Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

La fibromialgia, la malattia del decennio

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Affligge milioni di persone nel mondo anche se la sua diffusione è relativamente recente, tanto da essersi guadagnata la triste fama di “malattia del decennio”. È la fibromialgia, una delle più comuni malattie del sistema muscolare che si manifesta con un diffuso dolore in tutto il corpo, in genere accompagnato da spossatezza e stanchezza. Sono molte le difficoltà legate a questa patologia e, come vedremo, potrebbero essere almeno in parte alleviate da un adeguato apporto di vitamina D.

QUANDO IL DOLORE ABBASSA LA QUALITÀ DELLA VITA

Impariamo prima a conoscere la fibromialgia, malattia che può colpire chiunque anche se a contrarla sono prevalentemente donne giovani e di mezza età. Proprio in queste settimane, ad esempio, ha fatto notizia l’annuncio della pop star, Lady Gaga, di trovarsi costretta ad annullare un imminente concerto perché affetta da fibromialgia. Si tratta, infatti, di una malattia cronica che può intaccare la qualità della vita impedendolo lo svolgimento delle azioni anche più banali per il forte dolore associato. A questo si aggiungono senso di stanchezza, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e altri sintomi potenzialmente invalidanti.

UNA DIAGNOSI DIFFICILE

Mentre si suppone un ruolo importante del microbioma e una predisposizione genetica, le cause sono ancora incerte il che ne rende difficile la diagnosi, complice anche l’assenza di test clinici specifici in grado di accertarla. Anche per questo la fibromialgia è spesso scambiata per un problema di natura psicologica e psicosomatica: la mente gioca sicuramente un ruolo di fronte all’insorgere di tanto dolore, ma la sindrome non è di natura psicologica trattandosi di una vera e propria malattia cronica. Eppure quella della fibromialgia è una diagnosi “per esclusione” che arriva, cioè, solo dopo aver scartato altre ipotesi. Dal 2010 in aiuto al reumatologo – questo lo specialista di competenza – sono stati fissati dei precisi criteri di diagnosi. Il dolore deve avere una precisa “misurazione”, persiste per almeno tre mesi, è diffuso a entrambe le parti del corpo, sopra e sotto la vita, includendo la zona dorsale. Difficoltà a dormire, a concentrarsi, a ricordare, sono altri sintomi molto indicativi della malattia.

IL RUOLO DELLA VITAMINA D

Da una ventina di anni i ricercatori indagano sulla possibile correlazione tra carenza di vitamina D – la “vitamina del sole” perché si acquisisce più con la tintarella che con l’alimentazione – e l’insorgere della fibromialgia. La vitamina D, infatti, svolge un ruolo importante per la protezione dell’apparato muscolo-scheletrico e nel 2014 un primo studio randomizzato condotto a Vienna ha provato a unire i puntini tra la carenza di questo importante nutriente e la presenza della malattia.

Gli scienziati hanno esaminato un campione di 30 donne affette da fibromialgia e con bassi livelli di vitamina D di partenza. Ad un gruppo di queste è stata somministrata una dose giornaliera di 2400 unità di vitamina D per 25 settimane durante le quali il livello del nutriente nel corpo è cresciuto di circa il 50% per poi iniziare a diminuire gradualmente. Il dolore si è mosso in contemporanea: è sceso nella fase di incremento della vitamina D e aumentato in quella di decremento.

ARRIVA L’INVERNO: ULTIME SCORTE DI SOLE

In attesa di riuscire a conoscere meglio questa malattia e come combatterla la vitamina D sembra rappresentare, dunque, un’arma in più di contrasto, economica e alternativa o di supporto ad eventuali terapie nutrizionali o farmacologiche. Per questo, nei malati di fibromialgia, monitorare i livelli di vitamina D potrebbe essere di grande utilità, soprattutto in inverno quando è ridotta l’esposizione al sole. A ricordarci che, se è giusto proteggersi dai raggi ultravioletti, “temere il sole” è un grave errore perché ci impedisce di fare la scorta di vitamina D necessaria per i mesi più bui: approfittiamo di queste ultime assolate giornate di autunno per bagnarci del sole che tra un pugno di settimane rimpiangeremo.