Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Digiuno intermittente: un'alternativa all'insulina?

Indice

Quattro milioni d’italiani colpiti ai quali aggiungere almeno 1 milione di malati inconsapevoli e 7 milioni in una condizione di pre-diabete. Sono dati da vera e propria pandemia quelli diffusi dalla Società italiana diabetologica (Sid) lo scorso 14 novembre, in occasione della giornata mondiale del diabete. Una malattia, il diabete, che affligge indirettamente noi tutti dati gli immensi costi sociali e sanitari necessari a contrastarla. Ecco perché, mai come in questo caso, è importante l’adozione di corretti stili di vita cruciali nella prevenzione della malattia, prima, e nella cura – anche definitiva – poi.

Un nuovo studio canadese ha messo in luce l’efficacia del cosiddetto digiuno intermittente nella terapia del diabete di tipo 2 al punto da poter fare a meno dei farmaci, insulina inclusa. Del resto il digiuno è una pratica di salute di cui si hanno testimonianze antichissime e, già duemila anni fa, lo stesso Plutarco era arrivato a concludere: “Meglio digiunare che usare medicine”. A quanto pare, non si era sbagliato.

 

FARE A MENO DEL CIBO…
Nello specifico, il potenziale terapeutico del digiuno viene descritto nel caso di tre uomini di età compresa tra i 40 e i 67 anni, affetti da diabete di tipo 2 da 10, 20 e 25 anni, con pressione alta e colesterolo alto e costretti ad assumere diverse medicine, oltre a molteplici dosi giornaliere di insulina. A due di loro è stato chiesto di digiunare un giorno sì e uno no, mentre al terzo di digiunare tre giorni di fila a settimana.

Per digiuno s’intende il consumo durante il giorno di bevande a bassissime calorie come brodo, acqua, tè e caffè durante il giorno e una cena a basso apporto di carboidrati la sera. Per riuscire in questa sfida anche la consapevolezza è importante ed è per questo che i tre pazienti hanno seguito una giornata di formazione sul diabete, l’insulino-resistenza e i benefici di un corretto stile di vita e alimentare.

 

… PER FARE A MENO DEI FARMACI
In un arco di tempo compreso fra 5 e 18 giorni tutti e tre i pazienti hanno completamente interrotto la somministrazione di insulina. Trascorsi pochi mesi due pazienti hanno completamente smesso di assumere tutte le medicine per il diabete. Un terzo, invece, ha potuto fare a meno di tre farmaci su quattro che assumeva. Tutti hanno perso peso (tra il 10 e il 18%) e ridotto la concentrazione di glucosio nel sangue che è il principale imputato delle complicanze, anche mortali, del diabete. E non dobbiamo pensare che il completo controllo del diabete di tipo 2 con la dieta sia un evento raro. Uno studio condotto nel Regno Unito dai medici di base su circa 300 partecipanti con diabete di tipo 2 in sovrappeso o obesi e non in terapia insulinica conferma che questa malattia, la cui causa è una dieta scorretta, con la dieta si cura. In questo secondo studio 300 partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno assegnato alle cure normali per il diabete con i farmaci, l’altro a una dieta ipocalorica (circa 850 calorie al giorno) per 3-5 mesi, seguita da una graduale normalizzazione dell’apporto calorico e da un supporto per il mantenimento a lungo termine della perdita di peso. Il gruppo a dieta ha sospeso tutti i farmaci antidiabetici e antipertensivi. Il 50% circa dei pazienti a dieta, ha ottenuto la remissione completa del diabete. In particolare, la percentuale di remissione del diabete è stata dello 0% in chi non ha perso peso (un segno di non aderenza alla dieta) ed aumentava con l’aumentare dei chili persi nel corso dello studio, fino ad un 86% di remissione nei partecipanti che avevano perso 15 o più chili.

 

COMBATTERE L’INSULINO RESISTENZA
Del resto uno dei benefici di non mangiare per un prolungato arco di tempo o mangiare poco è proprio la riduzione dell’insulino-resistenza. Si tratta di una condizione molto pericolosa, preludio di diabete e altre malattie croniche – sia cardiovascolari, sia neurodegenerative – che dovrebbero essere prevenute da chiunque abbia a cuore una vecchiaia serena e sana. Quando il livello di glucosio nel sangue (che dipende dagli zuccheri e dai carboidrati raffinati ingeriti con la dieta) supera i livelli fisiologici, l’insulina prodotta dal pancreas aumenta nel tentativo di spostare tutto il glucosio in eccesso in circolo, dannoso per le arterie, all’interno delle cellule per poter essere trasformato in energia. Se però le cellule sono già “piene” di glucosio, si oppongono all’ingresso di glucosio che le danneggerebbe, e iniziano pertanto a “resistere” al segnale dell’insulina. Alla fine il glucosio entra, ma, anziché essere trasformato in energia viene stipato nel fegato e negli altri organi come grasso: è come avere tanta energia “bloccata” nel tessuto adiposo dove resterà fino al ricevimento del segnale giusto, cioè la diminuzione dell’insulina. E uno dei metodi più efficaci per abbassare i livelli d’insulina (idealmente sotto 6 in un prelievo eseguito al mattino) è digiunare e “sbloccare”, così, l’energia stoccata nel grasso.

 

COME PRATICARE IL DIGIUNO INTERMITTENTE
Il digiuno intermittente è una tecnica particolarmente efficace e “sostenibile” di rinuncia al cibo: si mangia nell’arco di una finestra di 6-8 ore al giorno e ci si astiene per la parte restante. Si può saltare la colazione, mangiare poi nelle ore centrali della giornata e smettere almeno 4 ore prima di andare a letto: l’ideale sarebbe fermarsi intorno alle 17:00/18:00. Oppure, si può mangiare solo a colazione e pranzo, saltando la cena. Quest’ultima è la modalità più affine al funzionamento del nostro metabolismo la cui accelerazione decresce con l’avanzare della giornata. Non a caso il vecchio detto delle nonne recita “colazione da re, pranzo da principe, cena da povero”. Un’altra soluzione è mangiare quello che si vuole cinque giorni a settimana e consumare solo 500 (le donne) o 600 (gli uomini) calorie due giorni a settimana. È possibile, infine, alternare continuativamente un giorno di dieta libera ad un giorno di restrizione calorica (5-600 calorie/die). Recentemente, numerosi studi hanno dimostrato che restringere le calorie per alcune ore al giorno, anche solo per due-tre giorni a settimana, offre benefici sovrapponibili a quelli che si ottengono con digiuni prolungati.

 

DIGIUNO PER MOLTI, MA NON PER TUTTI
Se l’80 percento della popolazione beneficerebbe del digiuno, esistono cruciali controindicazioni per categorie di persone che devono, dunque, astenersi del tutto dal praticarlo. Si tratta, nello specifico di: persone sottopeso (con un indice di massa corporea uguale o inferiore a 18,5); malnutriti; bambini che necessitano continuamente di nutrienti basilari per la crescita; donne incinte o che allattano. Particolare attenzione devono prestarla anche coloro che assumono farmaci, specie se antidiabetici: assumendoli in corso di digiuno si rischia un pericoloso abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue (ipoglicemia).

 

FONTI

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2018/11/09/ansa-focus-allarme-rosso-diabete12-milioni-italiani-coinvolti_49ca5d30-ca03-4ff7-a58b-1e344e91b1ca.html

Therapeutic use of intermittent fasting for people with type 2 diabetes as an alternative to insulin. BMJ Case Reports, 2018;

Primary care-led weight management for remission of type 2 diabetes (DiRECT): an open-label, cluster-randomised trial. Volume 391, p541-551 2018