Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Fu Cristoforo Colombo, nel suo secondo viaggio di ritorno dalle Americhe, a far scoprire all’Europa una delle spezie più potenti che esista in natura: il peperoncino. “L’Axi, il loro pepe – scriveva il grande esploratore dopo essere approdato nell’attuale Haiti – è di qualità ben superiore al pepe, nessuno mangia senza anche perché lo reputano curativo”. Le popolazioni sudamericane descritte da Colombo non si sbagliavano: le proprietà antiputrefattive e antibatteriche del peperoncino divennero presto note anche in Europa. Un conservante naturale capace di insaporire anche i cibi più semplici e un efficace disinfettante: il peperoncino si diffuse presto tra le popolazioni delle zone più disagiate e calde del nostro continente, utilizzato per preservare i cibi e ridurre il rischio di tossinfezioni alimentari.

LA CAPSAICINA STIMOLA IL METABOLISMO

Insieme ai pomodori, i peperoni, le patate, il tabacco e molte altre specie il peperoncino appartiene alla famiglia delle Solanacee. La sostanza che lo caratterizza è la capsaicina, dal latino ‘capsum’ che deriva, a sua volta, da ‘capsa’, scatola, dalla forma della sua bacca che ricorda una scatola piena di semi. Proprio nella parte del frutto in cui sono attaccati i semi, la cosiddetta placenta, si sviluppa maggiormente la capsaicina che genera la piccantezza e stimola quei recettori che provocano una forte sensazione di bruciore nel nostro cervello.

Non è che una percezione virtuale, si tratta solo di una sensazione termica: percepiamo un aumento del calore senza che nella nostra bocca si produca un reale aumento della temperatura. Proprio questa percezione spiega il perché il peperoncino svolga un effetto coadiuvante del dimagrimento. Il maggiore calore percepito stimola il rilascio di adrenalina, ormone che ci fa bruciare energia accelerando il metabolismo.

Scoperta all’inizio dell’800, solo un secolo dopo si è arrivati a misurare la capsaicina. Vi riuscì il chimico Wilbur Scoville che mise a punto una scala di misurazione della piccantezza – la Scala Scoville – tutt’oggi in uso. Si parte dal livello minimo, pari a zero, che corrisponde al peperone dolce e si arriva ai 16 milioni della capsaicina pura. Il peperoncino considerato oggi il più piccante al mondo è il Carolina Reaper. Nonostante la sua piccantezza di “appena” due milioni rispetto al picco massimo della scala Scoville anche solo toccarlo può causare irritazioni molto gravi: la capsaicina è tossica, deve essere maneggiata con la massima cura per evitare conseguenze anche molto spiacevoli, inclusi rilevanti problemi respiratori.

UN AIUTO PER CHI SOFFRE DI GASTRITE E COLITE

Preso atto delle controindicazioni dell’abuso o dell’uso scorretto del peperoncino è altrettanto utile smentire diversi effetti collaterali che vengono impropriamente attribuiti al peperoncino. Dalle riconosciute proprietà antibatteriche, antiossidanti, dimagranti, digestive e analgesiche il peperoncino è spesso sconsigliato a chi soffre di gastriti, coliti e infiammazioni del tratto digerente. Niente di più scorretto. Grazie alla sua capacità vasodilatante, infatti, il peperoncino aiuta l’afflusso di sangue, ossigeno e nutrienti alle cellule. Un meccanismo riparatore, insomma, che non manca di funzionare anche in caso di gastrite: la guarigione da questa patologia è certamente favorita dal maggiore afflusso di sangue alla mucosa dello stomaco. Benefici riscontrabili anche nel caso di gastrite da Helicobacter pylori, batterio che è causa importante di ulcera e che subisce il potere disinfettante e antinfettivo del peperoncino. Le controindicazioni di questo alimento per chi soffre di coliti, rettocolite ulcerosa e altre problematiche dell’apparato digerente sono infondate poiché è solo in fase iniziale che il consumo di peperoncino conduce ad un apparente peggioramento sintomatico. Il meccanismo è molto simile a quello del raffreddore: in questo caso l’assunzione di peperoncino produce in prima battuta un aumento del muco che, in realtà, si rivelerà presto un aiuto ad espellere meglio il virus e a risolvere il sintomo. Così, chi è affetto da colite, ad esempio da una retto colite ulcerosa, consumando peperoncino registrerà inizialmente un aumento delle perdite di sangue. Un apparente sintomo di peggioramento da leggere, invece, positivamente perché in grado di condurre ad una più pronta guarigione.

VASODILADATORE E VASOPROTETTORE: IL CUORE RINGRAZIA

Consumato crudo e spesso il peperoncino è un alleato del cuore e della pressione arteriosa grazie alla sua elevata azione vasodilatatrice. Al punto da essere consigliato nelle terapie di prevenzione di infarto e altre malattie cardiovascolari. Vasodilatatore, ma anche vasoprotettore il peperoncino consumato regolarmente contrasta l’ossidazione del colesterolo nel sangue grazie alla presenza di vitamina E, un antiossidante lipofilico e di vitamina PP che mantiene elastici i capillari.

GRANDE FONTE DI VITAMINA C

Di tutte le vitamine presenti nel peperoncino la regina assoluta è la vitamina C della quale questa spezia è una delle fonti più ricche in natura: 100 gr. di peperoncino fresco assicurano il 240% del fabbisogno giornaliero di vitamina C, rinforzante il sistema immunitario e ad azione antiossidante coadiuvata anche dalla presenza di vitamina A, vitamine del gruppo B, flavonoidi, beta-carotene, alfa-carotene e luteina, tutte sostanze in grado di proteggerci dagli effetti dannosi dei radicali liberi.

Per concludere è utile menzionare l’efficace ruolo di antidolorifico naturale del peperoncino oltre che le sue proprietà cicatrizzanti e tonificanti che lo rendono un alimento utilissimo anche alla salute della pelle. Le pomate a base di capsaicina sono un valido presidio in corso di neuropatie quali quelle da Herpes Zoster o la più comune neuropatia diabetica.