Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Il pomodoro è un frutto ricchissimo in preziosi nutrienti, ma con delle caratteristiche che lo rendono poco adatto per alcuni di noi. Cerchiamo di scoprire insieme come ottenere il meglio da questo incredibile frutto con la dottoressa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma che cura per noi la rubrica “Mangiare secondo natura”

 

Oggi popolarissimo, non solo in Italia ma in tutto il mondo, il pomodoro fino a 2 secoli fa era utilizzato solo come pianta ornamentale, poiché considerato velenoso.

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In effetti il pomodoro appartiene alla famiglia delle Solanaceae, la stessa delle patate, melanzane, peperoni  e peperoncini, e contiene delle sostanze irritanti chiamate alcaloidi, indicate con il nome generico di solanine. Le solanine vengono prodotte dalla pianta per difendersi dall’aggressione di virus, batteri, funghi, insetti e vermi, e funzionano come veri e propri pesticidi naturali. Le solanine sono presenti in concentrazioni molto alte nei pomodori verdi (circa 300 mg/kg). Via via che il pomodoro prosegue nella maturazione, le concentrazioni scendono (90 mg/kg nei pomodori acerbi e 20-30 mg/kg in quelli quasi maturi che si vendono nei negozi), fino a diventare trascurabili nel pomodoro giunto a maturazione completa sul campo (inferiori a 5 mg/kg). Ecco perché questo alimento deve essere consumato in estate, quando ha avuto la possibilità di maturare bene al sole, così da ridurne la potenziale tossicità.

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Il pomodoro: potenziale tossicità

Le solanine hanno un effetto irritante sull’apparato digerente e sul sistema nervoso, rendendo i pomodori problematici per chi soffre di malattie infiammatorie intestinali e disturbi dello spettro autistico o deficit di attenzione e iperattività. Inoltre, avendo una struttura simile alla vitamina D, sembrano in grado di interferire con l’azione di questo importante ormone a livello di ossa, articolazioni e pelle, peggiorando il dolore in chi soffre di disturbi articolari e aggravando la psoriasi.

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Il 70-80% delle solanine viene eliminato con le urine e con le feci entro 24 ore dall’assunzione. La restante parte si accumula nei tessuti da dove viene rilasciata lentamente, nell’arco di molti mesi. Attenzione dunque al consumo di pomodori poco maturi (vale per tutte le solanacee, in primis le patate) soprattutto nei bambini piccoli, per il lungo tempo richiesto per lo smaltimento di queste sostanze potenzialmente irritanti. Via libera invece, ad un bel sugo preparato con pomodori freschi maturati al sole sulla pianta, soprattutto se togliamo la buccia ed i semi con la parte gelatinosa che li riveste, dove si concentra la maggior parte di solanine. Porte aperte anche alle salse e concentrati preparati con pomodori maturi (provenienti dall’Italia dove sappiamo come lavorare il pomodoro) che contengono quantità irrisorie di solanina.

 

Virtù del pomodoro

E ora, pronti a parlare delle virtù del pomodoro, e ne scopriremo moltissime!

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Infatti, sono una vera e propria fucina di antiossidanti. Ricchissimi in vitamina C, vitamine del gruppo B inclusi i folati, vitamina E, vitamina K e fibra. Ma la star di tutti gli antiossidanti contenuti nel pomodoro è senz’altro il licopene, un carotenoide responsabile del suo colore rosso, di potenza nettamente superiore a quella di altri carotenoidi come il beta carotene. Numerosi studi sembrano confermare un suo ruolo importante nella prevenzione dei tumori, specialmente quello della prostata. Inoltre, proprio recentemente, è stato dimostrato che l’assunzione giornaliera di una pillola contenente 7 mg di licopene migliora la risposta endoteliale (un indicatore di aumentata salute dei vasi) in pazienti con malattie cardiovascolari. E poiché il concentrato di pomodoro ha elevati livelli di licopene, basterebbe consumare ogni giorno 25 o 15 gr di doppio o triplo concentrato di pomodoro di buona qualità, per avere l’equivalente di una pillola che ha dimostrato di migliorare la salute dei vasi dei pazienti.

Due raccomandazioni: consumiamolo cotto (il calore rompe le pareti delle cellule vegetali rilasciando licopene) e condiamolo con del buon olio extravergine di oliva (necessario per  veicolare questo antiossidante liposolubile).

Infine due consigli: preferiamolo conservato in vetro piuttosto che in latta. L’acidità del pomodoro, infatti, contribuisce al rilascio di sostanze chimiche nocive dal metallo. Proprio per la stessa ragione, evitiamo di cuocerlo in pentole di alluminio.

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre).