A casa di Winnie

Giustamente famoso per i suoi parchi, il Canada si conferma una meta eccellente del turismo secondo natura. Dove il veicolo ricreazionale è uno strumento privilegiato di scoperta del territorio e le aree protette, patria e residenza dei cugini di un celebre orsetto, sono un'irresistibile attrattiva per chi ama passeggiare, pedalare, pagaiare e osservare nel loro ambiente i grandi animali delle foreste e delle praterie.

Indice dell'itinerario

Ne è passato di tempo dal mio primo viaggio in Canada, ma è come se fosse ieri: quaranta giorni con tenda e sacco a pelo, 11.500 chilometri nel nord-ovest selvaggio da Edmonton fino all’Alaska attraverso il mitico Klondike dei cercatori d’oro e dei romanzi di Jack London. Con questo paese grande quasi come l’intera Europa ma con poco più della metà della popolazione italiana, dove la parola wilderness ha ancora un significato, il mio è stato amore a prima vista. Da allora sono seguiti altri viaggi ed emozioni ogni volta rinnovate: come quelle di un interessante e poco conosciuto itinerario in Manitoba, provincia centrale delle grandi pianure a metà strada fra l’Atlantico e il Pacifico, che si estende dal confine con gli Stati Uniti sino al 60° parallelo, dove inizia l’immenso territorio del Nunavut.
Il nome Manitoba sembra derivi da manito waba, un’espressione che gli Algonchini usavano per indicare un luogo dove l’acqua di un grande lago, infrangendosi sulle rocce di una strettoia (waba), causava un rumore interpretato come la voce del Grande Spirito (manito). Nella parte meridionale di queste terre, dove un tempo vivevano le tribù indiane e pascolavano enormi mandrie di bisonti poi sterminate dai fucili dei coloni, oggi si sono sviluppate coltivazioni cerealicole tra le più vaste e importanti del mondo, a nord delle quali il regno della taiga e della tundra si estende sconfinato. In perfetta armonia con questa realtà agricola, il territorio circostante offre bellezze naturali e attrazioni che non hanno nulla da invidiare ad altre mete canadesi più conosciute e frequentate dal turismo d’oltreoceano. I nativi arrivarono in questa regione oltre 6.000 anni fa, mentre i primi esploratori europei vi misero piede solo nel XVII secolo, stabilendosi nella parte settentrionale e fondando nel 1670 la Hudson’s Bay Company, potente compagnia inglese che avrebbe controllato per un paio di secoli il commercio delle pelli di castoro nel Canada nordoccidentale. All’estremo sud, nella zona di confluenza tra i fiumi Assiniboine e Red River (chiamata ancora oggi The Forks e un tempo luogo d’incontro delle tribù indigene), nel 1812 un gruppo di immigrati scozzesi e irlandesi organizzò il primo insediamento permanente da cui si sarebbe sviluppata Winnipeg, l’odierno capoluogo del Manitoba.

Grattacieli e conventi
Moderna città multietnica che oggi conta più di 600.000 abitanti, Winnipeg unisce un’atmosfera tranquilla a una grande vivacità culturale. Il nome deriva dall’espressione degli indiani Cree win nipee (acqua fangosa), con riferimento ai due fiumi su cui è sorta e attorno ai quali ancora oggi pulsa la vita cittadina. The Forks National Historic Site, o semplicemente The Forks, è un grande parco urbano che si sviluppa lungo il Red River, un’oasi di pace nel cuore di downtown. Nei pressi del porticciolo turistico sull’Assiniboine River si trova il Forks Market, un frequentatissimo mercato coperto in cui acquistare prodotti alimentari e artigianato o sedersi alla tavola di uno dei ristoranti che propongono ogni genere di specialità. Proprio di fronte, dall’altra parte della piazza dove spesso in estate si esibiscono artisti di strada e nel gelido inverno di Winnipeg si pattina sul ghiaccio, il Johnston Terminal è un edificio del 1920 restaurato per ospitare negozi, boutique, ristoranti e caffè. Accanto si trova la mostra permanente dell’Explore Manitoba Centre, con un efficiente centro informazioni e un piccolo museo che illustra le bellezze della provincia canadese. Poco distante è il Manitoba Children’s Museum, una sorta di eden per i più piccini che hanno a disposizione installazioni interattive per imparare divertendosi.
