Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Iniziare la giornata con un caffè è un rito che la maggior parte di noi compie ogni giorno in modo quasi automatico, alla ricerca di quell’iniezione di energia che ci aiuti ad affrontare la mattina.

Non è un caso, dunque, che il caffè sia, insieme al tè, la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. Ma al di là degli effetti stimolanti, il caffè possiede numerose altre proprietà, spesso sconosciute.

Un’ampia letteratura scientifica ha studiato il rapporto fra caffè e salute, e il verdetto è stato piuttosto inaspettato. Dapprima sconsigliato in ambito medico, il caffè fa oggi parte, a dosi moderate, di una dieta sana e bilanciata ed è addirittura raccomandato in alcune situazioni particolari.

Gli effetti del caffè sono molteplici e diversi secondo l’organo o sistema preso in considerazione. Scopriamoli insieme!

Caffè e performance mentale

Il caffè è uno stimolante del sistema nervoso. Quando siamo stanchi, la caffeina è in grado di migliorare temporaneamente le prestazioni mentali, in particolare i tempi di reazione, la concentrazione, l’apprendimento, la memoria e il ragionamento logico. Il caffè blocca infatti una sostanza chiamata adenosina, coinvolta nella stanchezza e nel sonno e stimola la produzione di diversi ormoni quali la dopamina, l’acetilcolina, la noradrenalina e la serotonina, ad azione attivante.

Il miglioramento delle prestazioni mentali si manifesta nei momenti della giornata in cui ci sentiamo più stanchi, ad esempio la mattina al risveglio, dopo un pasto abbondante o durante il lavoro notturno, ed è particolarmente evidente negli anziani.

L’Autorità Europea sulla Sicurezza del Cibo (European Food Safety Autority, EFSA) ha recentemente concluso che vi è un rapporto causa-effetto fra il consumo di caffeina e l’aumento della soglia di allerta e attenzione.

D’altro canto, in chi fa abuso di caffè, la continua attivazione degli ormoni dello stress è causa stessa di stanchezza. In questi individui, eliminare il caffè è il primo passo per il recupero delle energie.

Caffè e salute del cervello

Bere regolarmente dosi moderate di caffè (pari a 3-4 tazzine al giorno) rallenta il declino delle performance mentali tipico dell’invecchiamento, e questo effetto protettivo sembra essere più spiccato nelle donne. Il caffè, inoltre, protegge dalle malattie neurodegenerative quali il morbo di Parkinson, l’Alzheimer e altre forme di demenza. Gli effetti protettivi dipenderebbero dall’azione antiossidante, antiinfiammatoria, rigeneratrice sulle cellule del nostro sistema nervoso e di regolazione della produzione di neurotrasmettitori da parte dei composti attivi presenti nel caffè.

Caffè e cuore

Bandito per decenni dalla dieta di chi era affetto da malattie cardiache il caffè è stato recentemente riabilitato. Colpa di un’analisi superficiale dei primi studi condotti sulla popolazione generale da cui emergeva un’associazione fra consumo di caffè e rischio di infarti e ictus. I ricercatori, però, non avevano inizialmente tenuto conto del fatto che chi beve molto caffè tende anche a fumare e ad avere un cattivo stile di vita. Controllando queste variabili l’associazione è sfumata.

Il caffè, in verità, migliora la capacità antiossidante del sangue e la resistenza del colesterolo a ossidarsi, riduce i marcatori di infiammazione e protegge le pareti dei vasi sanguigni; d’altro canto, però, aumenta temporaneamente la pressione arteriosa e il battito cardiaco, un effetto mediato dal rilascio degli ormoni dello stress: cortisolo e adrenalina.

In definitiva non si è ancora arrivati a una chiara conclusione se l’effetto complessivo del caffè sul cuore sia positivo o negativo. Chi soffre di extrasistole o tachicardia, ha una pressione alta non controllata dai farmaci, è ansioso o ha una tendenza a un’eccessiva attivazione degli ormoni dello stress, dovrebbe comunque evitarlo, così come astenersi da tutte le bevande caffeinate.

Caffè e stomaco

Il caffè, come molti già sanno, aiuta a digerire. La caffeina, infatti, stimola la produzione di succhi gastrici e lo svuotamento dello stomaco e riduce così il calo dell’attenzione e la sonnolenza che occorre tipicamente dopo un pasto abbondante.

Attenzione però in chi soffre di gastrite, ulcera o reflusso gastro-esofageo: l’aumentata produzione di acido cloridrico può portare a un peggioramento dei sintomi, specie se il caffè è preso a stomaco vuoto.

Caffè e fegato

Il caffè è molto protettivo sul fegato: maggiore è il suo consumo, minore è il rischio di malattie del fegato. Nei malati di epatite, ad esempio, il caffè rallenta la progressione del danno epatico in cirrosi. In chi soffre di cirrosi, inoltre, il rischio di sviluppare tumore al fegato si riduce del 43 percento per ogni due tazze in più di caffè bevute al giorno. In che modo il caffè protegga il fegato non è ben chiaro, sappiamo però che riduce infiammazione e fibrosi, due meccanismi fondamentali nella progressione del danno epatico.

Caffè e cancro

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (World Cancer Research Fund) nel più ampio studio mai compiuto sul rapporto fra alimentazione e tumori ha concluso che non vi è alcuna evidenza che il caffè aumenti il rischio di tumore. In realtà alcuni recenti studi suggeriscono un suo effetto protettivo sullo sviluppo di alcuni tipi di tumore, in particolare quelli del fegato per le ragioni sopra descritte e, in misura minore, del colon-retto e della prostata.

Caffè e diabete

Il caffè migliora la sensibilità delle cellule all’insulina; è inoltre una discreta fonte di magnesio e cromo, minerali coinvolti nel metabolismo degli zuccheri. Chi consuma regolarmente caffè ha un rischio significativamente ridotto di sviluppare diabete di tipo 2, quello legato a una cattiva alimentazione. Uno studio condotto su circa mezzo milione di persone ha mostrato che, per ogni tazzina in più di caffè bevuta al giorno, vi è una riduzione del rischio di sviluppare diabete del sette percento.

Caffè e sport

Gli atleti e gli allenatori utilizzano da molto tempo il caffè per migliorare le prestazioni fisiche negli sport di resistenza. Questo effetto è mediato dalla caffeina, la quale riduce la percezione dello sforzo e della stanchezza a livello cerebrale e favorisce inoltre la mobilitazione di grassi, rendendo disponibile più carburante durante l’attività sportiva. Questi effetti consentono di prolungare lo sforzo fisico. La dose efficace è di 250-300 mg di caffeina (equivalenti a 4 tazzine di espresso forte), assunta 30-60 minuti prima di una gara.

Caffè e metabolismo

La caffeina accelera il metabolismo attivando il sistema simpatico e stimolando la tiroide. Questo effetto si raggiunge però solo a dosi molto elevate: 500 mg di caffeina aumentano il metabolismo basale del 10-25 percento. Poiché una tazzina di espresso contiene circa 50-80 mg di caffeina, è facile rendersi conto che utilizzata a scopi dimagranti può risultare tossica per il cuore e il cervello.

La dose giusta

Esistono delle differenze individuali nel metabolismo del caffè, che possono aumentarne la tolleranza o, al contrario, la sensibilità. Per la maggior parte di noi, 2-3 tazzine di espresso al giorno rappresentano un livello di consumo sicuro.

Non per tutti

Il caffè è controindicato in chi soffre di gastrite, ulcera peptica e dispepsia, per il suo effetto di stimolo sulla produzione di acido cloridrico. Inoltre, va evitato in presenza di aritmie, ipertensione non controllata e tachicardia, perché causa una transitoria accelerazione del battito cardiaco. Per la stessa ragione non è adatto agli ansiosi. Non dimentichiamo poi che, essendo uno stimolante, può peggiorare i sintomi dell’insonnia. Poiché la caffeina passa attraverso la placenta, il caffè va inoltre evitato in gravidanza per i possibili effetti nocivi sul feto.

In conclusione

In dosi moderate il caffè ha effetti benefici: migliora la stanchezza, le prestazioni mentali e il tono dell’umore, facilita la digestione e attiva il metabolismo. Chi ha una particolare sensibilità all’azione stimolante della caffeina e le donne in gravidanza devono invece monitorarne l’assunzione.