e alla dimora nobiliare sono la dimostrazione della tranquillità che regna in questa zona al di fuori delle grandi rotte turistiche: saloni riccamente arredati e splendidi giardini da godere quasi in solitudine, immaginando situazioni e atmosfere della vita di corte senza il fastidioso brusio della folla che si accalca.
La veloce D955 porta in una sessantina di chilometri alla piccola capitale medioevale della Francia, Orléans. Anche qui non è difficile trovare una sistemazione per il proprio veicolo servendosi di uno dei vari posteggi a pagamento: i mezzi meno ingombranti trovano spazio nelle immediate adiacenze del Centre-Ville (dove la sosta è gratuita nei giorni festivi), altrimenti ci si può indirizzare verso il parcheggio della stazione, provvisto di stalli più lunghi. Seguendo la Rue de la République, bordata da eleganti palazzi, si arriva in Place du Martroi dove si è accolti dalla grande statua di Giovanna d’Arco, festeggiata in primavera. La strada che porta il nome dell’eroina raggiunge invece l’imponente cattedrale di Sainte-Croix, che nell’arco della sua storia millenaria è stata distrutta e ricostruita più volte: il complesso odierno è il risultato di lavori iniziati nei primissimi anni del ‘600 e conclusi solamente nel XIX secolo.
Al Musée des Beaux-Arts, tappa immancabile della passeggiata cittadina, la collezione di oltre 10.000 disegni (tra cui lavori del Guercino e dei Carracci) è uno dei vanti di questa struttura che ospita sculture di Baccio Bandinelli, Jean-Baptiste Pigalle e Auguste Rodin, oltre a un’enorme scelta di dipinti d’ogni scuola e ogni epoca: opere di Correggio, Tintoretto, Guido Reni e Diego Velázquez si alternano alle tele di Eugène Delacroix, Paul Gauguin e Pablo Picasso, in un susseguirsi di ambienti dove è ben rappresentata la pittura europea degli ultimi quattro secoli. Con la linea A del tram o la 20 dell’autobus si può infine raggiungere il Parc Floral de la Source: nei rigogliosi giardini, dove amava soffermarsi Voltaire, c’è una serre aux papillons dove specialmente i più piccoli rimangono estasiati dal volo di decine di farfalle di ogni colore e dimensione. Il consiglio è quello di recarvisi poco prima dell’orario di chiusura, quando il padiglione è quasi vuoto, e vale senz’altro la pena sopportare il caldo umido artificiale della serra per accogliere su un dito un lepidottero dalle ali grandi come una mano.
Con la A10 raggiungiamo Blois e qui deviamo sulla D957 per Vendôme, ancora un borgo di impianto medioevale sorto tra le ramificazioni del Loir. Affascinante la gita in battello sul fiume e di grande suggestione l’abbazia della Trinità, fondata nel 1033. Incantevoli giardini adornano i canali su cui affaccia la casa dove nacque il generale Rochambeau, noto per aver condotto oltreoceano una spedizione francese a sostegno delle Tredici Colonie. Il camper si può lasciare tranquillamente anche per la notte in Place de la Liberté, all’ombra dei platani, oppure di fronte al bell’edificio dell’Hotel de Ville.
Ansa dopo ansa, procedendo in direzione di Lavardin, il Loir attraversa una zona tufacea dove primitivi rifugi scavati nella roccia sono stati trasformati in cantine per la conservazione di vino e funghi. Il borgo, considerato uno dei più belli del paese, non è però adatto alla visita in camper poiché le strade sono molto strette e il parcheggio è una vera impresa: i più tenaci, trovata una sistemazione, potranno visitare le millenarie vestigia del castello. Più comoda invece la sosta in prossimità del municipio-castello di Château-Renault, porta della Turenna.

Castelli di campagna
Sede di prestigiose università e importante snodo turistico lungo la Loira (e non più il Loir che ci aveva accompagnato nelle tappe precedenti), la città di Tours offre notevoli emergenze architettoniche ed è punto di partenza di numerose escursioni sul fiume. La presenza costante di giovani e studenti regala al centro storico un’atmosfera di festa perenne e una grande animazione serale, mentre le ore del giorno trascorrono piacevolmente visitando la gigantesca cattedrale di Saint-Gatien costruita fra l’inizio del ‘200 e la metà del ‘500, la chiesa di Saint-Julien e la basilica di Saint-Martin, bella ricostruzione in stile neobizantino che risale agli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Non meno interessanti le architetture civili, tra cui il castello dell’XI secolo, il Musée des Beaux-Arts e varie dimore di epoca rinascimentale, tra cui l’Hôtel Goüin e l’Hôtel Beaune-Semblançay, del quale resta solo la facciata mentre l’edificio andò distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Su Place Plumereau e Place du Grand Marché, circondate da vecchie case pittoresche, le taverne espongono menù con piatti tipici della tradizione e servono gli ottimi vini locali, ma basta spingersi nelle stradine adiacenti per rendersi conto della diffusione delle cucine internazionali: dai sapori nordafricani a quelli asiatici, dalle cucine mediterranee a quelle sudamericane, ce n’è davvero per tutti i gusti. Sul retro del centrale Musée du Compagnonnage c’è un parcheggio ombreggiato, a pagamento di mattina e di pomeriggio.
A una trentina di chilometri non ci facciamo sfuggire una tappa al castello di Chenonceaux, una delle più celebri dimore di corte: maestoso regalo di Enrico II all’amante Diane de Poitiers, divenne di proprietà della legittima consorte Caterina de’ Medici solo alla morte del marito, quando la vedova convinse Diane a scambiarlo con il castello di Chaumont-sur-Loire. Lo splendido maniero ha la caratteristica di essere costruito a cavallo del fiume Cher, circondato da boschi e da eleganti giardini. Legato a tante vicende di palazzo, fu uno dei luoghi preferiti dei reali francesi e oggi anche i camperisti sono accolti da re: per la sosta notturna è disponibile un ampio parcheggio gratuito e ombreggiato, con la possibilità di assistere agli spettacoli che allietano le sere d’estate.
Per quanto il castello sia affascinante e ben conservato, l’incredibile affluenza di pubblico ci convince presto a tornare sulle strade minori. Con la D31 entriamo nella rigogliosa foresta di Loches, dotata di numerosi parcheggi attrezzati. Nel borgo medioevale che dà il nome alla selva sorge la fortezza dove Giovanna d’Arco incontrò il Delfino di Francia; il suo antichissimo donjon, il mastio, è stato utilizzato come carcere fino al 1926. La collegiale di Saint-Ours fu invece stata costruita fra l’XI e il XII secolo e rimaneggiata a più riprese. Si può parcheggiare di fronte alla stazione, da dove parte anche un trenino turistico. Dall’altro lato del fiume – questa volta si tratta dell’Indre – Beaulieu-lès-Loches conserva le rovine di un’imponente cattedrale: per raggiungerle si percorre a piedi una strada piuttosto stretta.
La D760 si inoltra nella Forêt de Loches offrendo uno dei tratti più suggestivi dell’itinerario. Superiamo la Chartreuse du Liget, con tanto di vecchio mulino, laghetto con le ninfee e area picnic, e siamo a Montrésor, che si sviluppa su uno sperone roccioso in posizione strategica sulla valle dell’Indrois. Il castello domina un villaggio che non arriva a contare 400 abitanti ma che ospita la cinquecentesca collegiale di Saint Jean-Baptiste e un bel padiglione per il mercato risalente al ‘700.
Passata Nouans-les-Fontaines, Valençay ci accoglie con un bel parcheggio gratuito di fronte all’ingresso della stupefacente residenza di campagna di Talleyrand, il celebre politico la cui carriera si svolse sotto il Re Sole, la Rivoluzione Francese, l’impero del Bonaparte e di nuovo la monarchia. Nei giardini del castello si trova il cosiddetto Labirinto di Napoleone, un intreccio di siepi e pannelli ludici dove i più piccoli imparano divertendosi la storia del Primo Imperatore, mentre nelle sere d’estate vengono organizzati spettacoli in costume che consentono di entrare appieno nell’atmosfera del luogo. La cittadina offre anche un simpatico Musée de l’Automobile e, lungo la via principale, numerose botteghe dove vale la pena entrare per fare incetta di formaggi e vini AOC (Appelation d’Origine Contrôlée, equivalente alla nostra DOC).

Souvenir espressi
Proseguendo per una sessantina di chilometri su scorrevoli strade minori e scavalcando l’autostrada A20, ci portiamo ora a Mehun-sur-Yèvre dove il Pôle de la Porcelaine espone pezzi di grande pregio. Un comodo parcheggio ombreggiato si trova in Place du Général Leclerc, accanto alle rovine della millenaria fortezza dove nel 1461 spirò Carlo VII: tra i pochi ruderi c’è una torre trecentesca dove è allestito il museo.
La vicinanza di Bourges è l’ultimo importante motivo di richiamo, ma prima ci dirigiamo sulla D20 fino a Henrichemont e alla vicina frazione di La Borne. Qui si concentrano i migliori vasai della regione, noti per loro abilità nel lavorare la ceramica a smalto grès colorata d’azzurro e verde dalle miscele di ferro e cobalto: una tentazione irresistibile per regalarsi o regalare un ricordo del viaggio. Nel borgo, che ferve di operosità, oltre a un piccolo museo della ceramica è facile osservare gli artigiani al lavoro nelle botteghe, grazie a un calendario dell’accensione dei forni disponibile presso l’ufficio del turismo.
Ed eccoci infine a Bourges. Lasciato il veicolo nell’area in prossimità dello stadio, la prima sorpresa nella visita del centro è costituita dalle dimensioni davvero imponenti della cattedrale di Saint-Étienne: edificata tra il 1195 e il 1230 e ristrutturata più volte, come nel caso della torre nord che crollò nel 1506 e dovette essere ricostruita, è considerata uno dei più begli esempi del gotico francese. La ricchezza delle lavorazioni in pietra, le vetrate, i dipinti, la cripta e il grande organo ligneo ne fanno una meta irrinunciabile per chi passa da questa città, che merita di essere vista anche dalla sommità della cattedrale stessa, 396 scalini più in alto. Una tranquilla passeggiata permette di ammirare fra l’altro il palazzo Jacques-Coeur, della metà del ‘400, prima della cena in uno dei tanti locali che offrono soprattutto specialità della gastronomia transalpina. E poi, dopo una buona notte di sonno, le ruote tornano a girare sull’autostrada che ci riporta verso casa.

Testo di Federica Botta Foto di Alessandro De Rossi

PleinAir 456-457 – luglio-agosto 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio