Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Siete gufi o allodole? Amate andare a dormire quando gli altri si svegliano o svegliarvi presto quando il resto del mondo ancora dorme? La cronobiologia non è solo questione di abitudine, ma anche di salute: da tempo la scienza e la medicina indagano il legame tra qualità del sonno e patologie di varia natura come insonnia, depressione, pressione alta. Un nuovo studio condotto da ricercatori statunitensi e pubblicato sulla rivista Chronobiology International si è posto come obiettivo quello di calcolare il differente tasso di mortalità e rischio di contrarre malattie tra gufi e allodole con risultati nettamente a favore dei secondi.

TASSO DI MORTALITÀ PIÙ ALTO PER CHI VIVE DI NOTTE
I ricercatori hanno studiato per sei anni oltre 400mila persone di età compresa tra i 38 e i 73 anni con età media, dunque, di 56,5 anni. Sulla base dei loro comportamenti i partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi: mattinieri (27%) che si svegliano prestissimo e si addormentano poco dopo il tramonto; moderatamente mattinieri (35%) e moderatamente notturni (28%) che hanno orari sostanzialmente nella norma, i primi più spostati al mattino, i secondi più alla sera; i notturni cronici (9%) che si svegliano con il buio e si addormentano all’alba. Ne è emerso, dopo anni di monitoraggio dello stato di salute, che i “gufi” corrono in media un rischio di mortalità per ogni causa del 10% più alto rispetto alle “allodole”; del 30% più alto di soffrire di diabete e del 25% per quanto riguarda i disturbi neurologici; di circa il doppio di soffrire di disturbi psicologici come depressione e ansia; del 23% in più di contrarre malattie gastrointestinali; del 22% maggiore di patire disturbi respiratori.

QUESTIONE DI GENETICA
Insomma essere gufi può rappresentare un bel problema, ma non è solo una questione di cattive abitudini. Ci sono infatti anche delle ragioni biologiche – che prescindono dalle nostre scelte – dietro la tendenza di ognuno di noi ad essere più mattinieri o più nottambuli. E se per tutti il fattore di salute davvero importante sarebbe garantirsi una buona qualità del sonno e un’adeguata alternanza sonno-veglia, è chiaro che tutto diventa più complesso per chi è portato a carburare meglio di notte in un mondo che è organizzato per vivere di giorno. E, soprattutto, per lavorare di giorno. Oltre alla genetica, infatti, anche il contesto ambientale complica la vita – e la salute – dei gufi. Sarà di certo più difficile per loro sincronizzare il proprio orologio biologico con un contesto socio-economico che a maggioranza si alza presto al mattino per andare a lavorare e rincasa a sera per poi andare a dormire. Così, anche i super-mattinieri avranno difficoltà a non coricarsi quando per amici e colleghi è l’ora della socializzazione!

SOPRAVVIVERE IN MINORANZA
Se la maggioranza vince inevitabilmente sui cronotipi in minoranza, chi appartiene a questi gruppi non è del tutto spacciato e può comunque adottare dei comportamenti utili a mitigare gli effetti di una sorta di “condanna biologica”. Questo discorso vale soprattutto per i nottambuli cronici che possono provare gradualmente ad allinearsi, senza per questo “snaturarsi” del tutto. Si tratta di correggere gradualmente il proprio stile di vita provando, notte dopo notte, ad andare a letto un po’ prima. Fondamentale in questo processo è bandire le fonti di luce artificiale e addormentarsi con TV, smartphone, Pc e quant’altro del tutto spenti. L’esposizione alla luce artificiale notturna è, infatti, l’elemento che più cronicizza una tendenza genetica a “vivere di notte”, mentre la luce naturale del giorno è un grande alleato di salute a cui gufi non dovrebbero rassegnarsi a rinunciare. Così, anche le allodole “patologiche” potrebbero sforzarsi di coricarsi ogni giorno un pochino più tardi. Nel loro caso, infatti, la salute non corre rischi e non stiamo certo consigliando di impegnarsi a cambiare quella che è di base una sana attitudine. Ma è pur vero che l’uomo è un animale sociale e anche spegnere del tutto il proprio orologio quando quello di chi ci circonda è ancora attivo potrebbe rivelarsi a lungo andare un pochino estraniante.

 

FONTE: Associations between chronotype, morbidity and mortality in the UK Biobank cohort, Chronobiology International April 2018