Sull’altra sponda del Red River, facilmente raggiungibile a piedi con lo spettacolare ponte pedonale dell’Esplanade Riel (unito al Provencher Bridge), si sviluppa il grazioso quartiere francese di Saint Boniface, uno dei più antichi del Canada al di fuori del Quebec. Un bell’itinerario studiato dall’ufficio del turismo tocca i luoghi storici e le attrazioni più importanti, a cominciare dalla Saint Boniface Cathedral la cui grande facciata in pietra è ciò che resta della struttura originale, eretta nel 1905 e distrutta da un incendio nel 1968. Nell’annesso cimitero è sepolto Louis Riel, importante e controverso protagonista nella seconda metà dell’800 delle lotte dei Mztis, i meticci di sangue francese e indiano. A pochi passi, continuando sulla Tachz Avenue, troviamo l’edificio più antico di Winnipeg, un ex convento di monache di carità costruito a metà dell’800 con tronchi di quercia: usato in seguito come ospedale, scuola e ospizio per i poveri, è oggi sede del Saint Boniface Museum che ripercorre la storia della comunità francofona del Manitoba, dei Mztis e di Riel, con sezioni dedicate anche alle suore del convento (le Grey Nuns, le sorelle grigie) e alla vita dei cosiddetti voyageurs, pionieri e mercanti di pellicce.
Per approfondire la conoscenza con il territorio bisogna però raggiungere l’Exchange District, il quartiere commerciale e culturale della città. Al 190 di Rupert Avenue c’è l’ingresso dell’imperdibile Manitoba Museum, uno dei più belli del mondo nel suo genere. La grandiosa illustrazione della caccia al bisonte accoglie i visitatori all’inizio del percorso di visita, un viaggio straordinario nella storia e nella natura del Manitoba attraverso padiglioni dedicati alla fauna, alle popolazioni indigene e alle esplorazioni della Hudson Bay, tra cui un’intera sezione riservata alla mitica Hudson’s Bay Company.
Di altro genere ma non meno interessante, la Winnipeg Art Gallery ospita una notevole raccolta di opere di artisti canadesi e dipinti gotici e rinascimentali (perlopiù tedeschi e fiamminghi), ma soprattutto conserva la più grande collezione di arte contemporanea inuit. Proseguendo sul Memorial Boulevard ci troviamo di fronte all’imponente Legislative Building, il Parlamento del Manitoba, circondato da un grande parco: costruito nel 1920 e visitabile liberamente esibendo un documento all’ingresso, mostra una larga scalinata centrale vegliata da due bisonti di bronzo, animali simbolo delle grandi pianure e della provincia, mentre sulla cupola svetta la statua dorata del Golden Boy, raffigurante il primo abitante di Winnipeg. Tornando sul Memorial Boulevard e imboccando a destra la Portage Avenue, prolungamento urbano della Trans Canada Highway, eccoci al Portage Place Shopping Centre, un grandissimo centro commerciale con negozi di ogni tipo e attrazioni come lo spettacolare Imax Theatre, dove su uno schermo gigante vengono proiettati filmati tridimensionali girati con speciali cineprese. Chi ama i libri non potrà infine rinunciare a un giro da Mc Nally Robinson, fornitissimo bookstore con un delizioso angolo caffè, mentre da Northern Images si possono acquistare autentici capolavori di artigianato inuit certificato.

A casa di Winnie The Pooh
Non si può lasciare Winnipeg senza aver visitato l’Assiniboine Park, il più antico e grande parco cittadino, 153 ettari di verde lungo il fiume omonimo. Questo autentico paradiso di prati e boschi, molto frequentato d’inverno dagli amanti del fondo, fa parte della più ampia Assiniboine Forest e include sentieri pedonali, piste ciclabili e aree picnic. Da non perdere le splendide fioriture estive dell’English Garden e le oltre 300 sculture in bronzo del Leo Mol Sculpture Garden, opera del famoso artista ucraino trasferitosi a Winnipeg nel 1948. Nel vicino Assiniboine Park Zoo (con grande parcheggio di fronte all’entrata), che ospita 325 specie di animali incluse quelle tipiche dei paesi nordici, le statue bronzee del capitano Harry Colebourn e del suo orsetto Winnie sono l a ricordare il cucciolo d’orso rimasto orfano e l’ufficiale che lo comprò come mascotte durante la Prima Guerra Mondiale, chiamandolo Winnie in ricordo della sua città natale. In seguito l’orso fu donato allo zoo di Londra e lo scrittore Alan Alexander Milne ne trasse l’ispirazione per creare l’amatissimo personaggio di Winnie The Pooh.
Sulle sponde del Red River lungo la Highway 9, una trentina di chilometri a nord della città, si trova Lower Fort Garry, antica sede della Hudson’s Bay Company con costruzioni dell’epoca e personaggi in costume a raccontare la storia del forte e dei pionieri che lo abitavano a metà dell’800. Per gli appassionati di birdwatching, invece, la palude di Oak Hammock è una riserva naturale che ospita circa 300 specie di uccelli e dove, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, si può assistere al grandioso spettacolo della migrazione di migliaia di oche canadesi. L’area protetta, con più di 30 chilometri di sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta, comprende vari siti d’osservazione e un centro informazioni con mostre sulla fauna locale, un teatro multimediale e un caffè.
Dopo questo assaggio siamo pronti per il piatto forte, un itinerario a tutta natura per scoprire tre autentici gioielli del Manitoba: i parchi di Spruce Woods, Riding Mountain e Whiteshell.

Lo spirito delle sabbie
La Trans Canada Highway n. 1 corre diritta in un’immensa pianura, fra campi di cereali e piccole fattorie dove svettano grandi silos. Durante il percorso, sulla ferrovia che per lunghi tratti viaggia parallela alla strada, capita sovente d’incontrare lunghissimi treni carichi di merci e granaglie. Giunti all’altezza di Carberry, si svolta sulla provinciale n. 5 verso sud e in breve un cartello accoglie i visitatori all’entrata dello Spruce Woods Provincial Park, circa 200 chilometri a ovest di Winnipeg. Attraversato dall’Assiniboine River, questo territorio di 269 chilometri tutela un ecosistema unico in tutto il Manitoba e fra i più interessanti del Canada, caratterizzato da boschi di abeti e pioppi, ampie radure erbose e, incredibile ma vero, un’area desertica con dune di sabbia alte anche più di 30 metri: conosciute come Spirit Sands, sono il residuo di un ben più vasto ambiente dunale sviluppatosi oltre 15.000 anni fa in quello che era il delta dell’Assiniboine e rappresentano la principale attrazione del parco. Le dune sono il prezioso habitat dello scinco delle praterie, l’unica lucertola presente in Manitoba, e si possono esplorare grazie a una ben curata rete di sentieri che inizia poco lontano dalla strada n. 5, con chiare indicazioni poco prima del ponte sul fiume in direzione sud. Si può costruire il proprio itinerario scegliendo tra alcune varianti più o meno lunghe, senza dimenticare che muoversi sulla sabbia richiede tempi maggiori del normale e che la scarsità di ombra, unita a una temperatura che in estate può anche superare i 30°C, sconsiglia di affrontare la camminata nelle ore più calde. Chi invece vuole fare un’esperienza diversa e meno faticosa può optare per un giro sui carri coperti trainati da cavalli della Spirit Sands Wagon Outfitters, che organizza escursioni di un’ora e mezzo seguendo un apposito percorso panoramico fra le dune.
Un’ottima base di pernottamento è il Kiche Manitou Campground, raggiungibile con una deviazione a sinistra dalla strada n. 5 verso sud, dopo l’Assiniboine River: è un bel campeggio che offre circa duecento piazzole in un ambiente boscoso nelle vicinanze del fiume e del Kiche Manitou Lake, un lago stretto e lungo dalla curiosa forma a ferro di cavallo. All’entrata del camping c’è un piccolo ufficio informazioni che elargisce consigli e cartine del parco con i vari itinerari e dove, al costo di 5,95 dollari canadesi, si può acquistare il permesso (valido tre giorni per qualsiasi parco provinciale) da esporre sul veicolo per muoversi liberamente all’interno dell’area protetta. Poco distante si trova un accogliente centro visitatori con ampio parcheggio, bookshop, un piccolo museo con animali imbalsamati e pannelli esplicativi su flora, fauna e storia del luogo.

Gufi, alci e bisonti
Tornati sulla Highway n. 1, proseguiamo in direzione ovest fino a Brandon e poi verso nord sulla provinciale n. 10 che porta direttamente al Riding Mountain National Park, splendido altopiano con grandi foreste, laghi e praterie che s’innalza come un’immensa isola di wilderness dalle pianure circostanti. E’ un luogo dalla bellezza incredibile, un autentico paradiso di biodiversità dove trovano rifugio molti grandi mammiferi come alci, orsi neri, cervi, bisonti e predatori elusivi come linci, lupi e coguari, 270 specie di uccelli, 14 specie di rettili e anfibi e oltre 700 tipi di piante. Aperto ufficialmente nel 1933, il parco si estende per 3.090 chilometri quadrati (poco meno dell’intera Valle d’Aosta) e offre oltre 400 chilometri di sentieri per escursioni a piedi, in bicicletta e a cavallo – che d’inverno si trasformano in altrettanti percorsi per sci di fondo e racchette da neve – ai circa 350.000 visitatori che ogni anno varcano i suoi confini. Nonostante il suo nome faccia pensare alle montagne, si sviluppa su modesti rilievi collinari e la vetta più elevata raggiunge appena i 756 metri, che però rappresentano un’altezza di tutto rispetto per il piatto Manitoba, dove la cima più alta in assoluto è di appena 830 metri.
Wasagaming, porta meridionale d’accesso alla riserva e gettonata meta estiva del turismo locale, è un grazioso centro sulle rive del Clear Lake, il più grande e profondo degli oltre 900 laghi e laghetti del parco. Le sue caratteristiche costruzioni in stile rustico, fra cui alcune risalenti agli anni ’30 come il Park Theatre e il Wigwam Restaurant, sono in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Non fa eccezione il bell’edificio che ospita il Visitor Centre, un’autentica miniera di informazioni, mappe, cartine e proposte escursionistiche guidate per tutti i gusti, con annesso un interessante museo sulla fauna del parco e un piccolo negozio, il Nature Shop.
A Wasagaming c’è anche un grande campeggio tra gli alberi, l’unico del parco munito di tutti i servizi per camper e caravan che però, manco a dirlo, si riempie facilmente nei weekend estivi. Una valida alternativa è offerta dal non lontano Onanole RV Park & Campground, anch’esso inserito in un bell’ambiente boscoso, con 72 piazzole e area giochi per bimbi, appena qualche chilometro fuori dal parco. Nel villaggio di Onanole, poco distante dal camping, si può fare il pieno di carburante, acquistare qualche bel libro presso il Pool Michael’s Bookshop e rifornirsi di viveri al Wood’s Supermart, esercizio stagionale aperto anche la domenica.
All’interno del Riding Mountain National Park ci sono altri campeggi più spartani, comunque accessibili anche ai camper e posizionati in splendide zone lacustri (Lake Audy, Moon Lake e Deep Lake). Fa eccezione il Whirlpool Lake Campground, presso l’omonimo lago nella zona est del parco, riservato alle tende e raggiungibile unicamente a piedi con un breve sentiero in mezzo alla foresta. In apposite aree, previo permesso rilasciato dal Visitor Centre, è possibile praticare il campeggio libero.
Per chi ama passeggiare nella natura non c’è che da scegliere fra i tanti itinerari più o meno lunghi e impegnativi (ma molti dei quali adatti anche ai bambini) che si diramano dalle varie piste sterrate o direttamente dall’unica arteria asfaltata di 53 chilometri che taglia l’area protetta da sud a nord. A pochi minuti di cammino dal Visitor Centre di Wasagaming ha inizio l’Ominnik Marsh Trail, un breve ma interessante percorso di circa 2 chilometri, accessibile per la maggior parte anche ai disabili, costituito quasi interamente da una passerella di legno galleggiante che si snoda nella palude attorno al lago. Decisamente più faticoso ma di grande fascino il bellissimo sentiero del Gorge Creek, 13 chilometri fra andata e ritorno, che si sviluppa vicino al confine orientale del parco e attraversa una gola caratterizzata da vari ambienti arborei, con aceri, pioppi, querce e betulle, nella quale gironzolano spesso gli orsi neri alla ricerca di cibo.
Di maggior lunghezza ma senz’altro più facili i 18 chilometri dello splendido itinerario – percorribile anche in mountain bike – che porta alla Grey Owl’s Cabin, una capanna di legno dove nel 1931 visse per circa sei mesi il famoso ambientalista inglese Archibald Belaney (conosciuto col nome indiano di Grey Owl, Gufo Grigio) assieme ai suoi due castori. La vicende di questo personaggio dalla vita alquanto romanzesca, ex cacciatore di pelli, ecologista ante litteram e scrittore, hanno ispirato il film di Richard Attenborough Grey Owl, uscito nel 1999 e interpretato da Pierce Brosnan. Sulla via del ritorno è consigliabile una piccola deviazione verso il vicino Kinosao Lake, un autentico gioiellino fra boschi di conifere e tappeti di muschio, per poi proseguire fino al parcheggio di partenza.
Un altro percorso da non perdere, lungo appena un chilometro e ideale per le famiglie, è quello didattico del Boreal Island Trail, che ha inizio sul lato ovest della Highway n. 10 poco prima del Moon Lake. Anche questo accessibile ai disabili, si snoda su una passerella di legno in un ambiente caratterizzato dalla foresta boreale e da vaste zone umide dove, con un po’ di fortuna, si può avvistare il moose, ovvero l’alce, intento a brucare la vegetazione acquatica.
Per ammirare invece il più grande animale del parco, un tempo signore incontrastato delle grandi pianure e ridotto a fine ‘800 sull’orlo dell’estinzione, occorre spostarsi presso il Lake Audy. Qui una vasta area recintata di circa 650 ettari ospita un branco di una trentina di bisonti, più facili da osservare al mattino presto o poco prima del tramonto. In caso d’incontro, è bene ricordare che si tratta di animali imponenti (un maschio adulto pesa in media 900 chili) e potenzialmente pericolosi, perciò è opportuno rimanere a debita distanza e non scendere mai dal proprio mezzo.
Per lasciare il parco ci serviamo della sterrata n. 19 che passa attraverso la East Gate, unica entrata rimasta delle tre originarie degli anni ’30 e considerata sito di interesse storico, per poi imboccare la Highway n. 5 verso sud e continuare fino a Neepawa. Qui si devia a ovest sulla Highway n. 16, che a Portage La Prairie s’immette sulla Highway n. 1, e si raggiunge Winnipeg dopo aver percorso circa 300 chilometri.

Tra laghi e foreste
Per evitare di entrare nuovamente in città, seguiamo le indicazioni per la Highway n.1 East che in un paio d’ore ci porta alle soglie dell’ultima tappa del nostro viaggio nella natura canadese. Lungo il percorso, se si ha tempo a sufficienza, una deviazione a sud sulla Highway n. 12 porta al Mennonite Heritage Villane nei pressi di Steinbach, una bella ricostruzione di un villaggio mennonita della fine del XIX secolo con tanto di mulino a vento. Man mano che la Highway n. 1 procede verso est il paesaggio lentamente cambia e le grandi distese agricole lasciano il posto a foreste sempre più estese, che caratterizzano anche il territorio del vicino Ontario. Si giunge cos alle porte del Whiteshell Provincial Park, circa 2.800 chilometri quadrati di boschi e laghi che offrono una vasta rete di sentieri escursionistici e rappresentano un vero paradiso per gli amanti della canoa. Molti gli animali presenti nel parco, tra cui una ricca avifauna e mammiferi come l’orso nero, il procione e il cervo coda bianca, senz’altro il più facile da osservare (lo si nota di frequente anche a bordo strada).
Anche qui naturalmente non mancano i campeggi, sparsi un po’ ovunque in splendida posizione vicino ai laghi e adatti sia alle tende che ai veicoli ricreazionali. I più grandi si trovano nella parte meridionale del parco sulle rive del Falcon Lake e del West Hawk Lake, entrambi molto frequentati dal turismo locale. Il piccolo centro di Falcon Lake, facilmente raggiungibile con una piccola deviazione dalla Trans Canada Highway, offre servizi, camping, negozi, ristoranti e un ufficio informazioni che distribuisce mappe e opuscoli informativi sull’area protetta. L’incantevole West Hawk Lake, pochi chilometri più a nord, ha avuto origine dall’impatto di un meteorite avvenuto circa 100 milioni di anni fa e con i suoi 115 metri è il lago più profondo del Manitoba. L’impegnativo sentiero dell’Hunt Lake Trail, dal nome del vicino specchio d’acqua da cui parte, ne costeggia il versante orientale regalando magnifici panorami (poco meno di 13 chilometri fra andata e ritorno) e arrivando alla Little Indian Bay, quasi ai confini con l’Ontario.
Rientrati sulla Highway n. 44 e proseguendo verso nord, diverse diramazioni portano al Caddy Lake, particolarmente apprezzato dagli appassionati di canoa, che da qui possono pagaiare fino ai contigui South Cross Lake e North Cross Lake passando sotto dei tunnel rocciosi al di sopra dei quali corre la ferrovia. Qui inizia il territorio della Mantario Wilderness Area, percorribile solo a piedi o in canoa e fornito di spartane aree di campeggio, la cui esplorazione è riservata a escursionisti esperti in grado di essere autosufficienti per diversi giorni in un ambiente completamente selvaggio.
Continuando sulla 44, che fra boschi e specchi d’acqua taglia verso ovest, giungiamo all’Alf Hole Goose Sanctuary (dal nome del suo fondatore Alfred Hole), di poco all’esterno del parco nei pressi di Renne: si tratta di un centro di osservazione delle oche canadesi, che ogni estate stazionano numerose nel lago adiacente per poi ripartire verso sud in autunno. Qui si possono trovare informazioni sulla biologia e sul comportamento della specie con l’ausilio di un centro visitatori, una mostra e una postazione per osservare i volatili, mentre una vicina capanna di legno ospita il Whiteshell Trappers Museum, piccola ma interessante esposizione sull’attività dei trapper e sulla fauna della zona. C’è anche un facile sentiero di 2 chilometri e mezzo che costeggia una parte del lago circondata da boschi, dove non è raro incontrare i cervi coda bianca e uccelli tipici di questi ambienti come la pernice nordica.
Per concludere l’esplorazione del parco prendiamo la provinciale n. 307 che punta a nord e lambisce il Brereton Lake. Qui si trovano le indicazioni per l’Amisk Trail, un bel percorso di quasi 5 chilometri che attraversa una fitta foresta (tenere d’occhio i segnali attaccati sugli alberi) e sbuca sulle rive del Rennie River giungendo fino a Inverness Falls, sul lato settentrionale del lago. Continuando sulla 307 arriviamo a uno dei punti più conosciuti del parco, le Rainbow Falls, cui si accede con una deviazione che scende al White Lake (provvisto di campeggio, ristorante, distributore e altri servizi) e quindi con una sterrata fino alle cascate, in verità piuttosto modeste ma inserite in un contesto di grande bellezza. Poco dopo l’asfalto si biforca: la 307 continua a nord-ovest verso il Betulla Lake e il Nutimik Lake, con l’interessante Whiteshell Natural History Museum (bella collezione di uccelli e animali della foresta boreale), mentre la 309 svolta a destra e in una quindicina di chilometri porta sulle sponde del Big Whiteshell Lake. Qui, giusto di fronte al bel campeggio sul lago, dall’altra parte della strada inizia il Big Whiteshell Trail, un breve percorso di un chilometro e mezzo che sale nel bosco e regala superbi scorci panoramici. Tutt’intorno solo natura, in un silenzio rotto appena dal fruscio delle foglie accarezzate dal vento, mentre un magico tramonto incendia l’orizzonte: e qui, per un lungo attimo di magica solitudine, è facile pensare che non c’è nulla di meglio al mondo.

PleinAir 430 – maggio 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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