Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Cosa sarebbe l’estate italiana senza il cocomero? Questo frutto enorme abbonda sulle nostre tavole e troneggia ai lati delle strade annunciando, col suo colore, la bella stagione e rinfrescando, con la sua fragranza, le serate più afose. La dott.ssa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, ci racconta proprietà e benefici di questo dolce frutto, in vista di una dieta sana ed equilibrata, come raccomanda la rubrica “Mangiare secondo natura”.

 

Il cocomero appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, la stessa del melone, delle zucchine, delle zucche e dei cetrioli. La sua polpa è composta per il 92 percento di acqua, perfetta per reidratarci in una calda giornata d’estate! Nel restante 8 percento troviamo vitamina C, potassio e soprattutto licopene, un carotenoide responsabile della sua intensa colorazione fucsia-rossa.

Il licopene è salito agli onori della cronaca per la sua azione protettiva sulla prostata, sul cuore e sulla pelle, e nel cocomero si trova in concentrazioni fino al 50 percento superiori a quelle del pomodoro, la grande star del licopene. Il problema è che i carotenoidi come il licopene si assorbono meglio in presenza di grassi, più facili da aggiungere al pomodoro, sottoforma di olio, che al cocomero.

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In ogni caso è interessante sapere che il licopene nel cocomero è molto stabile e si mantiene per una settimana dall’apertura del frutto.

Ma la vera novità che riguarda il cocomero è la presenza di citrullina, la quale viene convertita nel corpo in arginina, un amminoacido in grado di dilatare i vasi sanguigni, con effetto protettivo sul cuore e sul sistema circolatorio. L’arginina infatti, stimola la produzione di ossido nitrico, il quale a sua volta rilascia i vasi sanguigni, lo stesso effetto che ha il Viagra o farmaci simili. In effetti la citrullina viene utilizzata come supplemento nel trattamento della disfunzione erettile.

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In uno studio condotto su 4 uomini e 5 donne con ipertensione, il consumo di dosi  terapeutiche di cocomero ha ridotto la pressione in tutti i partecipanti e migliorato gli indicatori di salute dei vasi sanguigni.

La citrullina si trova concentrata soprattutto nella parte bianca della buccia del cocomero, proprio quella che nessuno mangia. Chi vuole usufruire al meglio dei benefici della citrullina può centrifugare questa parte di buccia insieme alla polpa del cocomero, per avere una bevanda diuretica, dissetante e….vasodilatante!  La parte esterna, verde della buccia, invece, è ricca in clorofilla, una molecola simile all’emoglobina con azione revitalizzante e depurativa; centrifughiamola con della polpa di limone per ottenere una bevanda ad alto potere alcalinizzante.

Benefici ai muscoli

Ma i benefici del cocomero non finiscono qui. I ricercatori hanno isolato dalla sua polpa una sostanza chiamata cucurbitacina E, in grado di bloccare l’azione della ciclo-ossigenasi, un enzima coinvolto nel dolore, nella febbre e nell’infiammazione, che viene bloccato anche da farmaci come l’aspirina o l’ibuprofene.

In un recente studio, bere succo di cocomero prima dell’attività fisica intensa ha ridotto il dolore muscolare nelle 24 ore successive, rispetto al bere una bevanda simile che non conteneva succo di cocomero (chiamata placebo).

Dissetante e diuretico, gustiamoci il cocomero lontano dai pasti, e non alla fine, in quanto interferisce con la digestione. Pur essendo ipocalorico (contiene meno di 20 calorie ogni 100 grammi) è ricco in zuccheri semplici e va consumato con moderazione da chi soffre di diabete o insulino-resistenza.

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Come sceglierlo e conservarlo

Per scegliere un cocomero maturo guardiamo la macchia rotonda presente su di un lato: rappresenta il punto dove poggiava sul terreno durante la maturazione e deve essere di un bel giallo, e non verde. Questo è l’indicatore più preciso e viene utilizzato anche dai coltivatori per riconoscere il momento giusto della raccolta.

Quando lo prendiamo in mano deve sembrare pesante per le sue dimensioni.

Gli intenditori sanno valutare il grado di maturazione anche dal suono: percuotendo il cocomero con le nocche deve emettere un suono sordo, che indica la ricchezza in acqua e dunque la maturazione

Dopo l’acquisto se non siamo ancora pronti a mangiarlo conserviamolo a temperatura ambiente e non in frigorifero, dove lo riporremo invece una volta aperto, avvolto nella pellicola.

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Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre).