Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Una dieta sana aiuta i malati di disturbo bipolare

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Da diverso tempo la nutraceutica – cioè l’utilizzo mirato del potenziale benefico dei nutrienti presenti negli alimenti – e la nutrizione affiancano con successo le terapie farmacologiche vere e proprie nella cura delle patologie. Questo vale anche per le malattie mentali e i disturbi dell’umore a conferma che un’alimentazione sana è necessaria tanto alla salute fisica che a quella psichica, più imponderabile ma altrettanto reale. Da un nuovo studio di un team internazionale di ricercatori (USA, Australia, Germania) è emerso, ad esempio, che le persone affette da Disturbo bipolare possono trarre grandi vantaggi dall’integrazione con sostanze antiossidanti e dal condurre una dieta sana.

 

UP AND DOWN
Il disturbo bipolare è caratterizzato da significativi sbalzi di umore che alternano picchi di euforia maniacale e di depressione a fasi di relativa normalità. Proprio questa particolarità rende complessa la terapia clinica che risulta attualmente più efficace nel gestire la fase maniacale, quella di up, che quella depressiva, di down. Alla base di questi sintomi psichici vi sono alterazioni della neuroinfiammazione, dello stress ossidativo, dell’attività mitocondriale e della produzione di neurotrasmettitori. Processi, questi, modulabili dalla qualità della dieta (che è spesso scarsa nelle persone con disturbo bipolare) e dall’assunzione di integratori che potrebbero avere un impatto sul risultato del trattamento. Le ultime ricerche ci confermano, in effetti, che una dieta sana – povera di alimenti che favoriscono l’infiammazione – e il mantenimento di un adeguato peso corporeo possono rivelarsi un utile affiancamento alla terapia clinica, migliorandone l’efficacia.

 

SPEGNERE L’INFIAMMAZIONE
A un totale di 133 pazienti affetti da disturbo bipolare è stata assegnata per 16 settimane l’assunzione casuale di: una combinazione di sostanze che migliorano l’attività mitocondriale come N-acetilcisteina (NAC), acetil-L-carnitina, acido lipoico e coQ10 insieme a vitamine e magnesio; solo NAC; un placebo. Nel frattempo i partecipanti hanno continuato ad assumere la loro abituale terapia farmacologica e hanno risposto a un dettagliato questionario relativo alle loro abitudini alimentari. In base alle risposte fornite è stato loro assegnato un punteggio di qualità della dieta condotta, più alto per un’alimentazione poco infiammatoria, ad elevato consumo di frutta e verdura, più basso nel caso di un’alimentazione pro – infiammatoria povera in vitamine e nutrienti e ricca di grassi trasformati a livello industriale, carboidrati raffinati e alcol. Ancora, è stato misurato l’Indice di massa corporea di tutti i pazienti, il loro grado di depressione e la loro capacità di affrontare la vita quotidiana.

 

DIETA E ANTIOSSIDANTI POTENZIANO LE TERAPIE FARMACOLOGICHE
Dopodiché è partito un periodo di osservazione per 20 settimane successive durante le quali è stato visto che le persone con minore Indice di massa corporea abituate a una dieta qualitativamente superiore e dalle proprietà più spiccatamente antinfiammatorie hanno risposto al trattamento nutraceutico (a quello combinato e al solo NAC) e migliorato i sintomi della depressione, rispetto a coloro in sovrappeso e che praticavano un’alimentazione pro-infiammatoria. Questi risultati tracciano possibilità di nuovi sentieri terapeutici che contemplino la possibilità di prescrivere una dieta bilanciata e nutraceutici mirati come coadiuvanti alla terapia strettamente farmacologica della malattia bipolare, e alleviare così il dolore morale che affligge i malati e i loro familiari.

 

FONTE:
European College of Neuropsychopharmacology. “Diet and weight may affect response to bipolar disorder treatment.” ScienceDaily. ScienceDaily, 7 October 2018.