Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Quello del melograno è uno fra i doni più preziosi che l’autunno ci porge. Ne parliamo con la dottoressa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma che cura per noi la rubrica dedicata all’alimentazione secondo natura.

 

Lodato fin dall’antichità come rimedio in grado di conferire salute, fertilità e longevità, è stato successivamente utilizzato per il trattamento del diabete nella medicina tradizionale Unani, diffusa nel continente indo-pakistano, e come antiparassitario, tonico del sangue e per favorire la guarigione di afte, ulcere e diarrea nella medicina Ajurvedica.

La ricerca scientifica moderna si sta interessando sempre più a questo frutto, con ormai centinaia di articoli che testimoniano i suoi effetti benefici come antiossidante ed antiinfiammatorio e nella prevenzione dei tumori, delle malattie cardiovascolari e del diabete.

Il frutto consta di 3 parti: i semi (circa il 3% del peso) il succo (circa il 30% del peso) e la buccia, comprendente i setti membranosi interni.

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Tutte le parti del melograno possiedono virtù terapeutiche: i semi, la polpa, la buccia, le foglie, le radici e la corteccia.

Costituito principalmente da acqua, sali minerali, zuccheri, vitamine, fibra e acidi grassi, il melograno abbonda in potentissimi principi attivi, fra cui spiccano l’acido ellagico e gli ellagitannini, l’acido punicico, i flavonoidi, gli antociani e le antocianidine, i flavonoli e i flavoni.

 

 

Parti del melograno e principali principi attivi

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Succo di melograno: antocianine, glucosio, acido ascorbico, acido ellagico, acido gallico, aido caffeico, catechine, epigallocatechina-3-gallato, quercetina, rutina, numerosi minerali specie ferro, amminoacidi

Olio di semi di melograno: 95% acido punicico, acido ellagico, steroli

Pericarpo (buccia, setti membranosi): punicalagina, acido gallico, catechine, epigallocatechina-3-gallato, quercetina, rutina e altri flavo noli, flavoni, flavo noni, antocianidine

Foglie: tannini (punicalina e punicafolina) flavoni inclusi luteolina e apigenina

Fiori: acido gallico, acido ursolico, triterpenoidi e altri componenti non identificati

Radici e corteccia: ellagitannini (inclusi punicalina e punicalagina), numerosi alcaloidi piperidinici

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Di tutte le parti, quella più ricca in antiossidanti è la buccia, inclusi i setti membranosi interni, ricca di polifenoli. Quando spremiamo il melograno a pressione, una quota di antiossidanti (in particolare gli ellagitannini, dal gusto amaro) si libera nel succo, raggiungendo livelli anche molto elevati (fino a 2 grammi per litro), specialmente nei succhi prodotti industrialmente, estratti a più elevate pressioni.

In uno studio che ha messo a confronto le proprietà antiossidanti di 10 diversi succhi di frutta, quello di melograno è risultato il più potente fra tutti, battendo anche il succo di mirtilli, di acai e di uva rossa, grazie alla presenza di quantitativi maggiori di tutti i tipi di antiossidanti.

Il potere antiossidante del succo e dell’estratto dei semi è 2-3 volte superiore a quello del vino rosso e del tè verde. L’estratto di melograno riduce lo stress ossidativo e la perossidazione lipidica, contrasta i radicali liberi e aumenta la capacità antiossidante del sangue.

Diffuso è il suo utilizzo per accelerare la guarigione delle ferite, per ridurre il rischio di complicanze in chi soffre di ipercolesterolemia, aterosclerosi e disturbi cardiovascolari, per migliorare l’aspetto della pelle e come astringente nelle diarree croniche. Recentemente, si è prospettato un suo ruolo nella prevenzione di alcuni tumori.

 

Impieghi terapeutici del melograno

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Malattie cardiovascolari

Il melograno riduce i livelli di colesterolo e di pressione arteriosa, inibisce l’aggregazione piastrinica e riduce lo spessore della placca ateromasica. In un recente studio, il consumo giornaliero di succo di melograno per 1 anno ha ridotto la pressione arteriosa del 12 percento e la placca ateromasica del 30 percento.

Tumore alla prostata

In uno studio condotto in pazienti con cancro alla prostata, bere 1 bicchiere di succo di melograno al giorno ha rallentato la crescita delle cellule tumorali e la diffusione del cancro. I ricercatori hanno usato come indicatore della crescita delle cellule tumorali il tempo di raddoppio del PSA (più è lungo, maggiore è l’aspettativa di vita); chi beveva succo di melograno aveva un tempo di raddoppio 4 volte più lungo, ovvero di 54 mesi, contro i 15 mesi dei pazienti di controllo.

Tumore al seno

I risultati di uno studio condotto su linee cellulari di tumore mammario ha mostrato che l’aggiunta di succo di melograno concentrato all’1 percento bloccava completamente la crescita delle cellule, mentre l’aggiunta di succo di melograno al 5 percento oltre a bloccare la crescita ne uccideva un significativo numero. L’adesività delle cellule (una caratteristica che riduce il rischio di metastasi), inoltre, risultava aumentata, mentre la capacità di migrare (quindi di invadere) era significativamente ridotta. Nelle cellule normali non si osservava nessuno di questi effetti.

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Diabete

Il succo di melograno sembra migliorare l’insulino-resistenza e ridurre la formazione di AGEs (advanced glycation endproduct o prodotti di glicazione avanzata) che si formano quando lo zucchero interagisce con le proteine, danneggiandole, riduce inoltre la perossidazione lipidica (un tipo di danno ai lipidi di membrana) e lo stress ossidativo, interferendo con alcuni dei principali meccanismi con cui il diabete porta nel tempo, al danno cellulare e d’organo.

Salute della pelle

L’acido ellagico contenuto nel succo di melograno allunga il ciclo di vita dei fibroblasti che producono collagene. Gli estratti della buccia e dei semi del melograno promuovono la crescita dei fibroblasti, stimolano la sintesi di collagene e riducono l’azione degli enzimi che lo degradano, favorendo il tono della pelle e riducendo i segni dell’invecchiamento.

Prepariamoci un bel bicchiere di succo di melograno, aggiungiamo i suoi semi all’insalata, inseriamolo nella merenda pomeridiana. Ogni modo è buono, purché sia melograno!

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre).