Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Mangiare proteine tre volte al giorno aiuta gli anziani a mantenersi forti

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Nella tradizione italiana la colazione è tipicamente dolce e a base di carboidrati, diversamente da altre consuetudini, in primis quella anglosassone, dove il primo pasto della giornata è, invece, salato e più proteico. Anche se non è facile stravolgere le proprie abitudini, dal Quebec arriva un interessante studio che dovrebbe spronare i nostri anziani a farlo se vogliono contrastare la sarcopenia, cioè la perdita di massa muscolare, una condizione inevitabile in età avanzata che si traduce in maggiore fragilità e perdita di mobilità e che ha un impatto fortemente negativo sulla qualità e la durata della vita.

PROTEINE TRE VOLTE AL GIORNO

I ricercatori del McGill University Health Centre hanno appurato che gli anziani che distribuiscono l’apporto proteico nell’arco della giornata hanno più forza muscolare. “Molti anziani, soprattutto in America settentrionale, consumano la maggior parte delle loro proteine giornaliere a pranzo e cena. Noi abbiamo voluto appurare se le persone che aggiungono fonti proteiche a colazione, distribuendole in modo più bilanciato nei tre pasti della giornata, raggiungono o meno una maggiore forza muscolare”, ha premesso la dr.sa Stéphanie Chevalier, medico nutrizionista che ha preso parte al lavoro.

Più nel dettaglio, gli studiosi hanno preso in esame dati preesistenti frutto dell’osservazione durata tre anni delle abitudini alimentari di un campione di circa 1750 anziani in salute (827 uomini e 914 donne) di età compresa tra i 64 e gli 87 anni, tutti residenti in Quebec. Si sono, poi, concentrati sul loro consumo di proteine cercando di stabilire una relazione con variabili quali la forza, la massa muscolare o la mobilità. “Abbiamo notato che i partecipanti di entrambi i sessi che avevano assunto proteine in modo bilanciato durante la giornata erano più forti rispetto a coloro che ne avevano assunte principalmente nei pasti serali, invece che a colazione”, ha affermato il dr. Samaneh Farsijani, un altro coautore dello studio precisando che “nondimeno, la distribuzione delle proteine lungo l’intera giornata non è risultata associabile a una maggiore mobilità”.

GLI STUDI DEL DR. LONGO: POCHE PROTEINE PRIMA DEI 65 ANNI, TANTE QUANDO SI È ANZIANI

Il ruolo chiave in questi processi è svolto dagli amminoacidi responsabili della sintesi delle proteine da parte dell’organismo. Con l’avanzare dell’età, infatti, si riduce la capacità di assorbire ed elaborare gli amminoacidi. Garantire un apporto “continuo” di amminoacidi, e in particolare di leucina, uno di quelli cosiddetti “essenziali” è in grado di stimolare la sintesi proteica. Questa evidenza scientifica era già emersa chiaramente negli studi condotti dal dr. Valter Longo, ricercatore noto al grande pubblico per gli studi sulla longevità. Analizzando i riscontri del Nhanes III – il sondaggio nazionale sulla nutrizione condotto negli Stati uniti su un campione di quasi 7000 partecipanti di mezza età e anziani – Longo e il suo team di ricercatori hanno rilevato che chi, tra i 50 e i 65 anni, consuma molte proteine (circa il 20% delle calorie giornaliere) presenta un rischio di ammalarsi di cancro o diabete di tipo2 quattro volte superiore. Il rischio di morire per altre cause è invece, raddoppiato. Pericolo che risulta ridotto, quando non del tutto abbattuto, in chi attinge proteine principalmente da fonti vegetali.

Questa evidenza, però, si inverte con l’avanzare dell’età. Superati i 65 anni, infatti, chi consuma più proteine animali presenta una rischio di morte inferiore del 28% rispetto agli altri. Percentuale che sale al 60% nel caso di morte di cancro.

E POI REGOLARE ESERCIZIO FISICO

Qualora ve ne fosse bisogno, gli studi illustrati confermano il ruolo chiave dell’alimentazione nel mantenere un buono stato di salute, soprattutto se calibrata alle diverse esigenze di ogni età. Per contrastare la sarcopenia, cioè la perdita di forza muscolare negli anziani, un altro alleato indispensabile è il regolare esercizio fisico. La sarcopenia deriva proprio dalla perdita di massa del muscolo scheletrico e un allenamento dolce, ma costante, associato a un bell’uovo alla coque a colazione può rivelarsi un’arma davvero efficace per contrastare una condizione che non risponde ad alcun farmaco.