Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

5 buone ragioni per mangiare castagne: quando e come consumarle

Indice

Ricche in amido, le castagne hanno sfamato per secoli negli inverni più rigidi le popolazioni rurali prevalentemente montane, che in tempi di carestia e povertà non avevano accesso ad altre fonti di cibo. Il loro utilizzo è caduto in disuso per la recente disponibilità di farine raffinate a buon mercato, ed è un peccato, perché questo frutto alberga nel suo interno una pletora di micronutrienti responsabile di numerosi effetti benefici per l’organismo e ora vedremo perché è così utile mangiare castagne.

Le 5 ragioni per mangiare castagne

Formate per il 50% circa da acqua e per il restante 50% prevalentemente da carboidrati (45%), contengono poche proteine (2%) e pochi grassi (2%). Ecco alcune delle principali ragioni per inserirle nella dieta:

  • sono ricchissime in fibra utile per la funzionalità dell’intestino. In cento grammi ne troviamo circa 5 grammi, per lo più del tipo insolubile. Abituiamoci a consumarle poco per volta per non indurre eccessiva formazione di gas
  • sono una fonte straordinaria delle principali vitamine del gruppo B, in particolar modo folati, vitamina B1 e B6, ma anche B2, B3 e B5, necessarie per il metabolismo e la produzione di energia, per la crescita e per la formazione di nuovi globuli rossi
  • cento grammi di frutto contengono il 50% del fabbisogno giornaliero di rame, il 40% di quello di manganese e il 20% di quello di fosforo 
  • sono ricche in vitamina C, anche se parte se ne perde con la cottura ad alte temperature. Questa vitamina, lavorando in associazione al manganese e al rame, protegge l’organismo dall’ossidazione
  • prive di glutine, sono una valida alternativa al consumo eccessivo di frumento nella dieta quotidiana, oltre che straordinaria risorsa per i celiaci che ne utilizzano la farina
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Come consumarle

A colazione

Prepariamo delle crepes fatte con la farina di castagne, farcendola con burro di mandorle, miele o marmellata

Portiamo in tavola un pane preparato con farina di castagne aggiunta a quella di frumento: il risultato finale è irresistibile!

Sul pane possiamo spalmare burro di mandorle e marmellata di castagne per iniziare la giornata con una coccola golosa.

A merenda

adatte i bambini, in virtù del loro elevato metabolismo, le castagne arrosto o lesse offrono sazietà ed equilibrano il sistema nervoso per le proprietà sia calmanti che stimolanti le funzioni cerebrali.

A cena

usiamole in sostituzione di altre fonti di carboidrati quali pasta, pane e patate, e abbiniamole a verdure povere in fibra (come ad esempio zucchine, belga o radicchio) per ridurre la formazione di gas intestinali. L’abbinamento con frutta acida, proteina animali, pane e dolci potrebbe invece scatenare fenomeni fermentativi.  Aggiungiamole secche ad una zuppe di lenticchie decorticate, carote, zucca e cipolla o ad una minestra di verdure, nella dose di circa 3 a persona.

Per chi sono indicate

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La ricchezza in carboidrati a rapido e lento rilascio, associati a vitamine del gruppo B, fosforo e ferro le rende un alimento perfetto per i bambini, per chi pratica sport, per i convalescenti e per chi è sottoposto a intenso stress psico-fisico.

Sono un ottimo snack per le donne in gravidanza, che necessitano di un surplus di folati, vitamine del gruppo B, minerali e carboidrati per la crescita del bambino.

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Controindicazioni

La ricchezza in amido e l’indice glicemico piuttosto alto (circa 60) le rende inadatte ai diabetici, anche se non dimentichiamo che farina raffinata, riso bianco e patate hanno un indice glicemico maggiore di 60 (e meno micronutrienti delle castagne), e sono comunque consumate dalla maggior parte degli individui con diabete.

Sconsigliate inoltre a chi soffre di colite o intestino irritabile per la ricchezza in fibra insolubile ad azione irritante sul tratto intestinale.

Come mangiare le castagne?

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A colazione

Prepariamo delle crepes fatte con la farina di castagne, farcendola con burro di mandorle, miele o marmellata

Portiamo in tavola un pane preparato con farina di castagne aggiunta a quella di frumento: il risultato finale è irresistibile!

Sul pane possiamo spalmare burro di mandorle e marmellata di castagne per iniziare la giornata con una coccola golosa.

A merenda

Adatte i bambini, in virtù del loro elevato metabolismo, le castagne arrosto o lesse offrono sazietà ed equilibrano il sistema nervoso per le proprietà sia calmanti che stimolanti le funzioni cerebrali.

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A cena

Per mangiare castagne a cena usiamole in sostituzione di altre fonti di carboidrati quali pasta, pane e patate, e abbiniamole a verdure povere in fibra (come ad esempio zucchine, belga o radicchio) per ridurre la formazione di gas intestinali. L’abbinamento con frutta acida, proteina animali, pane e dolci potrebbe invece scatenare fenomeni fermentativi.  Aggiungiamole secche ad una zuppe di lenticchie decorticate, carote, zucca e cipolla o ad una minestra di verdure, nella dose di circa 3 a persona.

Dr.ssa Debora Rasio

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.