Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Ridurre i carboidrati aiuta i pre-diabetici. Sopratutto le donne

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La condizione di pre-diabete si determina quando i livelli di glucosio nel sangue superano la soglia di normalità ed è molto più diffusa di quanto crediamo: negli Stati Uniti, ad esempio, riguarda un adulto su tre. Pur presagendo malattie anche molto serie come diabete, sindrome metabolica, insulino resistenza il pre – diabete è un campanello d’allarme troppo spesso inascoltato quando, invece, rappresenta una finestra utilissima per intervenire correggendo lo stile di vita e l’alimentazione evitando di dover dipendere dai farmaci. Contrariamente a quanto predicato per lungo tempo, uno degli approcci più efficaci sembra essere l’adozione di una dieta a basso apporto di carboidrati come hanno dimostrato di recente i ricercatori dell’Università del Missouri, ottenendo risultati diversi su uomini e donne. I primi, infatti, perdono più peso rispetto alle seconde che, invece, guadagnano moltissimo in termini di circolazione e elasticità delle arterie riducendo il rischio di complicanze cardio-vascolari.

LE ARTERIE DELLE DONNE SI IRRIGIDISCONO CON L’ETÀ
Nelle donne più che negli uomini l’avanzare dell’età conduce, infatti, all’irrigidimento delle arterie e a maggiori probabilità di contrarre problemi al cuore intensificati dalla glicemia fuori controllo. Non è un mistero che dopo la menopausa l’incidenza di malattie cardiovascolari nelle donne si impenna, superando quella degli uomini. Più le arterie sono rigide maggiore il rischio cardiovascolare. Al contrario, arterie sinuose e flessibili che si espandono lentamente mentre il sangue fluisce attraverso di loro hanno una maggiore resilienza ovvero capacità di assorbire gli urti senza danneggiarsi. Per farsi un’idea più concreta di questo meccanismo e del perché – contrariamente a quanto, magari, si tenda a pensare – sia meglio non avere delle arterie rigide e “dritte” possiamo fare un paragone con l’acqua: quando attraversa un tubo di gomma morbida questo si piega e si flette al suo passaggio; quando, invece, il tubo è di solida plastica l’acqua lo percorre molto più velocemente ed è quindi più in grado di danneggiarne le pareti. Ecco perché in un corpo in salute le arterie devono essere flessibili e resilienti.

ARTERIE PIÙ FLESSIBILI IN QUATTRO SETTIMANE
Lo studio condotto in Missouri ha preso in esame 20 persone di mezza età, uomini e donne, tutti pre-diabetici. Per due settimane sono stati loro somministrati dei pasti a basso apporto di carboidrati, dopodiché per altre due settimane hanno proseguito autonomamente nella dieta low carb attenendosi a specifiche istruzioni nella preparazione e composizione dei piatti. Trascorse le quattro settimane gli uomini avevano perso il 6,3% del loro peso, le donne il 4,4%. Quest’ultime, d’altra parte, avevano superato molto meglio l’esame della velocità delle pulsazioni che serve proprio a misurare la flessibilità arteriosa. Pensate, infatti, che dopo un mese di restrizione di carboidrati la velocità del flusso sanguigno si è ridotta nelle donne di un metro al secondo, mentre negli uomini è rimasta invariata.

Questo studio è di particolare interesse perché è il primo a mostrare che in un arco di tempo breve, di appena quattro settimane, la restrizione di carboidrati può rappresentare un trattamento efficace nel ridurre la rigidità vascolare nelle donne. Con l’avanzare dell’età le arterie del corpo femminile tendono naturalmente a indurirsi e questo processo normalmente è accelerato da obesità, diabete, insulino-resistenza e sindrome metabolica, condizioni sempre più diffuse. Per questo è tanto importante per medici e ricercatori individuare metodi efficaci per contrastare questa condizione senza ricorrere a farmaci, ma abbandonando abitudini scorrette e adottandone di migliori.

CARBOIDRATI: COME REGOLARSI
Ricordiamo che modifiche significative della dieta in chi ha già avuto una diagnosi di diabete ed è in trattamento farmacologico dovrebbero sempre essere apportate dietro consiglio medico evitando soluzioni “fai da te” che potrebbero rivelarsi sconsigliatissime per le proprie specificità ed esigenze, seppur molto efficaci in altri quadri clinici. Emblematico il caso dei carboidrati, tra i primi imputati dell’ingrassamento perché ricchi di amido che l’organismo trasforma in glucosio dimenticando, però, che da oltre 10.000 anni rappresentano anche la principale fonte di energia per l’umanità che proprio grazie ai carboidrati ha raggiunto le attuali dimensioni ed evoluzione. Ma non è un caso che madre natura li abbia dotati di fibra, l’antidoto naturale al glucosio in quanto ne rallenta l’assorbimento da parte del sangue e ne ottimizza l’utilizzo a livello del fegato, pancreas e cellule periferiche. Ecco dunque che – aldilà delle specifiche esigenze da valutare con gli esperti del caso – una buona regola generale per l’assunzione di carboidrati è di consumarli in chicchi, prima che la raffinazione li abbia, appunto, “sfibrati”. Vero è che riso integrale, farro e orzo non raffinati necessitano di lunghi tempi di cottura, ma esistono anche cereali integrali più rapidi, quali ad esempio la quinoa, il miglio e l’amaranto, pronti in soli 15 minuti.

PASTA: CONSIGLI PER L’USO
Quanto appena detto non implica la rinuncia totale alla pasta. Se, come abbiamo visto, solo per alcuni potrebbe essere necessario ridurne molto il consumo a causa del suo indice glicemico relativamente alto, per tutti il consiglio è di associare alla pasta abbondanti verdure, fonte non solo di vitamine e minerali, ma anche della preziosa fibra. Via libera quindi ad un buon piatto di pasta mantecata con legumi o con verdure come broccoli, carciofi, scarola e olive, zucchine fiori di zucca e zafferano e alle infinite combinazioni che la nostra dieta mediterranea offre. Anche l’abbinamento con il pesce è utile, per l’azione attivante sulla tiroide dello iodio che ne facilita la trasformazione in energia. E per chi soffre di diabete oggi l’industria ha messo a disposizione paste ricche in inulina con un indice glicemico estremamente basso, pari a 23, che mantengono stabile la glicemia dopo il pasto.

 

FONTE: Majid M. Syed-Abdul, Qiong Hu, Miriam Jacome-Sosa, Jaume Padilla, Camila Manrique-Acevedo, Colette Heimowitz, Elizabeth J Parks. Effect of carbohydrate restriction-induced weight loss on aortic pulse wave velocity in overweight men and women. Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism, 2018; DOI: 10.1139/apnm-2018-0113